Consulto neuropsichiatria

Buongiorno! Avrei una domanda: mi sono rivolta ad uno sportello di consulenza psicologica messo a disposizione dall’Università e gestito da un neuropsichiatra.
Il motivo è che sono consapevole di avere ferite psicologiche che mi hanno impedito di laurearmi, nonostante abbia 30 anni.
Io per prima sono conscia del fatto che i miei problemi non siano cognitivi, ma legati ad una disfunzione psicologica che mi porto dietro da un bel po’ (in passato ho sofferto di disturbi del comportamento alimentare) quindi la cosa mi rende consapevole.
Il professore, sulla base dell’anamnesi, mi ha confermato che il problema non riguarda lo studio, e senza approfondirne le reali cause, in maniera piuttosto aggressiva (ma magari è così che si procede, non sta di certo a me valutare il suo lavoro, non ho nè titoli, nè competenze, l’aggressività l’ho percepita io e mi limito a riportare ciò che io ho sentito) mi ha detto che è certo che io sappia, per quanto concerne lo studio, molto più del 90% dei miei colleghi, ma che se non mi presento agli esami è più per paura di superarli, e dover affrontare poi le mie reali problematiche, che di non superarli.
E sono d’accordo, per questo mi sono rivolta ad un neuropsichiatra, non ad un corso di preparazione di esami universitari.
Salvo poi lasciarmi intendere che ci sono tanti mestieri, come (forse) a dirmi che devo lasciarmi alle spalle questo corso universitario e scegliere altro (?).
Questa cosa mi ha ghiacciata.
I miei sensi di colpa ed i pensieri intrusivi mi stanno mangiando.
Anche perché, oltre a farmi sentire trattata in modo aggressivo, non mi ha offerto alternative, liquidandomi dicendomi che devo intraprendere un percorso di psicoterapia presso studio privato.
Il problema è che io ne sono più che consapevole, mi sono rivolta a lui proprio per intraprendere questo percorso, pensando che lo sportello di consulenza psicologica da parte dell’Università servisse a questo! Non mi sono presentata da lui per sapere quale metodo di studio sia più corretto adottare per dare più esami nel minor tempo possibile! Il risultato è che mi sono solo sentita aggredita e giudicata, ma sicuramente in questo sono io che sbaglio! Però ora mi sento cattiva ed indegna e questa cosa mi paralizza.
Mi sento anche in colpa perché non voglio lasciare gli studi, perché forse una persona della mia età dovrebbe sapere quando arrendersi, ma se non mi sono arresa è perché consapevole che io quel titolo, da un punto di vista cognitivo e didattico, posso conseguirlo, anche perché ho voti alti agli esami, so che il problema non è quello! Speravo solo di trovare qualcuno che mi aiutasse.
Da voi vorrei sapere se è giusto che rinunci all’università a causa dei miei problemi psicologici perché una persona risolta dal punto di vista psicologico farebbe questa scelta e se non lo faccio è solo perché sono una disadattata.
Che debba intraprendere un percorso di psicoterapia lo sapevo prima e lo so pure ora.
Grazie.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Dovrebbe sentire il parere di uno specialista in psichiatria per stabilire effettivamente quale sia la questione clinica che porta difficoltà al suo percorso di studi.


Dr. F. S. Ruggiero


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[#2]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
"Anche perché, oltre a farmi sentire trattata in modo aggressivo, non mi ha offerto alternative, liquidandomi dicendomi che devo intraprendere un percorso di psicoterapia presso studio privato."

Strana indicazione, che significa "Psicoterapia presso uno studio privato", mica è un'indicazione medica...
La situazione si può capire. Ha bisogno di sapere che vale, il che è un punto morto perché lo saprebbe in maniera slegata da un obiettivo, e quindi non sarebbe costruttivo; assume quindi una posizione di colpa e mortificazione che però in realtà sono riferita a questa assenza di conferma. Assenza di conferma che tale non è, perché la conferma deve essere riferita, altrimenti è a vuoto. Così facendo induce o prosegue in una posizione di blocco.

Questo tipo di stalli purtroppo risentono negativamente della libertà di scelta e dell'autodeterminazione. Non è chiaro però a che puntro sia con gli esami, di che situazione parliamo: manca la tesi, o mancano degli esami ?

Dr.Matteo Pacini
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[#3]
dopo
Attivo dal 2021 al 2022
Ex utente
Grazie per le vostre risposte. Sono consapevole del fatto che debbo consultare uno psichiatra, non penso assolutamente di poter risolvere i miei problemi da sola, o di poter riuscire nel mio percorso di studi, ma anche nella vita, senza risolvere prima questi nodi, infatti avevo due alternative: chiedere un tutoraggio per gli studi (previsto, per chi ne avesse necessità, dal corso di laurea) o rivolgermi a questo neuropsichiatra che fornisce questo servizio sempre per conto dell’Università. Io ero convinta, per ignoranza, che il mio rivolgermi a questo professore servisse proprio a questo: ad intraprendere un percorso di psicanalisi. Per quanto riguarda la mia carriera accademica: purtroppo mi mancano ancora gli esami, non solo la tesi. La posizione di colpa e mortificazione più che all’assenza di conferme, la associo a delle frasi ben precise che mi sono state riferite, ad esempio che a me non frega proprio nulla del fatto che a mantenermi sia la mia famiglia (credo pronunciata perché non ho preso di petto prima i miei problemi e perché non ho il coraggio di lasciare gli studi, dato che il prof ha anche aggiunto che all’università si è legittimati a stare fino a 25-26 anni al massimo). Io posso essere d’accordo su tutto, ma se sono arrivata a questo punto è per i miei problemi, non perché sia in una situazione comoda. Sono stata sempre una studentessa eccellente, che per lo studio non si è mai risparmiata, e se studio senza presentarmi agli esami non è perché la cosa mi faccia comodo, ma perché c’è un problema, consapevole di questo mi sono sentita mortificata per alcune parole! So che il professore cui mi sono rivolta non è un mio amico, non mi attendevo una pacca sulla spalla, nè parole di conforto, ma alcune frasi mi hanno fatta crollare in senso letterale, perché mi hanno fatto sentire un’ingrata, una persona cattiva nei confronti dei miei genitori, e questa cosa non mi dà pace, perché non è colpa mia se sono così. Per questo chiedevo a voi se fosse possibile che il non lasciare gli studi sia un gesto egoistico, sbagliato, che non si addice ad un adulto ma ad un bambino viziato. Un’ultima domanda, probabilmente stupida: tutte le informazioni personali fornite al professore, che lui ha messo per iscritto su una sorta di cartella clinica, sono segretate? So del segreto professionale, ma dato che, a quanto pare, non si è trattato di un colloquio medico (visto che mi ha consigliato di rivolgermi ad uno psichiatra privatamente) ho la paura che queste informazioni possano venire fuori ed ostacolare il mio percorso di studio, perché magari potrei essere ritenuta non idonea allo svolgimento in futuro della professione medica (studio medicina).
[#4]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Ma non sono chiari i passaggi del colloquio.

Il servizio di consulenza psicologica dovrebbe servire ad inquadrare la condizione, anche eventualmente indirizzando verso altre figure che possono essere accessibili a lei direttamente nel percorso di studi.

Non si tratta di sciogliere dei nodi, la questione ha altri parametri da considerare ed eventualmente trattare ma non stiamo parlando di percorsi a lungo termine che le possono far perdere ulteriormente tempo.

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Queste reazioni sono attinenti probabilmente al tipo di problema che d'altra parte la ostacola nell'applicarsi allo studio e la fa focalizzare sugli obiettivi, con il risultato che li immagina grandi e poi non si sente di affrontarli.
L'indicazione ricevuta è comunque giusta, cioè che il tutoraggio è una specie di assistenza allo studio che alleggerisce alcuni passaggi, o dà una risorsa interattiva per supplire a problemi didattici. Quello che esprime Lei invece è un altro tipo di questione.

Dr.Matteo Pacini
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[#6]
dopo
Attivo dal 2021 al 2022
Ex utente
Sì, sapevo che non fosse il tutoraggio la giusta opzione nel mio caso. Infatti tra quello ed il colloquio con un neuropsichiatra, ho optato per il colloquio con il neuropsichiatra, è con uno specialista che ho parlato, credendo di poter iniziare con lui il percorso psicoterapico di cui so di avere necessità. Se avessi saputo che invece questo incontro fosse funzionale ad indirizzarmi da un altro collega privatamente, avrei bypassato volentieri il colloquio con il neuropsichiatra dell’Università, perché mi è costato moltissimo, a livello personale, anche solo rispondere a delle semplici domande anamnestiche. Comunque spero solo che il neuropsichiatra con cui ho parlato sia tenuto al segreto professionale, sebbene il colloquio tenutosi non lo fosse.
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dopo
Attivo dal 2021 al 2022
Ex utente
Una domanda al Dottor Ruggiero: rileggendo le sue risposte, cito testualmente la questione ha altri parametri da considerare ed eventualmente trattare ma non stiamo parlando di percorsi a lungo termine che le possono far perdere ulteriormente tempo , non ho ben capito se c’è un errore di battitura, o mi conferma che NON si tratta di intraprendere percorsi a lungo termine che possono farmi perdere ulteriore tempo, nel senso che potrei trattare il problema alla radice senza dovermi rallentare ancora. Mi perdoni, ma sono in una fase di confusione
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
nessun errore di battitura.

La questione dell'università va risolta in modo definitivo in tempi brevi visto che ha già un ritardo considerevole.

Se intraprende un percorso la situazione si procrastinerà ulteriormente creando confusione.

Va inquadrata la situazione e trattata velocemente senza troppi giri.

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