Come posso importare psicofarmaci dall'estero?

Volevo sapere se è facile acquistare psicofarmaci dall'estero perché sto esaurendo le opzioni terapeutiche disponibili nel nostro paese, ho provato anche Spravato, ma la depressione continua a essere resistente, stavo valutando se chiedere al medico se mi può prescrivere un IMAO oppure provare un triciclico atipico come la tianeptina, è scandaloso che manchino queste opzioni terapeutiche nel nostro paese, ci sono i RIMA che sono molto meno pericolosi degli IMAO irreversibili e il rischio di abuso della tianeptina non giustifica il suo inserimento da parte del ministero tra le sostanze stupefacenti, credo che gli psichiatri dovrebbero far sentire la loro voce su questi temi, anche il phenibut mi pare abbia fatto una fine analoga; comunque mi chiedevo se è un'operazione semplice o molto burocratica questa dell'acquisto dall'estero, i farmaci di prima linea credo di averli provati tutti o quasi, ho pure come comorbidità ansia e DOC, non so se ho pure qualche disturbo di personalità ma non esistono farmaci che curano i disturbi di personalità, almeno credo, quindi è irrilevante; li fa molto la psicoterapia mentre sento che la mia depressione è perlopiù endogena, magari collegata a una disfunzione della tiroide, ma avrò visita endocrinologica solo a Giugno quindi ci sarà da aspettare.
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico igienista 45k 1.1k
Teoricamente può provare solo quelli disponibili presso Città del Vaticano

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Dr. Accursio Raia Psichiatra 149 4
Nel corso della mia attività professionale ho conosciuto diversi pazienti che acquistavano farmaci da farmacie estere (Vaticano, San Marino, Svizzera) dietro prescrizione medica specialistica. In altri casi ho personalmente prescritto farmaci non più disponibili in Italia, indirizzando i pazienti verso farmacie estere (principalmente in Vaticano e San Marino), che ho contattato in anticipo fornendo la richiesta con l'anagrafica del paziente.

In generale reperire un farmaco dall’estero non è impossibile. E' necessario in primo luogo che vi sia una prescrizione specialistica adeguatamente motivata e che vengano seguite specifiche regole che possono variare sulla base del farmaco in questione. Tuttavia anziché prendere decisioni in autonomia in ambiti che richiedono competenze specifiche ritengo sia più opportuno procedere con una rivalutazione approfondita del quadro clinico. Questo potrebbe portare a una ridefinizione della diagnosi e di conseguenza a un cambio di strategia terapeutica, con la possibilità di ottenere una remissione del disturbo e un miglioramento dei sintomi.

Per chiarire: sperimentare sintomi depressivi anche per tempi lunghi non implica e non deve implicare necessariamente una diagnosi di depressione. Se trattati erroneamente come tale, il rischio è quello di non ottenere una risposta efficace alle terapie.

Dr Accursio Raia, Medico Specialista in Psichiatria (Università degli Studi di Pisa). | https://sites.google.com/view/dott-raia-psichiatra/home-page?

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