Confusione realtà - irrealtà

Salve. Sono molto confusa. Non capisco cosa mi è successo, e spero di avere qualche chiarimento a seguito di questo consulto. Ho provato a contattare il CSM ma essendo io una studentessa fuori sede, la trafila che richiede una visita psichiatrica mi sembra una pratica lunga, per quanto riguarda i privati costano troppo per le mie risorse e per quanto riguarda il pronto soccorso non ne percepisco l'urgenza. Le mie figure professionali di riferimento ai quali ho scritto qualche giorno fa non mi hanno ancora risposto. Per cui scrivo qui, e sarò grata di ogni risposta. Ho recentemente incontrato un uomo, di cui 4 anni fa mi ero innamorata. E' uno speaker radiofonico. Me ne sono innamorata 4 anni fa attraverso la radio, credevo che lui mi mandasse segnali d'amore cifrati attraverso le cose che diceva per radio, o attraverso le canzoni, persino le pubblicità. Gli ho telefonato qualche volta, alla radio, e abbiamo concordato appuntamenti ai quali lui non è mai venuto - io l'ho sempre interpretato come un segno di timidezza. Così io negli anni ho continuato ossessivamente a scrivergli, a mandargli poesie, regali, canzoni, a disseminare sul web messaggi d'amore ai quali ero convinta lui risalisse in virtù di una sorta di rapporto telepatico - null'altro per me ha avuto importanza negli anni passati. Lui non mi ha mai risposto direttamente, credevo preferisse rispondermi - sempre per timidezza - attraverso messaggi cifrati. Dopo l'ennesima email, recentemente lui mi ha chiesto di incontrarlo. Ma incontrandoci ho scoperto che era estraneo a tutto questo. Io gli sono stata fedele tutti questi anni, lui aveva altre relazioni; io ho vissuto del suo amore, ma per lui non ero niente e nessuno. Era tutto nella mia testa. In più, non sono riuscita nemmeno ad avere una relazione normale e reale con lui, perché nella realtà fisica non provo emozioni, non provo amore, non provo niente. Quando si è innamorato di me, nella realtà, dicendomelo faccia a faccia, il suo amore mi lasciava indifferente. Nella realtà, non sento gli altri. Provo solo qualcosa su un piano 'altro' - per il resto è come se fossi già morta. Non sono triste né felice, è semplicemente come se non esistessi veramente. Passo le mie giornate a fare cose senza scopo, in totale isolamento e non provo piacere per nessuna attività, se non bere, fumare e ascoltare la musica, misurandomi con ipotetici suicidi. Un tempo era diverso. Detesto andare in giro perché è come se gli altri mi leggessero nel pensiero - come se la mia mente fosse nuda - oppure è come se stessero sempre tacitamente commentando ciò che faccio, ad esempio che cammino troppo rumorosamente e cose di questo tipo.Quando ho incontrato quest'uomo, della radio,ogni volta che negava un nostro legame precedente al nostro incontro, mi dicevo che doveva essere impazzito, oppure semplicemente bugiardo. Piano piano mi sono resa conto che la realtà invece è questa. E allora cos'era ciò che ho vissuto - e ciò per cui sono vissuta- questi quattro anni?
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Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 220
Gentile utente
lei stessa riconosce che in quel periodo è vissuta alienata dalla realtà, almeno riguardo a quella persona. E' necessario che lei consulti uno psichiatra, che sicuramente potrà aiutarla. E' sicura che sia così difficile contattare il csm anche non essendo residente? Loro son lì per aiutare tutti.

Dr. Paolo Carbonetti
Specialista in Psichiatra
Specialista in Psichiatria Forense
Viterbo-Terni-

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dopo
Utente
Utente
Caro Dr. Carbonetti, grazie della Sua risposta.
Ho contattato il CSM dicendo che avevo diverse ragioni per supporre di necessitare di una visita psichiatrica, incluso il fatto che mi sentivo molto disorientata, e mi hanno detto che prima devo iscrivermi all'anagrafe sanitaria, e andarci con tutta una serie di documenti che non credo nemmeno di avere, e dei quali non ho mai sentito parlare, eccetto la tessera sanitaria, che ad ogni modo ho perduto quando mi hanno rubato il portafoglio. Oltretutto la burocrazia mi spaventa molto. Dopodiché - anche avendo superato questo primo passo - bisogna farsi affidare un medico curante, e andare da lui - così mi è stato detto. Secondo l'operatrice del CSM, il medico curante deciderà se io ho solo "bisogno di parlare" - così mi è stato detto - o se invece ho un reale bisogno di vedere uno psichiatra. In alternativa, mi ha detto di andare al pronto soccorso, ma né l'una né l'altra opzione mi sembrano completamente adeguate alle mie attuali necessità.
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Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 220
Mi dispiace per questi intoppi burocratici. Non voglio entrare nelle sue cose private, ma ha preso in considerazione la possibilità di rientrare per un po' nella sua città di residenza e farsi visitare lì?
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dopo
Utente
Utente
Grazie ancora della Sua risposta. No, non l'ho preso in considerazione perché l'ambiente nel quale dovrei risiedere mi suscita un acuto senso di essere infinitamente odiata e conseguentemente un disagio intollerabile.