Infatti in sede di psicoterapia non ne ho cavato nulla e ho lasciato perdere inquinato

Buonasera, espongo in maniera breve e precisa la situazione..
Tutto questo dura da 7 anni con l esordio di malessere. Fisico caratterizzato da capogiri, forte stordimento e mancamento che ad oggi, nonostante abbia fatto valutare la cosa da specialisti quali orl, neurologo e psichiatra, non ho mai risolto.
Semplicemente lo psichiatra ha detto che era psicosomatico (e ad oggi non ho ben chiaro cosa si intende) e prescrizioni di vari farmaci come paroxetina 20mg 2 al gg portata avanti per 1 anno
Escitalopram 20 mg 1 al gg x 1 anno
Cymbalta 120 mg x 1 anno
Laroxyl 40 gocce x 7 mesi
Sertralina 150 mg x 9 mesi
Citalopram20 mg x 5 mesi
Ma apparte gli effetti paradossi e collaterali alcuni spariti col proseguo della cura altri invece solo dopo la sospensione dei farmaci che anzi che migliorare hanno peggiorato, non ho visto uno straccio di miglioramento.
Preciso inoltre che non mi sono mai sentito ansioso patologico o depresso.
Ne ora ne in passato, assenza di varie patologie pregresse, psichiatriche e non.
Non uso droghe e sono astemio.
Non riconosco alcuna causa psicologica a questo, infatti in sede di psicoterapia non ne ho cavato nulla e ho lasciato perdere inquinato improduttiva.
Dopo anni sono venuto a sapere che considerate le somatizzazioni, l ansia etc il frutto di una chimica alterata e il farmaco ha il compito di ristabilirla..
Dal mio medico sono riuscito a sapere che attraverso alcune analisi del sangue e possibile analizzare i livelli di serotonina dopamina etc.
Ad essere sincero non credo piu alla diagnosi posta, ho mollato lo psichiatra perché dopo esserci accaniti in visite e farmaci non si va oltre..
Secondo la teoria dello squilibrio chimico, se valutassi i livelli sopra citati e dovessero essere ok, immagino che la causa sia da cercare altrove?
non si se possa esservi utile ma dalle analisi del sangue alla sezione tiroide e apparso in piu occasioni il valore degli antimicrosomi tiroidei elevati...per il resto sempre ok..
Cosa mi dite in merito?
Grazie per la vs partecipazione...
[#1]
Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
per quanto riguarda gli anticorpi antimicrosomi tiroidei, consulterei uno specialista in immunologia. Alcune malattie immunologiche possono presentarsi coi sintomi simili a quegli che Lei ha descritto all'inizio (capogiri ecc.). Questo non esclude la comorbilità dal punto di vista psichiatrico.

Dr. Alex Aleksey Gukov

[#2]
dopo
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Sono in attesa di fare una visita endocrinologia prescritta dal medico vista la non risposta ai trattamenti citati
Cosa intende per visita immunologica? Non sono ferrato in materia.
Comprendo anche il discorso della comorbilita, ma a questo proposito lo specialista che ha parlato di sintomo psicosomatico non ha mai posto una diagnosi standard e lo stesso il secondo al quale ho chiesto visita.
A questo punto mi e vi chiedo cosa si intende per sintomo psicosomatico?
Che in parole spicciole lo sto inventando?
In ultimo, e poi mi congedo, puo gentilmente rispondere alla domanda riguardante il controllo delle catecolamine in merito alla sintomatologia?
Essendo giovane vorrei quantomeno lenire questo sintomo che, giuro, non e inventato,e continuo con alti e bassi 24h/24
Valutando in rapporto benefici/effetti negativi dei farmaci, la bilancia pende per gli effetti collaterali peggiorando il tutto.
La ringrazio per la risposta, vista anche l ora un Po tarda e confido in una sua risposta.
[#3]
Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,

<<Sono in attesa di fare una visita endocrinologia prescritta dal medico vista la non risposta ai trattamenti citati.>>

- Mi sembra corretto.

<<Cosa intende per visita immunologica?>>

- L'immunologo si occupa delle malattie auto-immuni: quelle nelle quali è coinvolto il sistema immunitario che può reagire contro le cellule e gli organi dello stesso organismo. Gli anticorpi anti-tiroide ne sono un esempio. In realtà, come reperto isolato, non è detto che costituiscano una malattia, ma possono esserne anche un segno. In queste malattie è tipico l'interessamento di più organi, per cui la funzionalità della tiroide può essere alterata o anche normale, mentre non si può scartare a priopri che ci sia l'attività "auto-immune" anche a livello degli altri organi e sistemi (ad esempio, a livello dei vasi sanguigni, degli organi di senso o strutture nervose irrorate dai vasi, ecc.). Nelle stesse malattie possono aver luogo anche i sintomi generali, come (non attribuibili al funzionamento di un unico organo, ma alla risposta complessiva dell'organismo). Visto il dato degli anticorpi anti-tiroidei, potranno essere utili (su eventuale decisione dello specialista) gli accertamenti più specifici nell'ambito di immunologia. Comunque, se la patologia verrà riscontrata a livello della tiroide, è importante in ogni modo l'endocrinologo.

<<..cosa si intende per sintomo psicosomatico? Che in parole spicciole lo sto inventando?>>

- Non che Lei se lo sta inventando (questo avrebbe un altro nome). "Psicosomatico" può avere vari significati. Nel senso stretto, si riferisce a quei sintomi "fisici" e a quelle malattie "fisiche" nell'insorgenza dei quali e nell'esacerbazone dei quali partecipano sia meccanismi "fisici" che "psichici". Esempi: le crisi d'asma possono essere scatenate o peggiorate dall'ansia; in molte malattie della cute, nelle cosidette malattie "reumatiche" e immunologiche (alle quali ho accennato prima) lo stress psichico è uno dei fattori scatenanti e peggiorativi importanti; le micro-ulcere dello stomaco possono insorgere su base della risposta ripetuta dell'organismo allo stress (sotto l'azione dell'adrenalina), ma più facilmente nello stomaco già fragile per altri motivi "fisici"; anche nella malattie dell'intestino lo stress gioca un ruolo importante. Sono solo alcuni esempi, i più classici. In teoria, la costellazione dei fattori sia "fisici" che "psichici" può esserci in una malattia di qualsiasi organo o apparato. Anche a livello degli organi di senso (ad es. quelli deputati al senso di equilibrio).


"..domanda riguardante il controllo delle catecolamine in merito alla sintomatologia..""

<<..Dal mio medico sono riuscito a sapere che attraverso alcune analisi del sangue e possibile analizzare i livelli di serotonina dopamina etc...>>

- Esistono alcune analisi che vengono eseguiti solitamente solo nel contesto delle ricerche scientifiche e non a scopo clinico, che permettono di misurare, ad esempio, nelle urine o nel sangue i livelli dei metaboliti (prodotti di disfacimento) delle "monoamine" (catecolamine: adrenalina, noradrenalina, dopamina; indolamine: derotonina, ecc.). Può essere un indice abbastanza indiretto dell'attività delle sostanze originali, le quali (le sostanze originali) sono difficili da dosare, perché hanno una vita molto breve e, più che nel sangue, sono presenti soprattutto nelle sinapsi che collegano fra di loro i neuroni o altre cellule. I metaboliti (i prodotti di disfacimento) hanno una vita più lunga e sono più dosabili. Tali esami hanno comunque un valore clinico limitato, eccetto le situazioni nelle quali si sospetta un'assunzione dall'esterno o una produzione dall'organismo stesso di tali sostanze o delle loro analoghi in quantità significative, ad esempio, nel caso dei tumori che secernono le catecolamine (in questo caso, l'adrenalina viene dosata anche nel sangue). Al giorno d'oggi, tali esami sono stati utili soprattutto nella diagnosi di alcune malattie "fisiche" e non delle malattie "psichiche".

<<..Secondo la teoria dello squilibrio chimico, se valutassi i livelli sopra citati e dovessero essere ok, immagino che la causa sia da cercare altrove?..>>

- No. Inanzittutto, la "teoria dello squilibrio chimico" viene interpretata talvolta in modo sbagliato, troppo "alla lettera", in particolare la parola "squilibrio" trae in inganno. Spiego. Nella genesi delle manifestazioni delle malattie psichiche molto probabilmente partecipano i "malfunzionamenti" (direi così) a livello biologico, però può trattarsi di malfunzionamento non solo a livello della produzione in eccesso o in difetto di una sostanza messaggera (ad es. la dopamina o la serotonina), ma anche a livello dei recettori sensibili a tali sostanze che sono situati sulle cellule bersagio e che sono essenziali perché tali sostanze abbiano loro effetti. I "malfunzionamenti" possono riguardare anche i meccanismi di disfacimento delle sostanze messaggere. Addirittura, è più una regola che un'eccezione, che tali "malfunzionamenti" riguardano più sostanze messaggere e non solo una. Inoltre, anche nella popolazione non affetta da malattie psichiche ci sono molti "varianti" di funzionamento di tali sistemi.

Le malattie psichiche si può cercare di spiegare con "il difetto" o con "l'eccesso" di qualche sostanza chimica solo in alcune malattie, che in realtà, a questo punto non sono prettamente psichiche, ma "organiche". Invece nelle malattie psichiche nel senso stretto tali spiegazioni hanno senso solo "didattico", per dare un'idea generale, ma non più di questo.

Ovviamente, se gli esami suddetti venissero fatti e fossero negativi, questo non esclude le malattie psichiche. Nello stabilire la diagnosi di una malattia psichica hanno il valore soprattutto l'esame clinico e l'osservazione clinica della persona, l'analisi dei sintomi, del decorso della malattia e della storia della persona: il tutto fatto dallo specialista psichiatra.

A proposito del lavoro degli psichiatri, il "disturbo psicosomatico" non mi sembra sufficiente come una diagnosi psichiatrica: Non è un disturbo, ma è un nome della categoria dei disturbi, abbastanza vasta. Espresso così, avrebbe senso, secondo me, solo se riferito ad un disturbo "fisico" diagnosticato. Bisogna chiedere al Suo psichiatra di fare una diagnosi psichiatrica più precisa e spiegarLe che cosa intendeva lui per il "psicosomatico".
[#4]
dopo
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
La ringrazio molto per l esaustiva spiegazione che mi ha fornito.
Riprendendo il discorso diagnosi, nessuno dei due nell arco di 7 anni ha espresso una diagnosi standard, nonostante abbia chiesto piu volte, considerando anche la presenza di prescrizioni farmacologiche, ma entrambi si sono limitati a dirmi che era una somatizzazione.
Quando ho chiesto cosa significasse ho avuto la risposta tipi: l ansia cre questo sintomo..
Ma quando ho ribadito di non sentirmi ne ansioso, teso, nervoso, irrequieto, apatico o triste mi ha risposto che infondo lo siamo tutti...
Il secondo mi ha detto che era psicosomatico (visto anche l assenza di cause fisiche) e che il disturbo consisteva in questo.
Ma se così fosse come mai non ho risposto positivamente ad alcun medicinale? Nonostante mi sia attenuto rigorosamente alle prescrizioni?
E un disturbo cronico, inteso come tamponabile ma non guaribile totalmente?
Mi scuso per aver abusato della sua gentilezza e pazienza e le auguro una buona giornata.
[#5]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

"psicosomatico (e ad oggi non ho ben chiaro cosa si intende)"...come Lei infatti nessuno. Era solo un concetto mai definito in termini biologici, diciamo che somatoforme rende meglio l'idea, ovvero sintomi corporei o riferiti al corpo che si producono in condizioni cerebrali particolari, espresse anche ma secondariamente nella presentazione con sintomi mentali.
Somatizzazione ha un significato diverso, e si riferisce alla modalità di esprimere disagio indicando il corpo come sede del disagio.

Detto questo, sarebbe meglio che facesse definire una diagnosi, altrimenti non si riesce a comprendere il criterio di scelta di eventuali medicinali, e soprattutto a stabilire se non hanno funzionato perché non potevano o perché non erano specifici per quel disturbo.

In teoria le dosi e i medicinali potevano adattarsi ad una depressione, alcuni ad un disturbo ossessivo, alcuni ad un disturbo di panico o di ansia generalizzata, ma la scelta successiva la farei cercando di partire da una diagnosi meglio codificata.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini