Una latente depressione

Sono una donna di 46 anni. Per circa 20 anni ho sofferto di ansia e di attacchi di panico che sono stati curati in modo saltuario con benzodiazepine e che ho imparato a gestire da sola. Sotto quest'ansia, tuttavia, c'era sicuramente una latente depressione. Me ne rendo conto ora perchè da febbraio sono veramente depressa. Due anni fa ho avuto un attacco di panico e dopo vari accertamenti medici lo psichiatra che mi aveva in cura mi ha prescritto 1 cpr di efexor 75 mg a rilascio prolungato e tre dosi di xanax (0,50-0,50-0,25), la sera assumevo anche 0,50 mg di Risperdal. A settembre, poichè ero piuttosto ingrassata, sebbene stessi abbastanza bene, lo psichiatra mi ha fatto sospendere di botto la terapia: ciò in concomitanza con un fine anno 2006 per me piuttosto stressante sia dal punto di vista lavorativo che familiare. Ho cominciato ad avvertire sintomi di stanchezza, di ansia finchè alla fine di gennaio 2007, nonostante fossi seguita settimanalmente anche da una psicoterapeuta (che non ha saputo cogliere i sintomi incipienti della depressione), sono crollata con una sintomatologia ansiosa, ma prevalentemente depressiva. Lo psichiatra mi ha ripristinato la precedente terapia per 5 settimane, ma non c'è stato alcun miglioramento, poi mi ha prescritto lo xeristar 60 mg per 2 settimane, raddoppiandolo a 120 mg alla terza settimana (anche in questo caso senza miglioramento alcuno). Sono andata quindi da un neurologo che, dopo una settimana di terapia di "uscita", mi ha somministrato gradualmente, a partire dall'8 aprile, la mattina topamax 25 mg, tavor 1,25 mg, zoloft 100 mg, laroxyl 7 gocce, a pranzo laroxyl 7 gocce, topamax 25 mg, xanax 0,25 mg e a cena laroxyl 7 gocce, topamax 50 mg, tavor 1,25 mg, risperdal 1 mg. I miglioramenti che ho notato sono molto lievi, anche se chi è intorno a me mi dice il contrario. L'umore rimane molto basso, ho frequenti crisi di pianto, l'ansia è abbastanza presente e la mia condizione non mi consente di lavorare, tenuto anche conto che ho un lavoro di notevole responsabilità. Vorrei sapere se la cura che sto seguendo è giusta e quali sono le tempistiche per valutarne gli effetti, atteso che, se leggo su alcuni libri o anche su Internet, nel giro di poche settimane si dovrebbe già stare meglio.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Gentile utente,

ha fatto delle variazioni di terapia troppo repentine, avrebbe dovuto attendere che lo xeristar funzionasse per bene, ora non le resta che attendere altre settimane anche se personalmente sono in disaccordo con le terapie "di tutto un po' "


Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero

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Attivo dal 2007 al 2012
Psichiatra
Gentile utente,
la "gestione" della sua terapia farmacologica sembra esser stata, almeno a tratti, un po' troppo "frettolosa".
La tendenza alla ricorrenza degli episodi depressivi dovrebbe, a mio avviso, suggerire la ricerca di eventuali fasi contropolari, precedenti o successive la comparsa delle manifestazioni depressive; per fase contropolare intendo eventuali periodi caratterizzati, ad esempio, da una certa euforia, iperattività, ridotto bisogno di sonno, sensazioni di benessere "speciale", aumento delle spese etc.
Se così fosse dovrebbe essere presa in considerazione la necessità di introdurre stabilizzanti del tono affettivo, in associazione o alternativi al topiramato.
Per quanto riguarda le benzodiazepine, è raccomandabile un uso limitato nel tempo (4-6 settimane) in quanto l'impiego continuativo può generare fenomeni di assuefazione e dipendenza/astinenza.

Cordiali saluti
Giuseppe Ruffolo
www.psichiatria-online.it
[#3]
dopo
Utente
Utente
Gentili dott. Ruffolo e Ruggero,
nel ringraziarvi per la pronta risposta, chiedo al dott. Ruffolo, quando si riferisce agli stabilizzanti del tono affettivo da introdurre in associazione o in alternativa al topiramato allude, per caso, ai sali di litio?

Distinti saluti
[#4]
Attivo dal 2007 al 2012
Psichiatra
Gentile utente,
i farmaci dotati di proprietà stabilizzanti l'umore sono diversi, i sali di litio rappresentano una delle opzioni terapeutiche.

La scelta dello stabilizzante da impiegare viene effettuata prendendo in considerazione variabili diverse quali, ad esempio, l'eventuale storia familiare (psichiatrica), il tipo di decorso (caratteristiche dei cicli), presenza di altri disturbi in comorbidità (ad esempio ossessioni, panico, disturbi alimentari) etc.

Cordiali saluti
Giuseppe Ruffolo
www.psichiatria-online.it
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