Psicofarmaci: qual è la normalità??

Buongiorno,
vorrei raccontarvi il mio caso e fare delle domande finali.
Sono una donna di 33 anni, sposata, con due bambine, una di 6 anni e mezzo, l'altra di 5 anni e mezzo.
Ho sempre, fin da piccola, avuto dei momenti di tristezza, di malinconia, di "stranezza".
La prima vera crisi l'ho avuta a 23 anni ed è durata circa due anni. Ho sofferto di attacchi di panico frequenti e crisi depressive profonde. Per un anno - da 24 a 25 anni - ho preso prima una e poi due compresse di zoloft con la terapia pricoterapeuta.
A 25 anni ho sospeso tutto poichè sono rimasta incinta. I primi 4 mesi sono stata malissimo (anche per la situazione non proprio rosea in generale), il tutto poi si è sistemato per il meglio e ho cominciato a sentirmi meglio. Fino a quando non ho avvertito più nessun disturbo nè fisico e nè mentale, sono stata benissimo, serena, felice. ho partorito e subito dopo sono rimasta nuovamente incinta. ho continuato a stare bene fino a circa 2 anni dopo dall'ultimo parto.
Quindi arrriviamo che avevo 30 anni che ho avuto una leggera ricaduta. Dico leggere perchè rispetto a quella avuta anni prima soffrivo meno di attacchi di panico. Così ho ricominciato la psicoterapia.
Ora sono ancora in psicoterapia. Il mio psichiatra mi ha diagnosticato un disturbo depressivo bipolare ciclico continuo. (??)E' da circa un anno e mezzo che prendo:
15 mg di cipralex e
200 mg di gabapentin (litio).
Il 9 agosto di questo anno ho sospeso la cura farmacologica perchè ero incinta. Purtroppo la gravidanza non è andata avanti per un aborto interno. Ho fatto il raschiamento ma le medicine ancora non le prendo.
Perchè? Perchè voglio vedere se ce la faccio a vivere senza far uso dei medicinali, perchè ho paura della loro dipendenza più psicologica che fisica, perchè non mi sento normale rispetto alle altre persone che non assumono psicofarmaci, perchè in sostanza non li accetto.
Purtroppo io non capisco più qual è la normalità
Alcune volte mi sento molto giù di umore, penso che non ha senso vivere. Vorrei morire subito, vorrei avere vita breve come i pesci. Vorrei che mi diagnosticassero una malattia con pochi giorni di vita. Poi mi dico che devo andare avanti per le bambine. Ma alcuni giorni il tempo non passa mai. Mi sveglio la mattina chiedendomi come farò per far arrivare la sera, così che possa dire "anche oggi è passata"...
Ma il mio è uno stato caratteriale? o devo farmi aiutare?
Ma le medicine aiutano davvero? o posso farne a meno?
Ma da questa "malattia" si può guarire oppure me la porterò avanti a vita?
Ma una persona che assume antidepressivi si può definire normale?
Nel mio stato conviene aspettare prima di riprendere i farmaci?
Alcune volte ho paura di impazzire, è possibile?
Alcune volte sono così stanca...
grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 988 248
"Perchè? Perchè voglio vedere se ce la faccio a vivere senza far uso dei medicinali, perchè ho paura della loro dipendenza più psicologica che fisica"

E' un controsenso. Lei dovrebbe essere sollevata di poter dipendere dalle medicine per controllare una malattia potenzialmente grave, invalidante e a rischio di varie complicazioni. Se poi non crede che la diagnosi sia quella, chieda un altro consulto, ma il disturbo bipolare (non depressivo bipolare, semplicemente bipolare) è sempre ciclico o continuo. La domanda sullo stato caratteriale è oziosa; che significa ? Lei ha avuto dei disturbi, le medicine le ha prese, le sono state utili si o no ? Se lei soffre di una malattia che non tende alla guarigione, ma anzi lasciata a sé si aggrava, che senso ha inventarsi la dipendenza dalle medicine: se mai dipende dalla malattia. Le medicine quando va bene tengono la malattia dormiente e le permettono di vivere come una persona normale, appunto. Quindi se lei ha vissuto come una persona normale, adesso perché sceglie di correre rischi inutili, oltretutto senza informare la persona che l'ha in cura. Lei va dietro questa idea nata male, sapendo benissimo che lo psichiatra se direbbe che è sbagliato: se pensa questo vuol dire che ha capito il meccanismo con cui agiscono le medicine, ma non lo accetta. Ma questo è un problema che deve risolvere pensando che è LEI che le prende per star meglio e avere una vita normale, non per compiacere nessuno.
Oltretutto lei adesso mi sembra in fase di ricaduta, tenga presente che ha avuto una interruzione di gravidanza, il che può incidere sul rischio di ricaduta, comunque probabilissima vista la diagnosi, in qualsiasi momento smettesse le cure. Si affretti a contattare il suo psichiatra per farsi dire come riprendere la terapia.


Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio infinitamente perchè ho ricevuto la risposta praticamente dopo meno di 5 minuti!!
Ho chiamato il mio psichiatra, mi ha detto di aspettare a riprendere la cura fino a mercoledì prossimo, giorno in cui ci rivedremo.
Volevo sottolineare che prima, giugno e luglio, quando prendevo i farmaci avevo comunque dei giorni in cui non stavo bene... perchè? Io ho paura che man mano devo sempre aumentare il dosaggio e quando arrivo alla dose max possibile da prendere, cosa faccio??
Il mio stato è quello di sentirmi frenetica internamente ma esternamente non faccio nulla, anzi sono totalmente apatica: mi sento priva di carica, priva di voglia di fare, non trovo un motivo per vivere, e penso che così non riesco a vivere! vorrei sentirmi l'adrenalina addosso!!!
Inoltre oggi lo psichiatra mi ha dato una risposta che mi ha lasciata dubbiosa in merito alla mia ex gravidanza... se vuole gliela racconto...
grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 988 248
"mi sento priva di carica, priva di voglia di fare, non trovo un motivo per vivere, e penso che così non riesco a vivere! vorrei sentirmi l'adrenalina addosso!!!"

Questo è il modo di sentire di una persona con costituzione ciclotimica, come ce l'hanno in molti. Il disturbo bipolare aumenta, anche quando sta bene, il divario tra come sta e come vorrebbe stare, per un effetto residuo alla fase euforica. La fase euforica per il cervello diviene la taratura normale, e questo disturba la capacità di riadattarsi ad un normale corso della vita.
I giorni non sono mai uguali gli uni agli altri, men che meno per chi ha un umore oscillante.
Questa fase di ora avviene però dopo sospensione di terapia e dopo interruzione di un processo ormonale che provoca dei rimbalzi (come nel caso della depressione post-partum).
In generale comunque la terapia non appiattisce l'umore, non elimina l'oscillazione fisiologica. Il litio funziona in un intervallo di dosaggio corrispondente alla litiemia, non è che si aumenta.
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dopo
Utente
Utente
Dr Pacini grazie ancora per la Sua disponibilità.
Tengo a precisare che il mio dottore non mi ha mai fatto eseguire delle analisi del sangue o altro, ma le 200 mg di litio (gabapentin) me le ha indicate lui.
Sarebbe opportuno eseguire o chiedergli di prescrivermi delle analisi? e quali? ci sono valori che possono rilevare degli stati depressivi, ansiosi o bipolari??
Inoltre una domanda: ma dal bipolarismo, e dalla depressione: si guarsice? o sono "condannata" a vita??
Grazie ancora!
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 988 248
Non conosco la sua diagnosi precisa quindi non posso farle prognosi.
200 mg di litio o di gabapentin ? Noto che anche all'inizio aveva messo questo valore 200 con entrambi i nomi di queste due medicine, il litio fra parentesi. 200 sembra un dosaggio da gabapentin (2 da 100). Il litio c'è da 150, 300 e 450, forse c'è un equivoco.
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dopo
Utente
Utente
Buongiorno dottore,
in effetti io pensavo fosse la stessa cosa! Io prendevo 200 mg di gabapentin (due compresse da 100. Ho parlato di litio perchè il mio psichiatra mi ha detto che questo medicinale apporta il litio.
Inoltre prendevo 15 mg di cipralex (una compressa e mezza).
E per qualche mese ho preso 8 gocce la sera e 8 gocce la mattina di bromazepam.
Ora è precisamente dal 10 agosto che non assumo più niente.
Come si fa a capire se si ha effettivamente bisogno di farmaci oppure se è uno stato caratteriale o di insoddisfazione da dover superare?
Ci si può "abituare ai farmaci"?
E soprattutto, bisogna prenderli a vita o posso anche guarire e non assumerli più??
Io non ho mai fatto nessun esame specifico (sangue e altro).
grazie ancora e mi scusi veramente se sono tante volte che la scrivo!
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 988 248
Il gabapentin contiene una molecola che si chiama appunto gabapentin. I sali di litio, nome commerciale carbolithium o litio carbonato, o quilonorm, sono tutta un'altra cosa.
Spero davvero che lo psichiatra non abbia detto che il gabapentin "apporta litio" perché vorrebbe dire che ha le idee molto confuse.
Per il resto, la diagnosi fatta con una visita stabilisce anche cosa attendersi (malattia cronica, disturbo caratteriale, ma sostanzialmente cambia poco anche il carattere è il risultato di una costituzione biologica). Poi questi aspetti, specie se ha un disturbo d'ansia, sono da discutere anche in base a come evolve la cosa sotto terapia e nel tempo.

Il disturbo bipolare è una patologia che si manifesta in più fasi: depressiva, maniacale o mista. Scopriamo i sintomi, la diagnosi e le possibili terapie.

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