Ereditarietà schizofrenia simplex

Gentili medici, scrivo a nome e per un mio amico che non ha la possibilità di collegarsi ad internet.
A sua madre è stata diagnosticata anni fa una schizofrenia simplex, è da molti anni in cura farmacologica il che ha permesso una certa stabilizzazione della situazione anche grazie al controllo dei famigliari.
Oggi lui ha 32 anni, è curatore della mamma perchè il papà è mancato qualche anno fà per un arresto cardiaco, conduce una vita normale e convivendo da tempo con la sua ragazza si domanda se la sua storia famigliare può avere ripercussioni sugli eventuali figli: considerando che il padre era persona senza alcuna patologia mentale e la fidanzata idem, possono esserci probabilità che la malattia si manifesti nei figli? E inoltre, non avendo lui mai manifestato segni della malattia fino a questa età, può ritenersi oramai al sicuro?
Sarò grato a chi potrà rispondermi, eventualmente indicando lo specialista da contattare o gli esami da fare per fugare tali dubbi.

Grazie
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Gentile utente,

si devono prendere in considerazione numerose "scuole" di pensiero in merito a questa domanda.
Credo pero' di poter sommariamente sintetizzare sulla considerazione della valutazione multifattoriale della patologia dove intervengono fattori genetici ed ambientali a costituire l'insorgenza e la permanenza dei sintomi di malattia.

Non ci sono esami da poter effettuare per considerare la possibilita' di avere questa patologia.
Consideri che i parenti di pazienti affetti da diabete hanno una possibilita' percentuale di sviluppare il diabete.
Tale percentuale e' differente per la schizofrenia ma non significa che il parente si ammalera'.

Per avere qualche ulteriore delucidazione puo' forse essere utile rivolgersi ad uno psichiatra che possa valutare la condizione familiare in generale.

Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero

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[#2]
Dr. Francesco Favaretti Camposampiero Psichiatra, Psicoterapeuta 36 1
Gentile interlocutore, sono d'accordo col collega che un colloquio con uno psichiatra potrebbe chiarire meglio il problema. Comunque posso dire che è mia convinzione che, pur ammettendo l'esistenza di fattori genetici nello sviluppo della schizofrenia, tuttavia tali fattori non possano e non debbano essere considerati determinanti: la malattia colpisce quando ai fattori ereditari si associano importanti distorsioni relazionali nelle prime fasi della vita e più in generale un disturbo di sintonizzazione di base tra individuo e ambiente.
Pertanto un genitore sofferente di questa malattia non dovrebbe costituire un motivo razionale per non mettere al mondo dei figli.
Per quanto concerne il sentirsi o meno al sicuro da questa patologia per il figlio della persona ammalata, mi sentirei di rassicurare l'interessato e semmai gli consiglierei di considerare i propri timori come comprensibili ansietà, che potrebbero essere affrontate e superate con uno o più colloqui terapeutici.

dott. Francesco Favaretti Camposampiero

[#3]
Dr. Silvio Presta Psichiatra, Farmacologo 463
Gentile utente,
dissento con le opinioni del precedente Collega, peraltro del tutto personali e lontane da ogni dato scientifico attualmente accreditato, e non solo in campo psichiatrico, ma in tutta la Medicina.
Infatti, se è senz'altro vero che, come per qualsiasi malattia, l'incontro tra geni ed ambiente riveste una certa importanza nella patogenesi (ossia nell'innescare una qualunque nalattia), quello che fa la differenza è sempre la predisposizione genetica, quel 'luogo di maggiore fragilità' che consente ad occasionali agenti ambientali di innescare un ordigno 'silente'. Altrimenti non si spiegherebbe perchè, a fronte della stessa situazione (ad es. proprio le succitate 'distorsioni relazionali nelle prime fasi della vita'), non tutti (anzi una minimissima parte di persone) sviluppino un disturbo psichiatrico più o meno grave; e perchè malattie gravi insorgano anche in soggetti del tutto lontani da situazioni familiari 'traumatiche'. Del resto, intere generazioni di madri sono state colpevolizzate da psicanalisti che, dopo qualche lustro di plurisettimanali sedute, giungevano a questa 'sorprendente' verità! Anche i neuropsichiatri infantili oggi sorridono alle vetuste teorie della 'madre-frigorifero', anaffettivo genitore additato come responsabile dell'origine dell'autismo.
In ogni caso, avere una vulnerabilità genetica non vuol dire essere condannati a sviluppare la stessa malattia dei genitori o comunque una malattia di quella famiglia di disturbi: ed è proprio in questo misterioso accendersi, o addormentarsi, dei nostri geni che risiede il segreto della vita.
Cari saluti
Silvio Presta

www.silvio-presta-psichiatra.tk

Silvio Presta

[#4]
dopo
Attivo dal 2007 al 2010
Ex utente
Gentili medici, vi ringrazio innanzitutto per le risposte, anche se in effetti i dubbi sul da farsi sembrano aumentare, mi spiego meglio:
io pensavo che tale malattia o ci fosse o non ci fosse (vista anche la storia clinica della madre e della famiglia da parte di madre, dove esistono altri casi simili); gli psichiatri che hanno curato la madre hanno abbastanza tranquillizzato il mio amico sulla base del fatto che una possibile manifestazione della malattia sarebbe dovuta comparire entro i 25-30anni, dopodichè lui fino ad oggi non si era mai posto domande sugli eventuali figli suoi.
Ora credendo che tale patologia avesse un andamento "recessivo" nella riproduzione (per fare un esempio da profano, come gli occhi azzurri rispetto agli occhi scuri) volevamo un chiarimento in questa direzione, ossia se lui, come eventuale portatore sano, e la sua compagna, senza alcuna storia patologica in famiglia, avendo un figlio fossero al sicuro dal trasmettergli problemi mentali.
Se però non vi sono evidenze scientifiche sulle maggiori o minori probabilità di manifestare la malattia da parte dell'ipotetico figlio, ho il timore che anche la visita presso uno psichiatra con i due soggetti e le loro storie famigliari non potrà dirimere il dubbio? E' così o ho interpretato erroneamente?

Grazie comunque e scusate se ho espresso male quelle che erano convinzioni di persone comuni in campo medico.
[#5]
Attivo dal 2007 al 2012
Psichiatra
Gentile utente,
sono completamente d'accordo con le opinioni espresse dal collega ed amico Dr. Presta.

Cordiali saluti
Giuseppe Ruffolo

www.psichiatria-online.it
[#6]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Gentile utente,

la visita da uno psichiatra serve a chiarire le posizioni gia' espresse attraverso esempi piu' concreti.
Non e' stato identificato il gene della malattia ma non e' possibile parlare di dominanza o recessivita' quanto piu' della valutazione dei numerosi fattori intervenenti prima durante e dopo l'insorgenza della patologia.

Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero

http://www.francescoruggiero.it
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