Apatia, crisi di pianto, nausea

Gentili dottori, sono una ragazza di 21 anni.
Da agosto ad ora ho avuto un crollo emotivo sostanziale, o almeno credo lo si possa definire così. Premetto che sono una studentessa fuori sede quindi non ho supporto diretto dei familiari e l'unica persona con la quale sono davvero legata è il mio ex ragazzo, tanto che lui per me quando stavam insieme era amico, confidente, fidanzato..ogni attimo della mia vita da aprile 2006 ad agosto 2008 l'ho vissuto insieme a lui. Ad agosto abbiamo deciso di comune accordo di interrompere la nostra relazione a causa di diversi problemi. Ho incominciato a star male però da quando lui mi ha detto, dopo 2 settimane dalla fine della storia, di aver avuto rapporti sessuali con un'altra ragazza, una collega di lavoro con la quale tutt'ora è amico e vede ogni giorno lavorandoci insieme. Dopo tale notizia ho incominciato a sentirmi come destabilizzata, ho perso gradualmente l'appetito. Il 29 agosto, 3 giorni dopo aver saputo ciò, ho sostenuto il mio ultimo esame all'università non superandolo poichè non ero concentrata, non riuscivo ad essere lucida vedendo così svanire il sogno della laurea in 3 anni precisi, la borsa di studio, la soddisfazione dei miei genitori (anche se questo non ha influito in quanto loro hanno continuato a sostenermi). Mi sono piano piano risollevata scrivendo la tesi, ho avuto lui vicino in quel periodo, come amico, ho avuto la possibilità di ridare l'esame e mi sono laureata in tempo. In questo lasso di tempo, da agosto ai primi di ottobre ho subito un dimagrimento di circa 8/10 kg, non voluto. Subito dopo la laurea sono stata per almeno una settimana molto bene, grande energia e grande voglia di fare. Nelle settimane successive, cioè dal 13/10/08 mi sono sentita sprofondare sempre più giù, ho incominciato a pensare di avere qualche disturbo alimentare a causa del mio scarso appetito e dalla sensazione di nausea costante che ancora adesso non mi abbandona. Mi è capitato di sentirmi come priva del mio corpo, di non riuscire quasi a respirare e di voler reagire senza riuscirci. Questa stessa sensazione l'ho riprovata il 12/11 dopo che il mio ex ragazzo si è laureato ed io ho preso coscienza del fatto che adesso è davvero staccato da me, non c'è lo stesso legame di prima, quando entrambi eravamo studenti e dovevamo laurearci, ora lui lavora ed io continuo a studiare, lui vive in casa ed io continuo a vivere nello stesso posto che con lui ho condiviso per oltre 2 anni. Ho incominciato ad avere una nausea sempre più forte e violente crisi di pianto seguite, anche a breve intervallo di tempo, dell'ordine dei minuti, da sensazioni di benessere generale, come se nulla fosse successo. Sono da sempre lunatica, ma mai stata a questi livelli...mi è capitato di non riuscire a dormire, di sentire il bisogno di avere qualcuno accanto a me durante la notte, semplicemente una presenza nella stessa stanza così come il bigogno di far fronte a questi momenti con qualcosa di materiale, come dei farmaci. E' la prima volta che provo delle sensazioni simili e sono terrorizzata dalla cosa, in particolar modo sono spaventata al pensiero che questo possa in qualche modo bloccare il mio proseguire gli studi, considerando che è ciò che in parte è successo al mio ex ragazzo, anche se lui è stato male per motivi diversi.
Non ho idea di come affrontare la cosa, spero che qualcuno mi dia un input in tal senso.
Grazie per l'attenzione.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente,

le sensazioni descritte corrispondono a fenomeni che attengono alla sfera dei disturbi dell'umore per la cui valutazione e' necessaria una visita specialistica psichiatrica.

Potranno essere valutate le cause non psichiche dei suoi problemi e comunque potrà essere indirizzata al meglio verso un trattamento specificico che potrò portare alla risoluzione di tutte le problematiche derivanti da questo momento difficile.

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Dunque,
io direi che innanzitutto è necessario accertare se ci sono i sintomi maggiori e caratteristici di un episodio depressivo, cosa che si fa con una visita psichiatrica.
Il fatto che lei lo metta in relazione a questi problemi di ordine sentimentale e relative conseguenze non cambia la sostanza attuale, ma può meritare un consiglio da parte di uno psicologo sulle strategie per gestire determinati tipi di delusioni o eventi indesiderati. Quello che è successo di per sé non è anomalo, può accadere nelle relazioni, e ovviamente non è vissuto bene o in maniera neutra. Purtroppo quando poi l'umore scende in basso il nostro modo di percepire il peso e l'urgenza degli eventi cambia, e allora l'ago della bilancia non è più la situazione ma il modo in cui il nostro cervello ci martella con determinati pensieri e dubbi (ovviamente negativi e angoscianti). Per questo la priorità a questo punto diventa la risoluzione dell'episodio depressivo, dopodiché si può ragionare in termini psicologici.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
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dopo
Utente
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La ringrazio per la risposta! Premetto che ho finalmente capito che devo prendere un appuntamento con uno specialista "non virtuale" e che lo farò quanto prima, ma nel frattempo Le chiedo un ulteriore parere. Mi capita, oltre alle sensazioni già descritte, che si accavallino pensieri senza che io riesca a dominarli, come se la mia mente andasse in alcuni momenti per i fatti propri; ho notato anche una certa difficoltà a ricordare cose che ho detto o fatto in tempo non troppo lontano, cosa che non mi era mai successa prima ed una sensazione di sonnolenza anche quando dormo regolarmente 8 ore. Può tutto ciò essere collegato al disturbo di cui Lei mi parla?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Tutto questo rientra nell'ipotesi di un episodio depressivo che ha assunto un decorso "autonomo", cioè che ormai non si sintonizza sull'attualità ma sul "trauma" recente, e così facendo impedisce di operare perché la mantiene in una condizione del topolino in gabbia.