Deterioramento cognitivo

Buonasera,
sono un pz psichiatrico abbastanza grave.
Vi riporto quasi integralmente un consulto neurologico di due-tre mesi fa, per avere un punto di vista più psichiatrico.

La diagnosi è un disturbo di personalità non altrimenti specificato, che dà come sintomi doc con sintomi psicotici (nell'ultimo anno) e depressione.

Prendo psicofarmaci dal 1997.

Il problema è che negli ultimi mesi ho constatato un vero e proprio crollo cognitivo, che mi porta a faticare moltissimo sul lavoro, dove sono richieste concentrazione, intelligenza e memoria.
è successo in concomitanza con alcune ossessioni molto forti legate al tema dell'amianto, che mi hanno portato ad andare via dal centro città, perdendo molti contatti sociali e acquistando una casa che col senno di poi non mi piace da nessun punto di vista.
Probabilmente anche la pandemia aveva contribuito a esacerbare i sintomi psicologici.

Il massimo del deterioramento lo riscontro a livello di memoria: nomi dimenticati, partite di calcio della sera prima dimenticate, ecc.

Fatico anche col linguaggio (lessico meno ricercato e assenza di sinonimi).

Prima scrivevo con una prosa elegante, mentre adesso fatico a buttare giù due righe.

Ho anche perso l'uso della lingua francese, a livello di produzione, mentre la comprensione resta buona.

Lo psichiatra che mi segue sostiene che non sia il caso di fare accertamenti neurologici, perché il deficit cognitivo sarebbe un prodotto della grave situazione psichiatrica sottostante.

Ho fatto comunque EEG e RMN cranio, il primo perfetto, la seconda con piccoli focolai gliotici che secondo il neurologo sono incompatibili con la sintomatologia cognitiva.
Ho anche il colesterolo ldl molto alto.

Mi chiedo se una malattia psichiatrica può causare sintomi così invalidanti a livello cognitivo, che mi obbligherebbero a perdere il lavoro con un mutuo da pagare.

Non ho fatto i test neurocognitivi per paura del referto: per me sapere di avere un deficit sarebbe molto grave.

Io ho paura ad esempio che siano i farmaci stessi a causare la sintomatologia cognitiva.

Fra i sintomi psichiatrici sensi di colpa che secondo gli altri sono ingiustificati, e nostalgia patologica del centro storico dove abitavo prima.

La mia tp attuale (aggiornata 1 marzo 2023): Fluoxetina 30 mg, Bupropione 150 mg, Tavor 1mg la sera.

Volevo sapere il vostro parere a proposito, anche perché io ho assunto benzodiazepine per 25 anni e adesso le sto assumendo, anche se a dosaggi inferiori al passato.
In passato ho preso anche 4 tavor al giorno: era una dipendenza.
Se le sospendessi, sarebbe reversibile l'effetto cognitivo oppure ormai c'è un danno?
Vi ringrazio per la disponibilità e professionalità,
[#1]
Attivo dal 2022 al 2023
Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze
Buongiorno,
non ci sono elementi visto ciò che ha già fatto e i tempi di esordio per pensare che vi sia un deterioramento cognitivo. Piuttosto i suoi disturbi non sono ben compensati.
Si rivolga al suo curante per porre questo problema e ci aggiorni se le va.
Cordialmente,
[#2]
dopo
Attivo dal 2007 al 2023
Ex utente
La ringrazio per la risposta. Vi aggiornerò volentieri.
[#3]
dopo
Attivo dal 2007 al 2023
Ex utente
Purtroppo mi stanno tornando anche le ossessioni sull'amianto.
[#4]
dopo
Attivo dal 2007 al 2023
Ex utente
Scusate, se qualcuno può rispondermi. Questo calo cognitivo non potrebbe essere colpa del Serenase, che ho preso (al max 12 gocce)da agosto a novembre, quando ero in cura da un altro psichiatra? Sarebbe reversibile col passare del tempo?
Ci tengo molto a una risposta. Ad esempio non capisco più il paradosso del mentitore, che prima afferravo bene concettualmente.
Grazie,
[#5]
dopo
Attivo dal 2007 al 2023
Ex utente
15 gocce al massimo di Serenase, non 12. Se potete dirmi se l'effetto è irreversibile.
[#6]
Attivo dal 2022 al 2023
Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze
Il punto resta lo stesso. Bisogna valutare il compenso del disturbo psichiatrico perchè potrebbe far percepire sintomi pseudo-cognitivi che con il deterioramento cognitivo hanno ben poco a che fare. Peraltro permane il problema che parla di ex-psichiatra: ora lei ha bisogno di un curante che la segua...
In ogni caso, pur forse andando dietro ad un dubbio di natura ossessiva (motivo in più per valutare con il suo curante il compenso o meno del disturbo), parlerei con lo psichiatra, ma in seconda battuta, non è la priorità, ... per prendere in considerazione una valutazione neurologica/neurocognitiva in modo da fugare ogni dubbio...
Cordialmente,
GB