Il mio compagno assume lo xanax

salve, fra le risposte attinenti non ho trovato risposta ad una domanda che mi pongo da tempo. Il mio compagno assume lo Xanax da parecchi anni, ancora prima che lo conoscesso (quindi da minimo 10 anni!!!) lo fa regolarmente ogni giorno. Non so in che dosaggio, non ne vuole parlare, dice che è una cosa che DEVE prendere perchè prescritta per un problema di fluidità del sangue causata da un incidente occorso anni indietro. Non ammette in nessun modo interferenze in questo e rifiuta l'idea di farsi vedere da uno specialista. La cosa che mi sorprende di più è che da quello che ho letto, è un farmaco pericoloso che però in lui non mi sembra causi particolari probelemi. Solo qualche volta ha dolori di testa o annebbiamenti della vista ma null'altro di rilevante. Fa l'imprenditore ed è ogni giorno sottoposto a notevoli stress, Sinceramente non so cosa fare perchè ho letto che il farmaco provoca anca la morte. Ma come è possibile che lo prenda da anni senza accusare particolari disturbi? solo nelle ultime settimane mi ha detto (finalmente) che gli sembra che questo farmaco gli abbia dato assuefazione (!!!) Come potrei aiutarlo e cosa mi posso aspettare se continua?. Grazie molte se riuscirete a rispondermi.
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

xanax è un farmaco neuropsichiatrico, la fluidità del sangue non c'entra, forse sbaglia nome.
L'assunzione di xanax oltre le prime settimane induce assuefazione, per cui l'effetto iniziale è scarso/nullo. In compenso, si sviluppa una suscettibilità alla sospensione, per cui oltre a non essere consigliabile la sospensione brusca, la persona sperimenta come un segnale di disagio a distanza dall'ultima assunzione, e di sollievo quando assume la dose successiva, scambiando questo per la "necessità" di assumere lo xanax per una sua funzione terapeutica.
In più, si sviluppa un attaccamento al medicinale, per cui le persone che lo assumono da tempo non si fidano, né gradiscono sentir parlare di una graduale riduzione, e mettono spesso le mani avanti dicendo "non mi tocchi l'ansiolitico" oppure "non lo potrò mai smettere", "non penso di riuscire a non prenderlo", oppure "senza lo xanax non dormo" etc.
Queste convinzioni possono essere sia di matrice ansiosa che un modo per "difendere" un farmaco a cui si è attaccati per un effetto di pronto sollievo sperimentato all'inizio, e per quel che ne resta una volta che vi si è assuefatti, cioè il continuo su e giù tra iniziale astinenza e pronto sollievo di questa con la dose successiva.

Non capisco dove abbia letto che il farmaco provoca la morte, probabilmente ha letto in maniera allarmistica un singolo dato fuori dal contesto.

Innanzitutto la valutazione dovrebbe chiarire perché lo iniziò ad assumere, la maniera in cui lo ha continuato a fare, se a dosi costanti o con abuso, e se attualmente il disturbo di partenza è risolto o è "vivo". In secondo luogo si introduce una eventuale nuova cura per il disturbo; se il disturbo ormai non c'è più, si imposta uno schema per la disintossicazione da alprazolam, che non è cosa brevissima e così semplice come può sembrare, ma è fattibile sotto guida medica.

L'esposizione cronica a ansiolitici ad azione rapida può produrre nel tempo disturbi della memoria, della coordinazione motoria, peggioramento della capacità di controllare le reazioni emotive e aggressive, tendenza a "sobbalzare" in maniera ansiosa per contrattempi o imprevisti, umore cupo o apatico, specie in chi ne fa abuso con dosi superiori a quelle indicate.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio molto per la risposta. Avevo letto che provocava anche la morte da una risposta che ho letto e data da uno specialista del sito che rispondeva ad una domanda circa una persona che aveva fatto la scorta di questo farmaco. Probabilmente l'ho interpretata male. Comunque i disturbi alla personalità infatti ci sono anche se non molto marcati, davo la colpa solo allo stress lavorativo ma evidentemente c'è anche dell'altro. Può essere anche ciò causa di una specie di formicolio intenso che avverte all'altezza del cervelletto? anche questo gli capita a volte. Mi auguro che leggendo la sua risposta possa fargli capire che non deve più tergiversare ed affrontare il problema. Grazie mille.
[#3]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

forse facevano riferimento al sovradosaggio, più o meno in tutti i farmaci c'è scritta la stessa cosa, che il sovradosaggio può essere letale.

Tutti i sintomi che riferisce possono essere genericamente riferibili ad un cosiddetto "disturbo d'ansia", la cosa più importante per capire la situazione sono i sintomi umorali, d'ansia e il modo in cui la persona presenta la sua situazione e riporta queste sensazioni o disturbi.

Una visita psichiatrica è fatta apposta per chiarire questi stati e consigliare le cure da fare se persistono nel tempo.
[#4]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio e spero di riuscire a convincerlo a fare una visita .
Allergia ai farmaci

Allergia ai farmaci: quali sono le reazioni avverse in seguito alla somministrazione di un farmaco? Tipologie di medicinali a rischio, prevenzione e diagnosi.

Leggi tutto