Interruzione terapia depot

Sono sottoposto a una cura a base di xeplion 75 per disturbo bipolare.
Tale terapia mi da gravissimi effetti collaterali a livello sessuale e mi provoca parecchia rabbia e risentimento in quanto i miei coetanei sono liberi di avere una vita sessuale, una compagna e di farsi una famiglia.
In quanto e' mia intenzione trovarmi una compagna, sono intenzionato a ritirare il mio consenso a tali iniezioni (che tra l'altro sono state introdotte senza spiegarmi a cosa servissero e senza parlarmi degli effetti collaterali, cose di cui per quanto ne so avevo diritto).
Volevo quindi sapere se ritirando il mio consenso alle iniezioni posso essere fatto oggetto di minacce di tso o addirittura essere vittima di tale sopruso.
Sono stufo di vedere le altre persone vivere la loro vita mentre io sono costretto dai servizi sanitari a vivere nel limbo.
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
Gentile utente,
ha già inviato delle richieste in sullo stesso problema. La risposta non cambia: se lei ricade nella malattia perché rifiuta le terapie i medici non solo possono, ma per legge sono obbligati a fare il tso. Se le fanno l'iniezione è perché non accetta terapie orali.

Franca Scapellato

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dopo
Utente
Utente
Quindi io dovrei essere costretto a passare il resto della mia vita solo come un cane,visto che nelle condizioni in cui sono stato ridotto dalle vostre "amorevoli cure" non posso certamente trovarmi una compagna e tantomeno avere figli? Se non fossi stato ridotto come uno zombie castrato dalle vostre pasticche,non le avrei interrotte.
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Utente
Utente
Mi scuso per i toni accesi della risposta precedente e la ringrazio per la risposta Dottoressa ma sono sinceramente molto esasperato dalla situazione che sto vivendo. Non trovo concepibile che per curare un presunto disturbo mi siano stati creati una sfilza di altri problemi. Perche' oltre alle disfunzioni sessuali,ho subito anche dei danni cognitivi (non riesco nemmeno a leggere un libro) che precludono la mia volonta' di riprendere gli studi universitari. Non ho paura di TSO futuri in quanto sto bene e sono tranquillo. Ho paura piuttosto che se comunico la mia intenzione di ritirare il consenso alla cura,quelli del CSM possano attuare un TSO illegittimo punitivo. In passato a causa di una famiglia che mi ha sempre vietato ogni liberta',non ho potuto avere una vita sessuale di coppia. Ora non posso averla per gli psicofarmaci. Ma che vita devo vivere?
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
Capisco la sua rabbia e frustrazione. La sua idea di adesso è: tutti i miei coetanei hanno una vita appagante tranne me, e io non vivo bene per colpa dei farmaci. Da qui non si va da nessuna parte. Il mio consiglio è quello di cercare uno psicoterapeuta che la possa aiutare a valutare la situazione da un diverso punto di vista, anche se ora le sembra impossibile, a trovare i suoi punti di forza, le sue abilità, a sviluppare quelle che può migliorare. Se inizia a cambiare, e può farlo, il problema dei farmaci si può superare, ma non subito.
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Utente
Utente
E cosa mi dice del fatto che il farmaco mi da problemi cognitivi (non riesco nemmeno a leggere un libro per diletto) e che questo ovviamente impedisce il mio progetto di riprendere gli studi universitari?
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
Cosa dovrei dire? Se per lei il farmaco è la causa di tutti i suoi problemi non posso convincerla del contrario.
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Utente
Utente
La causa di tutti i miei problemi e' un padre padrone che mi ha negato sempre ogni liberta' a cui quelli dei servizi sanitari non hanno fatto nulla (ma a mia madre hanno detto che o divorzia o lo accetta com'e') mentre per me,che mi difendevo con l'aggressivita' dai suoi abusi e soprusi,si sono inventati sulla base del nulla una bella diagnosi di disturbo bipolare che mi ha rovinato la vita e mi hanno anche costretto ad andare d'accordo con il mio aguzzino pena altri ricoveri. E devo continuare a sentirmi dire da mio padre che sono un fallimento quando e' solo colpa sua e dei suoi "metodi educativi".
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