Non trovo la mia strada, ma il tempo passa
Non so dare un nome al mio problema.
Forse insoddisfazione, non so...so solo che ho quasi a 45 anni e sento di non aver ancora trovato il mio obiettivo.
Circa 10 anni fa ho trasformato la mia passione nel mio lavoro, ma oggi non lo vivo più allo stesso modo, è diventata una routine noisa.
Mi butto con tutto me stesso in decine di hobby differenti per cercare stimoli, per saziare la mia sete di conoscenza e quando arrivo al limite delle mie possibilità, lascio stare e passo ad altro.
Ho paura di ammalarmi e morire prima di aver trovato quello che cerco (che non so cos'è) e più passano gli anni, più sento di avere meno tempo.
Intorno a me vedo gente sempre più superficiale, alcuni sembrano lobotomizzati.
Gente senza passioni, senza obiettivi.
Vivono la loro settimana lavorativa per arrivare al weekend e fare sempre le stesse cose (aperitivo, cena, passeggiata al mare, aperitivo, cena, ecc.
) Da un lato m fa rabbia, ma dall'altro li invidio perché non sono tornentati come me.
La mia vita sentimentale è ok, sono sposato da 5 anni, non ho figli (mia moglie non ne vuole sapere e fondamentalmente anche io mi sento troppo vecchio per crescerne una prole), amo mia moglie e sto molto bene con lei... ma ho paura che anche lei prima o poi subisca la mia condizione.
Qual'è il mio problema?
Come lo devo affrontare?
Grazie a chi risponderà
Forse insoddisfazione, non so...so solo che ho quasi a 45 anni e sento di non aver ancora trovato il mio obiettivo.
Circa 10 anni fa ho trasformato la mia passione nel mio lavoro, ma oggi non lo vivo più allo stesso modo, è diventata una routine noisa.
Mi butto con tutto me stesso in decine di hobby differenti per cercare stimoli, per saziare la mia sete di conoscenza e quando arrivo al limite delle mie possibilità, lascio stare e passo ad altro.
Ho paura di ammalarmi e morire prima di aver trovato quello che cerco (che non so cos'è) e più passano gli anni, più sento di avere meno tempo.
Intorno a me vedo gente sempre più superficiale, alcuni sembrano lobotomizzati.
Gente senza passioni, senza obiettivi.
Vivono la loro settimana lavorativa per arrivare al weekend e fare sempre le stesse cose (aperitivo, cena, passeggiata al mare, aperitivo, cena, ecc.
) Da un lato m fa rabbia, ma dall'altro li invidio perché non sono tornentati come me.
La mia vita sentimentale è ok, sono sposato da 5 anni, non ho figli (mia moglie non ne vuole sapere e fondamentalmente anche io mi sento troppo vecchio per crescerne una prole), amo mia moglie e sto molto bene con lei... ma ho paura che anche lei prima o poi subisca la mia condizione.
Qual'è il mio problema?
Come lo devo affrontare?
Grazie a chi risponderà
Gentile Utente,
quello che descrive ha il sapore di una ricerca esistenziale che non trova più un contenitore adeguato: la passione che un tempo la accendeva, oggi sembra svuotata, e i tanti interessi che coltiva sembrano non riuscire a colmare un vuoto più silenzioso ma insistente.
Mi chiedo: cosa rappresentava davvero quella passione che dieci anni fa ha trasformato in lavoro? Cosa cercava, allora, e cosa invece sembra mancare oggi?
La sua sete di conoscenza e la continua esplorazione di nuovi stimoli parlano di una mente viva, inquieta nel senso più autentico: quella che non si accontenta di restare in superficie. Eppure, qualcosa la fa sentire come se stesse girando in tondo, come se ogni cosa fosse quasi ma mai piena. Le capita di chiedersi: cosa sto cercando, davvero?
Il confronto con chi appare addormentato o sereno nella ripetizione sembra generare in lei sia rabbia sia invidia. Forse perché si interroga su un’altra possibilità di vivere, più semplice ma anche meno vibrante. Nello stesso tempo lei percepisce in loro una pace che però non le somiglia. Lei, che tipo di quiete sta cercando? Quali dovrebbero essere i suoi benefici?
Spesso, quando ci sentiamo smarriti, può essere utile ridefinire cosa intendiamo per "obiettivo". Non necessariamente una meta da raggiungere, ma un orientamento interno che ci faccia sentire in contatto con ciò che ha senso, valore, direzione. Questo tipo di ricerca (più sottile, ma profondamente trasformativa) può avere bisogno di uno spazio dove essere esplorata ed indirizzata.
Ha già fatto un primo passo importante: fermarsi e nominare ciò che sente dentro. Ora forse il passo successivo non è capire cos’ha che non va , ma concedersi un tempo per esplorare, con uno sguardo nuovo, dove potrebbe andare.
Ha mai provato a chiedersi se esiste un modo diverso di vivere la sua inquietudine, non come un nemico, ma come una guida?
Spero queste riflessioni possano esserle utili.
Resto a disposizione, un caro saluto
E.S.
quello che descrive ha il sapore di una ricerca esistenziale che non trova più un contenitore adeguato: la passione che un tempo la accendeva, oggi sembra svuotata, e i tanti interessi che coltiva sembrano non riuscire a colmare un vuoto più silenzioso ma insistente.
Mi chiedo: cosa rappresentava davvero quella passione che dieci anni fa ha trasformato in lavoro? Cosa cercava, allora, e cosa invece sembra mancare oggi?
La sua sete di conoscenza e la continua esplorazione di nuovi stimoli parlano di una mente viva, inquieta nel senso più autentico: quella che non si accontenta di restare in superficie. Eppure, qualcosa la fa sentire come se stesse girando in tondo, come se ogni cosa fosse quasi ma mai piena. Le capita di chiedersi: cosa sto cercando, davvero?
Il confronto con chi appare addormentato o sereno nella ripetizione sembra generare in lei sia rabbia sia invidia. Forse perché si interroga su un’altra possibilità di vivere, più semplice ma anche meno vibrante. Nello stesso tempo lei percepisce in loro una pace che però non le somiglia. Lei, che tipo di quiete sta cercando? Quali dovrebbero essere i suoi benefici?
Spesso, quando ci sentiamo smarriti, può essere utile ridefinire cosa intendiamo per "obiettivo". Non necessariamente una meta da raggiungere, ma un orientamento interno che ci faccia sentire in contatto con ciò che ha senso, valore, direzione. Questo tipo di ricerca (più sottile, ma profondamente trasformativa) può avere bisogno di uno spazio dove essere esplorata ed indirizzata.
Ha già fatto un primo passo importante: fermarsi e nominare ciò che sente dentro. Ora forse il passo successivo non è capire cos’ha che non va , ma concedersi un tempo per esplorare, con uno sguardo nuovo, dove potrebbe andare.
Ha mai provato a chiedersi se esiste un modo diverso di vivere la sua inquietudine, non come un nemico, ma come una guida?
Spero queste riflessioni possano esserle utili.
Resto a disposizione, un caro saluto
E.S.
Dott.ssa Elisa Scuderi
Psicologa | A Genova e online
📧 elisascuderi.ge@gmail.com
3774810243
www.psicologoagenova.wordpress.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 353 visite dal 11/06/2025.
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