Scalaggio elopram

Giorno gentili Dottori,prendo Elopram 20mg da ormai 3 anni e poiche' piu' andava avanti la terapia e piu' l'effetto ansiolitico diminuiva(rimanendo pero' intatto quello antidepressivo),ho deciso insieme alla mia nuova psicoterapeuta di scalare il dosaggio a 10mg.Sono ormai 3 giorni che ho ridotto il dosaggio e gli unici effetti da "astinenza" sono un forte aumento dell'ansia,durata ridotta del sonno e confusione mentale.Secondo la vostra esperienza,quanto tempo massimo possono durare questi effetti calcolando che sono 3 anni che prendo il farmaco?Dopo ritornera' tutto nella norma?Vi prego rispondete perche' sto abbastanza male!
Grazie!!!
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Gentile utente,

voglio sperare che la sua psicoterapeuta sia anche psichiatra o perlomeno medico.

Tutto ritornera' nella norma, deve solo attendere che l'effetto del farmaco si riduca in modo graduale eventualmente associando anche un ansiolitico qualora i sintomi siano troppo debilitanti.

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[#2]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

il ragionamento non mi sembra sensato: siccome l'effetto sull'ansia è minore di un tempo, dimezza la dose del farmaco. Io mi aspetterei, facendo questa manovra, un peggioramento dell'ansia.
Il farmaco in questione non produce assuefazione, e quindi astinenza alla sospensione, tantomeno se è una riduzione parziale.
Dal suo ragionamento manca però una parte che mi sembrerebbe invece la prima da discutere: se il farmaco vecchio non funziona più bene, con quale strumento si dovrebbe a questo punto ottenere un risultato più soddisfacente ? Con lo stesso farmaco addirittura dimezzato ? Con la sospensione totale ? O, peggio che mai come ragionamento, supponendo che la psicoterapia possa sostituire l'azione del farmaco e quindi consentirne l'eliminazione ?
Lei ha un disturbo con una diagnosi. Se il farmaco perde di efficacia nel tempo, oppure semplicemente il disturbo di aggrava, oppure subentrano fattori che aumentano i livelli di stress etc, sarebbe bene che un medico (magari lo stesso che glielo ha prescritto) le desse un'indicazione sul da farsi.
Altrimenti mi sembra che l'unica preoccupazione, paradossale e controproducente, sia smettere il farmaco scordandosi del disturbo.

Dr.Matteo Pacini
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[#3]
dopo
Attivo dal 2008 al 2009
Ex utente
Grazie davvero Dr.Ruggiero!!!
Caro Dr.Pacini,il farmaco in questione l'avrei dovuto scalare comunque perche' con la nuova psicologa dobbiamo lavorare sulle emozioni e come lei ben sapra' questi farmaci impediscono al paziente di entrare in contatto con le proprie emozioni!Non e' d'accordo?
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Gentile utente,

ha stabilito con la psicologa lo scalaggio del farmaco?

Le rammento che la gestione dei farmaci e' un atto medico e per questo deve essere fatta da un medico.

Questa cosa poi del contatto con le emozioni la ritengo una enorme sciocchezza.

Poi si regoli come meglio pensa per lei.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

Non sono d'accordo, perché in questi termini è davvero un messaggio fuorviante. Non è la prima volta che sento questa affermazione, è espressione di avversione da parte dello psicoterapeuta verso la farmacoterapia, cosa che denota una limitatezza di conoscenze che poi ricade purtroppo sul paziente.
I farmaci anti-ansia ovviamente controllando l'ansia patologica riducono questa "emozione".
Ribadisco che questa contrapposizione tra psicoterapia e farmacoterapia è anti-scientifica, i dati della letteratura indicano che le due terapia associate funzionano meglio (mediamente) delle singole, ammesso che su un determinato disturbo siano efficaci.
Se poi si sta riferendo a emozioni "non visibili" su cui si dovrebbe lavorare questi concetti cadono francamente fuori dal campo medico.
[#6]
Dr. Vito Fabio Paternò Psichiatra, Psicoterapeuta 586 22 3
Gentile utente,
in merito alla sua frase:
... "con la nuova psicologa dobbiamo lavorare sulle emozioni e come lei ben sapra' questi farmaci impediscono al paziente di entrare in contatto con le proprie emozioni!",...
Bene, se questo concetto è farina del suo sacco io non lo condivido, ma non mi permetto di dire altro.
Se invece come penso le è stato inculcato dalla Psicologa, bene le dica pura da parte mia di non dire "grandi sciocchezze".


Cordialmente
Dott. Vito Fabio Paternò

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[#7]
dopo
Attivo dal 2008 al 2009
Ex utente
Da quando prendo Elopram non mi sono piu' commosso davanti a un film,ho smesso di ascoltare musica perche' non mi trasmetteva piu' nessuna emozione,non mi sono piu' innamorato di una ragazza!Puo' bastare o devo andare avanti?
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Dr. Vito Fabio Paternò Psichiatra, Psicoterapeuta 586 22 3
Visto che ormai ha già deciso di sospendere la terapia, chiaramente continui pure.
Non è detto però che i sintomi che avverte adesso siano necessariamente "da astinenza" come la definisce lei, potrebbero essere invece sintomi che, non più controllati dal farmaco, si ripresentano come prima dell'inizio della terapia con Citalopram.
[#9]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Gentile utente,

imputare ad un farmaco la assenza di emozioni e' una cosa sbagliata.

Il farmaco e' cio' che la aiuta ad uscire dalla depressione e puo' anche essere che nel tempo lei abbia resettato le sue "emozioni" su altri fronti, oppure che il suo stato depressivo non sia stato compensato.

lei pero' non ha risposto alle mie domande in merito alla psicologa che le fa ridurre i farmaci, se cosi' fosse sappia comunque che sta compiendo un reato.
[#10]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

gli effetti che riferisce non sono "il farmaco e le emozioni", sono un possibile effetto di un tipo di farmaci su alcune emozioni.
Lei però faceva riferimento ad una interferenza con la psicoterapia, oltretutto senza specificare quale psicoterapia.
In questo senso era la mia risposta.
La presenza di ansia patologica, possibile nel caso in cui la terapia che funzionava sia invece sospesa, non credo proprio che faciliti alcun tipo di lavoro.
[#11]
dopo
Attivo dal 2008 al 2009
Ex utente
I motivi che mi hanno indotto a diminuire il dosaggio del farmaco non sono solamente l'inizio della psicoterapia e lo scarso effetto del farmaco sull'ansia ma ve ne sono molti altri:
1)L'eiaculazione ritardata si 'e trasformata col tempo in anorgasmia
2)Ho una pancia che sembro una donna incinta
3)Il prepuzio del mio pene e' pieno di tagli e ferite a causa della difficolta' a raggiungere l'orgasmo
4)Dovro' subire a breve un intervento di addominoplastica e non me la sento nel post-operatorio di sforzarmi troppo per raggiungere l'orgasmo tramite masturbazione
[#12]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Gentile utente,

lei ne ha discusso con il suo psichiatra oppure ha preferito fare da solo?

Ha avuto questa indicazione dalla psicologa o da altri?
[#13]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,
Il punto 1 è un effetto noto; il punto 2 penso si riferisca ad aumento di peso in regione addominale, che però al contrario non è attribuibile all'assunzione di elopram di per sé.
Ma non avete mai parlato con il suo psichiatra di trovare una valida alternativa a questo specifico farmaco ? Visto che poi ha avuto scarso effetto sull'ansia.
L'interferenza sessuale è un motivo degno di massima considerazione nel decidere cosa fare della terapia, specie quando non funziona bene.

L'inizio della psicoterapia non è invece un motivo comprensibile per decidere di ridurla e sospenderla.
[#14]
dopo
Attivo dal 2008 al 2009
Ex utente
Caro Dr.Ruggiero,ho preferito fare da solo perche' non ce la facevo veramente piu'.L'avrei dimezzato comunque anche senza il consiglio della psicoterapeuta.E cmq l'ansia ora mi sembra un po' piu' gestibile rispetto a prima che iniziassi la cura con citalopram.Siete grandi!
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