Consulto su terapia farmacologica e ricoveri continuativi

Gentili dottori,
premesso che il paziente è mia madre, vi scrivo per chiedervi un consulto riguardo la terapia farmacologia e un eventuale "ricovero continuativo" proposto dalla sua psichiatra.


Mia madre è una donna di 60 anni, soffre di depressione da 30 anni e da altrettanti anni è in cura presso il CPS.

In questi anni la sua depressione si è caratterizzata da forti sbalzi di umore: stare a letto tutto il giorno, periodi di forte euforia, periodi di tristezza e in alcuni momenti anche di rabbia.


Nell'ultimo anno e mezzo, i disturbi principali di mia madre sono stati:

* Disturbi dell'equilibrio (stiamo procedendo con delle analisi neurologiche che attualmente non hanno dato evidenza di problemi, ma mancano degli esami per escluderne la natura neurologica)
* Disturbi dell'alimentazione (caratterizzato da grandi abbuffate con i conseguenti sensi di colpa)
* Mala gestione del denaro
* Accumulo di oggetti e vestiti
* Problemi di memoria

E' stata dimessa recentemente da un ricovero psichiatrico con la finalità di affrontare principalmente i suoi disturbi dell'alimentazione e di mala gestione del denaro.


Attualmente mia madre è in cura con questa terapia:

Quetiapina 400mg 1 compressa la sera
Delorazepam 2mg 1 compressa la sera
Fluexitina cloridrato 20mg 1 compressa la mattina
Topiramato 50 mg 2 compresse mattina e sera

Il Topiramato è stato aggiunto dall'ultimo ricovero per affrontare i problemi dell'alimentazione e a mio avviso sembra stia dando qualche beneficio.


In generale mia madre mi sembra che sia sempre più depressa e sempre meno in grado di stare da sola, nonostante l'aiuto di amici e parenti,
purtroppo non per problemi fisici ma per la sua forte depressione.
Nel periodo in cui è stata in struttura, ho notato che l'umore era migliorato,
forse perché è riuscita a trovare buona compagnia e perché si sentiva protetta.


Nel suo ultimo appuntamento con la psichiatra, le è stato proposto di fare dei ricoveri più o meno continuativi di 2/3 mesi in strutture psichiatriche, cosa che ovviamente l'ha destabilizzata.


Sperando di essere riuscito a dare una panorama più o meno completo della situazione, vi vorrei chiedere:

1.
Se la seguente terapia può essere considerata valida
2.
Se la proposta dello psichiatra di ricoveri più o meno continuativi di 2/3 mesi sia l'unica soluzione possibile.


Soprattutto per l'ultimo punto, mi sembra un arrendersi davanti a una situazione che non si riesce a migliorare.
Non sottovaluto la depressione, so quanto può creare disagio in una persona, quello che mi chiedo è se sia possibile che nonostante tutti questi anni non si sia riuscito a trovare un anche risicato equilibrio che le permettesse di vivere una vita più o meno stabile anche con le sue difficoltà.


Vi ringrazio
Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 223
Buonasera.
Dalla descrizione del quadro clinico appare chiaro che sua madre soffre di di un Disturbo Bipolare, forse a cicli rapidi. Occorre però escludere che vi sia una concomitante sofferenza involutiva cerebrale, che è esito relativamente frequente di queste forme. La terapia in atto sembra congrua. La necessità di ricoveri ripetuti è correlata con la risposta alle terapie e ad eventuali problemi ambientali che possano peggiorare il quadro.

Dr. Paolo Carbonetti
Specialista in Psichiatra
Specialista in Psichiatria Forense
Viterbo-Terni-

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