Sto ricattando emotivamente?

Buonasera, l'altra sera si è verificata una situazione con il mio ragazzo che mi ha un po' turbato.

Stavamo preparando da mangiare e senza dirmi nulla si mette a seguire un meeting poco importante di un'associazione di cui fa parte.
Spesso capita che quando passiamo del tempo insieme, lui si attacca al telefono per guardare messaggi, instagram etc e si dissocia, ammazzando qualsiasi conversazione ed era una cosa di cui gli avevo parlato.

In quel momento mi sono rabbuiata, e ho avuto dei pensieri intrusivi.
Ho realizzato che condivide pochissimo con me delle preoccupazioni che ha per l'associazione, anche se glielo chiedo, mentre spesso ne vengo a sapere attraverso conversazioni che fa di fronte a me.

Quindi gli parlo di questo pensiero premettendo la sua natura intrusiva, gli dico che mi sembra che condivide poco con me e vengo a sapere le cose attraverso le conversazioni che ha con altri.

Lui si arrabbia e mi dice che questo pensiero è un ricatto emotivo e ha un intento manipolatorio, che io lo capisca o meno, perchè non può stare a pensare cosa condividere con me, se mi può interessare una cosa piuttosto che un'altra, non posso entrare nella sua testa.
Rigettando questa cosa, voleva andare via senza avere alcun confronto sulla cosa, dicendomi che non ce la faceva più.
Poi non so come si è calmato cazzeggiando al telefono e ignorandomi, per poi cambiare argomento.

Un'altra volta, sempre per un motivo simile sulla condivisione che ho espresso con estrema tranquillità, è esploso allo stesso modo dicendomi che lo stavo ricattando e lo volevo controllare.

Ora sono qui a chiedermi innanzitutto, in che modo il mio pensiero è un ricatto emotivo e/o manipolatorio.

Come posso parlargli di atteggiamenti che non mi fanno sentire bene se il risultato è che lo sto ricattando?

E poi vorrei parlargli per il modo in cui (a volte) reagisce perchè non crea uno spazio sicuro in cui io possa esprimermi e confrontarmi con lui, ma come posso fare?
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Dr.ssa Cristina Paroni Psicoterapeuta, Psicologo 11
Gentile buonasera,

dagli episodi che descrive, sembra che le emozioni e i pensieri in essi contenuti (lei interpreta il suo pensiero come "intrusivo", il suo partner lo interpreta come "manipolatorio"; lei si delude e si rattrista, il suo partner si irrita e si chiude o evita) non riguardino esattamente questi momenti in sè, ma vostri stati d'animo e dinamiche personali e di coppia più diffusi, di cui non avete mai avuto modo di parlare.
Ad esempio inerenti la comunicazione, l'ascolto dell'altro, la serenità di base che è il terreno su cui poi poter innestare anche la comprensione reciproca e la condivisione.

Se il suo malessere dura da tempo e non trovate il modo di discuterne costruttivamente, potreste richiedere un colloquio di coppia con un terapeuta, che possa aiutarvi a capire quali sono le difficoltà e a risolverle.

D.ssa Cristina Paroni
Psicoterapeuta - Padova

D.ssa Cristina Paroni

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Dr. Daniele Rostellato Psicologo 1
Buonasera,

ho letto con il interesse il suo racconto. Ho immaginato la scena, avvertendo chiaramente un livello di comunicazione piuttosto basso, ma del quale solamente lei sembra avere consapevolezza.

In quella che viene spesso definita "la vita di tutti i giorni" siamo inclini a dimenticare che una fondamentale capacità della nostra mente è quella di prestare attenzione. Se il suo compagno è sempre distratto da altro, magari potrebbe presentare delle problematiche ansiose o forse avvertire delle difficoltà nel vostro rapporto, delle quali però al momento non riesce o non desidera metterla al corrente.

Si tratta di compiere un vero atto di coraggio: parlare. Può non essere facile, certamente, e nel caso in cui lo desideraste troverete certamente un terapeuta in grado di aiutarvi.

Un cordiale saluto.

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Daniele Rostellato, Psicologo
dott. mag. in Filosofia della Mente ed in Psicologia Cognitiva
Ordine degli Psicologi del Veneto n°12307