Ritornano i pensieri

Buona sera dottori
Mi faccio di nuovo viva perché come sempre sono preoccupata …
Vi aggiorno con la mia cura che comprende 5 gocce di serenase 10mg/ml, abilify 30 mg fluoxetina 20 mg e 150 mg di haldol decanoas fatta il 9 c.m. e da rinnovare il 26 c.m. a 100 mg se starò meglio
Questa cura mi ha fatto credere che tutto ciò che pensavo fosse finto. In realtà ho pensato che Loro mi avessero lasciato in pace e pian piano ho dimenticato tutto.
La mia psichiatra ha pensato bene di provare a ridurmi i farmaci nel seguente modo
1 cpr e mezza di abilify e togliere le gocce scalandole di una a settimana.
Ho provato a farlo ma dopo un paio di giorni di nuovo i pensieri mi sono tornati in testa . Allora ho ripreso tutto alle dosi precedenti come mi era stato detto dalla dottoressa.
Oggi sono preoccupata perché poco fa i pensieri mi sono ritornati e al solito mi dicono cose orrende…
Che posso fare?
Io non ce la faccio più a stare così!
Possibile che non posso ridurre minimamente la terapia che subito sto male?
Possibile che la dovrò tenere a vita?
Vi ringrazio delle vostre risposte
[#1]
Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile ragazza,
è possibile che la strada verso la ripresa sia anche molto lunga, le malattie psichiche sono spesso così.
Non bisogna però mai disperarsi. Importante che c'è lo specialista che La accompagna e che la strada sia giusta. E' stata poi fatta la diagnosi ?

Dr. Alex Aleksey Gukov

[#2]
dopo
Attivo dal 2011 al 2015
Ex utente
Grazie Dr Gukov per la risposta.
Il fatto che la strada sia molto lunga non mi aggrada visto che sono 8 anni che sto male. Mi abbatte tantissimo. Vorrei uscirne fuori subito invece peggioro ogni giorno che passa, non ce la faccio più.
Non mi è stata fatta una dianosi chiara anche se l'ho chiesta diverse volte.
[#3]
Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Uscirne subito verosimilmente non si può. Lo vede anche Lei stessa. Nel "uscirne" bisogna però distinguere fra:

- il compenso della malattia (che è importante per proseguire il percorso della vita, che è normale aspettarsi e che siete riusciti ad ottenere con la terapia farmacologica);

- la "guarigione completa" (ma bisogna capire quale disturbo è, cosa vorrà dire in questo caso la guarigione "completa" e se il disturbo consiste solo nei "pensieri"); poter stare libera dai sintomi più disturbanti senza dover per questo assumere i farmaci noi possiamo percepire soggettivamente come "averne usciti", ma in realtà NON sempre significa essere guariti;

- "uscirne fuori subito" come l'impazienza, l'impulsività, l'intolleranza all'attesa e al dover soffermarsi "troppo" per capire a fondo il problema (?).

La diagnosi è importante: può almeno mettere in chiaro le cose. Con la terapia che sta facendo la diagnosi doveva essere già fatta. Ma è possibile che Lei abbia paura della dagnosi ? (e non la vogliano comunicare a Lei per questo motivo ?).

Lei scrive:
"Questa cura mi ha fatto credere che tutto ciò che pensavo fosse finto. In realtà ho pensato che Loro mi avessero lasciato in pace e pian piano ho dimenticato tutto".

Con la parola "Loro" a chi si riferisce ?

"... i pensieri mi sono ritornati e al solito mi dicono cose orrende…"

Da dove arrivano questi pensieri ?
Sono i Suoi pensieri ? D chi sono ?
Se "dicono" le cose, come riesce a sentirli ? Hanno una voce ? Da dove arriva ?
Quali "cose orrende" dicono ?
[#4]
dopo
Attivo dal 2011 al 2015
Ex utente
Vorrei tanto non avere più bisogno dei farmaci, vorrei tanto che niente fosse successo...
Il fatto è che non trovo un motivo, un problema perché tutto questo sia successo a me. È orribile vedere il proprio mondo che cambia da un giorno all’altro senza un motivo apparente. È proprio questo non riuscire a trovare una motivazione mi turba tantissimo…
Anche io penso che la diagnosi sia importantissima, almeno anche solo per mettermi il cuore in pace. Si, forse ho un po’ paura di quello che mi può dire la mia psichiatra e forse non credono che sia di vitale importanza che io la sappia. Insomma forse è meglio prima che io stia bene e poi magari me la diranno-
Lei mi chiede a chi mi riferisco con la parola Loro … vorrei sempre evitare di parlare di Loro per non ricaderci.
Loro sarebbero coloro che dominano il mondo, non so che faccia hanno, non so chi sono, per me potrebbero anche controllare questo sito e io sto scrivendo perché non riesco a bloccarmi, perché sono “controllata”
I pensieri mi vengono inviati da Loro, arrivano da Loro. Non sono miei anche se vogliono farmi credere che lo siano, ma capisco che non sono miei perché è come se si esprimessero con una voce diversa, li sento proprio estranei e introdotti dall’esterno.
In questi ultimi giorni mi hanno solo detto di suicidarmi e mi hanno detto che se non lo faccio io me lo faranno fare Loro. Prima mi dicevano sempre questa cosa però erano più insistenti. Mi dicevano anche che il cibo era avvelenato, che dalla doccia invece dell’acqua sarebbe caduto dell’acido… insomma non ho vissuto molto bene da gennaio a ora…

[#5]
Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Certo che non è Lei, ma è la manifestazione della malattia della quale Lei è affetta.

Coi limiti di un consulto via internet, penso che potrebbe trattarsi delle allucinazioni auditive. E' uno dei "sintomi psicotici", che può essere presente nei disturbi psicotici nel senso stretto (come, ad esempio, la schizofrenia), nelle fasi più acute dei disturbi di umore (in alcuni di tali casi il contenuto delle voci o dei "pensieri" può essere correlato con lo stato d'animo), nelle malattie cerebrali "organiche" (di interesse neurologico), nel contesto o in seguito all'uso di alcune sostanze, e, potenzialmente, anche nelle altre situazioni.

La diagnosi è importante. Trattandosi di una persona giovane, sarebbe importante un approfondimento a pieno campo. E' difficile dire quale di queste diagnosi è migliore. Dire ad esempio, che la schizofrenia, come malattia, è peggio di un disturbo di umore in realtà non si può, perché in un disturbo di umore, a secondo della fase del disturbo, la capacità di autocontrollo può essere minore e, se un disturbo di umore non è riconosciuto o se è trascurato, ciò può portare alle conseguenze abbastanza gravi.

Per cui, non bisogna lasciarsi trasportare, nei propri timori, dai luoghi comuni. Bisogna avere la diagnosi obbbiettiva. Se i Suoi curanti non la comunicano, provare a chiedere l'aiuto magari al primario dell'ambulatorio. Importante se Lei è pronta ad ascoltarla.

Se si trattasse di un disturbo psicotico nel senso stretto (ad esempio, la schizofrenia; quello che, come mi sembra, Lei teme di più) in realtà non significherebbe l'assenza del potenziale autocontrollo sulla malattia. Ciò dipende dalla forma particolare della malattia, dalla consapevolezza della malattia, dalle capacità personali.

Nella replica precedente ho scritto anche:
"uscirne fuori subito" come l'impazienza, l'impulsività, l'intolleranza all'attesa e al dover soffermarsi "troppo" per capire a fondo il problema (?)".

Che cosa ne pensa ?

Al giorno d'oggi, nei disturbi psicotici viene posto l'accento sulla cura farmacologica come l'unica efficace e viene dato poco credito alle capacità personali.
In realtà, la cura farmacologica è spesso indispensabile, ma le capacità personali contono anche, almeno come un fattore aggiuntivo, ed esistono anche le rispettive scuole di psicoterapia. Per nominare solo i filono più grossi, esistono le rispettive diramazioni sia nella scuola di psicoanalisi che in quella cognitivo-comportamentale. Ed esistono anche gli approcci orientati in modo specifico al rapporto della persona con le "voci" (o, nel Suo caso, "pensieri"). Fra questi, alcune metodiche che portano avanti le associazioni degli "uditori di voci" che esistono a livello internazionale e nazionale. A grandi linee, uno dei loro principi è che la dominanza delle voci sulla persona non è scontata, e questo rapporto di dominanza si può modificare. Vista la Sua situazione complessa, piuttosto che buttarsi da sola in questa ricerca, secondo me, conviene essere consigliata e guidata dal vivo dallo specialista (anche perché questi "pensieri" sembrano di essere il sintomo più invalidante, ma forse non è l'unico e non è detto che già nella fase attuale Lei sia pronta a lavorarci sopra). Lascio qui un link alla pagina dell'associazione internazionale, dove si trova anche il recapito del filiale nella Sua città: http://www.intervoiceonline.org/about-intervoice/national-networks-2/italy

Le consiglio di parlarne con i Suoi curanti.

[#6]
dopo
Attivo dal 2011 al 2015
Ex utente
Rispondo innanzitutto alla sua domanda
Un po’ di impazienza c’è, non tollero stare male. Però vorrei capire il perché almeno per non rischiare di ricaderci di nuovo in futuro.
Faccio psicoterapia da quando ho iniziato a stare male ma ho cambiato terapeuta diverse volte. Lavoriamo su altro e non su questo problema delle “voci”, lavoriamo in breve sui rapporti con i miei famigliari, in particolare mia madre.
Non avevo mai pensato di chiedere al primario chiederò nuovamente alla mia psichiatra se non mi risponde vedrò di chiedere al primario e magari dopo che scoprirò qualcosa in più accennerò all’associazione che mi ha consigliato
La ringrazio vivamente
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