Aumento di peso per antidepressivi

da gennaio 2006 fino a maggio 2007 ho assunto laroxyl, seroquel e lexotan; non sono stata seguita a sufficienza da una terapia psicologica, ma in questo momento non vorrei parlare del'inefficienza dei medici che per mia sfortuna mi sono capitati, ma del fatto che sono aumentata di 2-3 taglie. il punto è che nonostante io non assuma più farmaci (ho interrotto autonomamente in maniera graduale) il problema persiste...anzi forse è addirittura peggiorato!
ora non vi chiedo di spiegarmi come mai adesso sono così gonfia ma di propormi una soluzione PRATICA: vorrei sapere a chi devo rivolgermi per questo problema...e vi prego non nominatemi il dietologo perchè ci ho già provato!
vi chiedo scusa per i miei toni abbastanza diretti ma sono disperata! le ho provate tutte senza alcun risultato...ve ne prego, indirizzatemi verso l'esatto campo della medicina in grado di darmi risposte.
vi ringrazio in anticipo
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4k 197 21
Gentile utente,
l'unica soluzione è quella di mettersi in cura, che non vuol dire farsi prescrivere una terapia (farmaci o dieta non importa) ma farsi seguire dall'inizio alla fine anche attraverso crisi e delusioni. Ci vuole un medico che analizzi con lei le abitudini alimentari, che faccia una valutazione complessiva dello stato di salute, anche attraverso analisi cliniche,forse ci vuole anche una consulenza psichiatrica se ci sono disturbi del comportamento alimentare, ci vuole un programma di esercizio fisico e soprattutto molta molta pazienza e un minimo di fiducia in un terapista.
Attualmente mangia pane e rabbia, da' la colpa ai medici che l'hanno curata male e a farmaci che ha assunto oltre due anni fa (immagino per una patologia di una certa importanza)e che ormai non possono essere imputati di niente.
Non c'è un "esatto campo" di medicina per i suoi problemi, che mi sembrano multidisciplinari: ci vorrebbe un medico che la prenda in carico col supporto di altri specialisti.Non importa se un dietologo o uno psichiatra, uno o una di cui lei si fidi almeno un po', anche per potergli dire: la cura che mi ha dato non serve a niente, o non riesco a farla, e allora si rivede il tutto o per lo meno si discute e la volta dopo va meglio, e la bilancia inizia a scendere.
Cordiali saluti

Franca Scapellato