Compatibilità della sindrome di asperger con la licenza di porto d'armi

Gentili Dottori, sono un ragazzo di 24 anni con una storia di sofferenza psicologica importante, per la quale mi sono rivolto volontariamente a medici e psicologi e da cui sono ora guarito.
Ciò nonostante so che questo tipo di patologie necessitano di un'attenta valutazione clinica per ciò che vorrei richiedere in futuro, cioè la licenza di porto d'armi.
Pertanto sono ora a chiedere questo consulto a Voi medici psichiatri.

Non nego di aver raggiunto a un certo punto della mia storia, in seguito ad un intervento di chirurgia ortognatica per malocclusione di III classe (l'esperienza più dolorosa e traumatizzante di tuta la mia vita), livelli tali da necessitare di due ricoveri in SPDC (in regime volontario), perché oltre alle difficoltà già presenti prima dell'intervento si sono aggiunti anche degli altri sintomi più "acuti", i quali non mi erano mai capitati prima di allora ed erano MOLTO più invalidanti.
I vari assessment psicodiagnostici che ho proseguito dopo le dimissioni hanno finalmente permesso di stabilire una diagnosi: Disturbo Ossessivo Compulsivo e Disturbo da Stress Post-Traumatico (entrambi sviluppati in seguito al'intervento) con tratti suggestivi di Sindrome di Asperger (indipendente dall'intervento).
Allora ho iniziato un nuovo trattamento farmacologico, cioè alte dosi di Sertralina insieme a basse dosi di Risperidone (poi cambiato ad Aripiprazolo causa ginecomastia), ma a fare la differenza abissale sono stati i numerosi mesi di psicoterapia cognitiva-comportamentale.
Grazie ad essa non ho solo imparato a "tamponare" i sintomi ossessivi e di memoria traumatica con le strategie "palliative", ma ho soprattutto raggiunto una serie di insight sul mio funzionamento cognitivo, il che mi ha permesso di capire in che modo stavo mantenendo inconsciamente il doc ed il ptsd, di correggere tali meccanismi anomali e di prevenirne la reinsorgenza.
Quindi grazie a questo percorso sono completamente guarito, lo psichiatra ha iniziato a scalarmi i farmaci ed è stato certificato, tramite i successivi follow up, che la malattia è effettivamente in remissione.

Nel frattempo mi sono sottoposto ad ulteriori accertamenti psicometrici (MMPI-2, RAADS-R ed altri) per approfondire la questione sulla Sindrome di Asperger ed è stato appurato che ne rientro: difficoltà nelle relazioni sociali-affettive, ridotta integrazione della comunicazione non verbale (sguardo, tono di voce) con quella verbale, funzionamento cognitivo-razionale nettamente prevalente su quello emotivo, interessi ristretti e fissi ed ipersensibilità alla luce (fotofobia).
Aggiungo che inizierò a breve un nuovo percorso psicoeducativo per correggere questi miei punti di debolezza.

Quindi vorrei chiederVi se, dal punto di vista nosologico, tale mia condizione di neurodiversità non rientri in quelle situazioni esplicitate dal TUPLS come ostative al PdA, cioè i disturbi mentali, di personalità o comportamentali.

In attesa di leggerVi, Vi ringrazio dell'attenzione.

Cordiali saluti.
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
"il che mi ha permesso di capire in che modo stavo mantenendo inconsciamente il doc ed il ptsd"

La psicoterapia cognitivo-comportamentale non lavora su nessun concetto di "inconscio", a meno che non si intenda il substrato neuronale. E non è Lei che mantiene inconsciamente, è il suo cervello che mantiene. Lei ne è il risultato.

La diagnosi in sé non significa niente, è il fatto che lo stato mentale produca il venir meno delle capacità di giudizio e di percezione della realtà.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Utente
Utente
Egregio Dr. Pacini,
La ringrazio per la risposta.

Forse non ho usato il termine corretto .. provo a spiegarmi diversamente.
I ricordi intrusivi mi tormentavano perché, dandogli una connotazione di vergogna ingigantita, mi autogiudicavo e cercavo attivamente di 'non pensarci', il che paradossalmente non faceva che richiamarli ed alimentare ciclicamente il malessere che ne derivava. Allora ho lavorato con la mia terapeuta sul capire che non c'è motivo di vergognarsi per essi: sono solo pensieri/ricordi, se arrivano li lascio scorrere senza dargli peso perché non si "materializzeranno" mai da soli in cose reali, così ho smesso di vergognarmi e di "allontanarli" (e quindi di richiamarli indirettamente) ed ho ripreso a vivere la mia vita in serenità, senza preoccuparmi di ciò che il mio flusso di pensieri mi presenta. Aggiungo inoltre che le "compulsioni" che ho avuto (e che ho corretto) erano mentali e non comportamentali, cioè controllavo di non avere più quei pensieri intrusivi con il risultato di potenziarli.
Mi scusi se ho usato impropriamente il termine "inconscio", per semplicità mi esprimevo così con la mia terapeuta.

Non ho capito quello che intende dire alla fine .. vuole dire che "l'asperger automaticamente comporta il venir meno delle capacità di giudizio e di percezione della realtà"? Dal test MMPI2 che ho fatto non sono emersi tali segni.
[#3]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
No, voglio dire che si valuta la funzione per stabilire un'idoneità, non la diagnosi di per sé, salvo eccezioni.
Per quanto riguarda il resto, nessuno può comandarsi di non pensare. Si subisce un eccesso di pensiero come una compulsione, tutto qui. SI adottano delle tecniche per mandarla via, che ovviamente non sono sopprimerla in maniera diretta, altrimenti non vi sarebbe il problema.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#4]
dopo
Utente
Utente
D'accordo, allora quando sarà ora mi sottoporrò alle dovute valutazioni.
La ringrazio ancora per queste delucidazioni.

Cordiali saluti.
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