Psichiatria

Sono un ragazzo di 22 anni. Circa 20 giorni fa, di sera verso le 23 e 30, stavo guardando la tv. Improvvisamente ho sentito una grande confusione in testa accompagnata da una leggera tachicardia. Quest’episodio mi ha provocato, come posso dire, una sensazione di estraneazione involontaria dalla realtà, io sono cosciente che tutto ciò che mi circonda è reale ma è come se la mia mente stesse aspettando solo il momento per risvegliarsi da un brutto sogno. Avevo già avuto nei mesi precedenti episodi simili ma che avevano avuto la durata solo di pochi secondi e a cui io non avevo dato peso. Questa volta invece non è andata così perché ormai da venti giorni non riesco a liberarmi da questa sensazione che nella giornata a volte diventa maggiore o minore ma non scompare mai del tutto. Sempre dallo stesso periodo ho una strana febbre (36.5 appena alzato, a salire fino a un massimo di 37.5 all’ora di pranzo e a scendere fino a 36.2 verso le 22), ho effettuato le analisi del sangue e delle urine e non ci sono problemi (ho la ves a 2). Non riesco a capire se questa sensazione è dovuta ad un fatto fisico o è soltanto una mia costruzione mentale.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente,

andrebbe esplorata anche la funzionalita' tiroidea comprensiva di anticorpi, e credo che l'emocromo sia stato fatto.
Ad ogni modo, questa sensazione personale che e' avvenuta puo' essere attualmente considerata come una condizione benigna.
La presenza di febbre dovrebbe far esplorare ulteriormente anche altre condizioni.
Oltretutto farei una valutazione cardiologica per escludere la presenza di fenomeni, anche benigni, responsabili di tachicardia.
In assenza di fenomeni patologici di rilievo, sarebbe utile una consultazione specialistica, soprattutto in presenza di persistenza di tali sintomi che nel frattempo potrebbero scomparire.

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Dr. Gabriele Tonelli Psichiatra, Psicoterapeuta, Perfezionato in medicine non convenzionali, Neuropsichiatra infantile 326 11
Se la sensazione che Lei ha provato è in una certa qual misura similare ad una sorta di anestetizzazione della percezione del corpo; ovvero anche alla sensazione di perdita di contatto con la realtà come se fra Lei e l'esterno si fosse improvvisamente interposta una sorta di filtro che anestetizza o sfuma tutte le sensazioni. Il tutto potrebbe fare parte di alcuni fenomeni a base psicologica. Non mancherei, tuttavia, di esplorare anche possibili cause organiche, come suggeritoLe dal collega che mi ha preceduto.

Cordiali saluti

Gabriele Tonelli

Dott. Gabriele Tonelli
Psicoterapeuta,Master in Psicopatologia e Scienze Forensi,Segr.Redazione PsychiatryOnline It,Medico di Categoria. C.T.U.

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dopo
Utente
Utente
Depersonalizzazione e mononucleosi

Ho effettuato le analisi per la tiroide (mia madre e mia zia materna sono ipotiroidee) e sono risultate con valori nella norma (FT3, FT4, TSH, TIREOGLOBULINA).
La settimana scorsa ho anche effettuato il test per la mononucleosi. Il mio medico mi ha spiegato che dalle analisi (i valori li ho riportati di sotto) risulta che ho avuto la malattia di recente (ne è stata affetta anche una mia amica tra la fine di Febbraio ed i primi di Marzo) e che ora sono guarito ma al tempo stesso non sono immunizzato e che questa mia febbre non è altro che uno strascico della mononucleosi. Il fatto che ritengo alquanto paradossale è che durante la malattia non ho avvertito nessun problema mentre ormai da quasi quattro settimane ho sempre una strana febbre (36.5 appena alzato, a salire fino a un massimo di 37.5 all’ora di pranzo e a scendere fino a 36.2 verso le 22) accompagnata da questa sensazione di estraneazione dalla realtà.
IgG EBNA > 200 (<18 negativo – 18-22 borderline - >22 positivo) ANTIC.ANTI EBV-VCA IgG 91 (<18 negativo – 18-22 borderline - >22 positivo) ANTIC.ANTI EBV-VCA IgM 13 (<18 negativo – 18-22 borderline - >22 positivo) A. ANTI CYTOMEGALOVIRUS IgG < 15 (<15 recettivo - > 15 immune) A. ANTI CYTOMEGALOVIRUS IgM negativo ( <0.39 negativo – 0.40-0.49 borderline - >0.50 positivo)
Sono stato anche da un neurologo (che però non ha visto le analisi perché non erano ancora pronte) e gli ho parlato della mia sensazione di estraneazione dalla realtà che ancora oggi sussiste. Mi ha detto che si tratta di depersonalizzazione, poi mi ha parlato anche di nevrosi fobica. Mi ha prescritto XANAX ( 5 gocce la mattina, 5 a pranzo per una settimana poi solo 5 per un’altra settimana) e mi ha consigliato di recarmi il prima possibile da uno psicoterapeuta. Sto prendendo le gocce da una settimana ma non trovo alcun giovamento.
Alla luce delle analisi che il neurologo non ha visto e del fatto che l’inizio degli episodi di depersonalizzazione è coinciso con l’inizio della febbre vorrei sapere se le due problematiche possono avere un qualche collegamento, guarendo la febbre può guarire anche la depersonalizzazione, oppure i due problemi sono indipendenti l’uno dall’altro? E’ veramente solo la psicoterapia la soluzione per il mio problema?
Cordiali saluti
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Dr. Gabriele Tonelli Psichiatra, Psicoterapeuta, Perfezionato in medicine non convenzionali, Neuropsichiatra infantile 326 11
Non mi risulta che la febbre possa causare depersonalizzazione, fatto salvo che in caso di febbre molto elevata possano manifestarsi fenomeni simili a quelli da Lei descritti.
Per quanto riguarda la scelta della terapia: onestamente prenderei in considerazione l'idea di rivolgersi ad uno Psichiatra, prima che ad uno psicoterapeuta. Ciò al fine, intanto, di raffinare la diagnosi che Le hanno prospettato con una valutazione più approfondita di tutto il quadro psichico generale attuale ed in anamnesi. In seguito anche per una valutazione sulle strategie farmacologiche da adottare, può infatti essere che il Suo livello di "ansia" non sia tale da potere essere controllato tramite l'utilizzo di una benzodiazepina.

Cordiali saluti

Gabriele Tonelli
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
gentile utente,

il collega che mi ha preceduto le ha ben esplicitato quanto la sua condizione necessita di una diversa valutazione che e' quella psichiatrica, nel momento in cui sono state escluse, da chi l'ha visitata, altre cause.
Non sono d'accordo con la sua prescrizione di una benzodiazepina che sebbene giustamente fatta, a mio avviso non prende in considerazione la reale entita' del problema nel momento in cui le riferiscono una diagnosi come lei ha detto.
Per questi motivi la valutazione psichiatrica puo' consentire una diagnosi piu' precisa ed un trattamento adeguato alla sua condizione.