Apatia e rassegnazione

Non sò davvero da dove cominciare. Non sò neanche se questa mia richiesta avrà un senso, se riucirò a organizzare i periodi in modo che si capisca la mia situazione. Forse perchè scrivo in un momento poco felice. Sono stanco di sopravvivere. Vorrei una vita, forse per troppo tempo mi sono convinto che
tutto era a posto, per troppo tempo ho pensato che la mia vita fosse normale. Ma poi ora, e solo ora, inizio a pensare che sia tutto sbagliato. Non conosco il motivo, forse perchè ho appena mandato all'aria la possibilità di avere un minimo di felicità non rendendomi conto che la persone che avevo al mio fianco era il meglio che potesse capitarmi, poteva essere la mia ragione di vita ed io sono stato incapace di non farla andare via. Oppure perchè improvvisamente mi sono svegliato rendendomi conto che la mia vita è una non-vita. Sono sveglio, cosciente e mi rendo conto che sono ancora vivo e che non riesco a vivere.
M'è arrivato da qualche mese ormai, ancora devo leggere la prima pagina. Me ne hanno prestato un altro e da un anno lo tengo sul comodino senza essere ancora riuscito neanche a spaginarlo. E' normale che cerchi in capo al mondo un libro e poi non abbia nessuna voglia di leggerlo? E' normale che voglia iniziare a fare un'attività sportiva è poi non riesca mai a farlo? E' normale che abbia delle passioni e che se non riesca a soddisfarle per me sia la stessa cosa? Nessuna reazione, solo tanta delusione per non riuscire...delusione prima sapendo che non sarò in grado di farlo e delusione dopo per la consapevolezza di aver fallito.
Sento che c'è...la possibilità di essere felice, di dare spazio alle mie passioni ed ai miei interessi, la possibilità di riuscire in qualcosa, di avere una soddisfazione, anche una sola nella vita ma sono tutte lì, sotto ad una montagna di macerie. Non sò davvero cosa fare.
Ho provato a leggere qualcosa sul sito ed anche su internet, ho letto anche altri consulti però cerco di evitarlo il più possibile per non confondermi
ulteriormente le idee. Non sò se questa sia la sezione giusta per postare la mia storia, non sò nemmeno se quello che ho scritto possa essere sufficiente
per Voi al fine di fare una valutazione...posso aggiungere che non salto i pasti, dormo regolarmente ma ho questa sensazione di nodo allo stomaco già da
appena sveglio ed a volte sembra che mi venga da piangere. Ho difficoltà a concentrarmi, come scritto sopra non riesco ad avere un interesse, a volte non
riesco neanche a tenere a mente un numero di telefono, figuriamoci ricordarmi quello che qualche minuto prima ho letto sul giornale. E' come se avessi una spugna nella testa che cancella immediatamente qualsiasi idea, pensiero o considerazione per sostituirla con...il niente.
A volte mi capita di avere comportamenti molto eccessivi rispetto alla situazione in cui mi trovo. Una semplice discussione può degenerare in un vero e proprio scontro (sempre a parole, ovviamente. Ho terminato lo spazio, aggiungerò altro in futuro.Graz
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Dr.ssa Alessandra Campana Psicologo, Psicoterapeuta 5
Gentile Utente,immagino che non sia un momento sereno e soddisfacente. Leggendo, il suo racconto di vita ,l'ho immaginata in corsa.Una corsa,in cui cè alla fine un vincitore e un vinto.Questo accade nella vita! A volte si è vincenti a volte no.Spesso, mettiamo in atto dei paragoni, che non servono, anzi, ci fanno sentire non capaci, non all'altezza delle situazioni, perchè troviamo sempre qualcuno che eccelle sempre più di noi.Rispetto alla sue voglia e desiderio di esprimere le sue emozioni, come il pianto,lo ha mai fatto?Lei mi dice..."appena sveglio mi verrebbe da piangere..."Mi viene da chiederle se si è mai soffermato a dare un nome alle sue emozione,se quell'emozione ha un senso in quel momento. Il senso è in relazione alla possibilità che Noi diamo affinchè quell' emozione possa avere una sua forma, una sua espressione, senza soffocarla o "non sentirla".Una possibilità preziosa potrebbe scoprirla da una relazione con un terapeuta che potrebbe accompagnarla in questo viaggio, magari difficile, ma non impossibile.
La saluto cordialmente.

Dr.ssa Alessandra Campana

alessa.campana@tiscali.it

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dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta Dottoressa.
Non è un momento sereno è vero ma non si tratta solo di questo. La mia vita non è serena e con questo non dico che vorrei una esistenza priva di momenti brutti ma vorrei che la mia vita stessa non fosse essa stessa un moneto brutto.
Sento di non avere la forza per superare certe situazioni ma anche per affrontare la vita così com'è. E' come se non l'avessi la vita. E' come se fosse vuota, sensa senso.
Ho pianto e tanto...tanto da finire tutte le lacrime ma questo non è bastato. Sento di aver bisogno di vivere, un disperato bisogno di vivere.
Ho spesso pensato ad un terapeuta, anche se non saprei proprio come sceglierlo...psicologo, psicoterapeuta, psichiatra...ed anche questa cosa della difficoltà del viaggio, le dico sinceramente che mi scoraggerebbe nell'intraprenderlo. A volte si parte ma non si arriva mai e lo dico con la consapevolezza di avere bisogno di aiuto
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
probabilmente lei sta passando un momento depressivo: non ha iniziativa, è triste, pensa continuamente al senso della vita, non riesce a concentrarsi, ecc., sono tutti sintomi che giustificherebbero un quadro depressivo.

Per questo motivo credo che la prima cosa da fare sia una visita psichiatrica: una corretta gestione del suo umore attraverso un'eventuale supporto farmacologico le permetterà di rimettere benzina in questo motore.

Motore che ha una gran voglia di ripartire, ma non riesce ad accendersi.

In secondo luogo avrebbe bisogno di un supporto psicoterapeutico: si ricordi infatti che portare un sacco pesante in due è meglio che portarlo da soli.

Per definizione il depresso non ha molta voglia di curarsi, e quindi le mie proposte potrebbero risultarle difficili.

Per questo Lei deve fare una cosa sola: scelga tra tutte le persone che conosce (parenti o amici) quella di cui si fida di più, faccia leggere poi a questa persona questi nostri scambi, ed insieme a lei contattate le persone che le ho indicato.

So che adesso le sembra tutto in salita, ma vedrò che se si cura nel modo corretto improvvisamente la salita diventerà una discesa

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

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Utente
Utente
Grazie per la risposta dottore.
Forse ho sbagliato a richiedere questo consulto perchè in quel momento non mi sentivo bene. Forse è stato il bisogno di uno sfogo, ma così facendo temo di aver compromesso la veridicità del mio racconto. Non perchè abbia scritto delle bugie ma perchè, a mente lucida, sarei stato più dettagliato e preciso.
Ad oggi mi sono tranquillizzato ma queste considerazioni mi portano comunque a riflettere. La situazione degli ultimi quattro giorni è stata sicuramente non facile ma anche lontano da questi "picchi" di assoluto sconforto comunque sento di vivere una situazione analoga ma meno grave. E' come se ci fosse una soglia di attenzione che in periodi particolarmente negativi supero abbondantemente ma che poi, passata la tempesta, non riesco ad abbandonare completamente.E' come se fossi in perenne stato di allerta.
E questa preoccupazione costante mi crea diversi problemi.Oltre a quelli indicati qualsiasi evento straordinario che non rientri nella quotidianeità (anche persare di dover andare a pranzo fuori domenica) è motivo di preoccupazione.
Forse mi stò ripetendo ma ho bisogno di avere una vita. E' molto tempo che soffro questa situazione pur avendo avuto la consapevolezza che ci fosse qualcosa che non andava e con la consapevolezza di dover cambiare la situazione. Vorrei semplicemente liberarmi di questa morsa che non mi permette di vivere gli affetti, coltivare le mie passioni ed affrontare le sfide. Per me ogni nuova possibilità è automaticamente fallita in partenza quando dovrei avere la capacità di affrontarla, provarci e, casomai, rinunciare riuscendo ad affrontare nel modo più sereno possibile l'esito.
Invece mi trovo in un perenne stato di autodistruzione, riesco sistematicamente a mandare all'aria qualsiasi buona novità. Grazie.
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
il Suo ultimo post conferma quanto le ho consigliato in precedenza: inizi a questo punto (ovvero se sente che la situazione è sotto controllo) con uno psicoterapeuta.

Le auguro di trovare presto la serenità che sta cercando.
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dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta dottore.
La prego di darmi qualche consiglio a proposito della parte "operativa" perchè non ho le idee molto chiare in merito. Rileggendo la Sua risposta, mi ha consigliato di contattare alcuni specialisti dopo aver valutato la cosa insieme ad una o più persone di fiducia.
Presa finalmente la decisione arriverà il momento di alzare la cornetta...ma in che modo? L'unico che mi viene in mente è cercare sulle pagine gialle, ma dubito che sia il sistema migliore!
E poi come stabilire bene le tappe? Contattare uno psichiatra che provvederà a fare la prima valutazione e decidere, eventualmente, il primo trattamento farmacologico? Ma questo è indispensabile oppure dipende dalla situazione in quel momento (visto che, comunque, l'umore non è sempre lo stesso)?
Poi sarà lo psichiatra ad stabilire se c'è necessità di psicoterapia? Oppure potrei contattare direttamente uno psicologo/psicoterapeuta? La prima valutazione spetta sempre allo psichiatra?
Scusi ma non saprei proprio come destreggiarmi per evitare di perdere tempo inutilmente!
Grazie
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
il "prima" e il "dopo" purtroppo dipendono anche dalla disponibilità del singolo professionista, per cui potrebbe darsi che lo psichiatra contattato per primo le dia un appuntamento dopo lo psicoterapeuta.

A mio avviso Lei ha bisogno di entrambi, per cui non credo sia cruciale stabilire chi vedrà per primo.

Uno psicoterapeuta della Sua zona può trovarlo nelle nostre liste

https://www.medicitalia.it/specialita/psicologia/

oppure qui

http://www.aiamc.it/marche.htm
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dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta Dottore.
Quindi devo rivolgermi comunque a tutti e due, indipendentemente da quello che mi dirà il primo da cui riuscirò ad andare?
Grazie per le segnalazioni, ma per trovare lo psichiatra come faccio?
Ho dato un'occhiata ai link che mi ha inviato e qualcosa nella mia zona ho trovato.
Nel primo link vengono riportati gli psicologi, devo stare attento che lo specialista in questione sia anche psicoterapeuta?
Nel secondo trovo specializzazioni come psicopatologia, psicologia clinica, neuropsicologia...che differenza c'è con gli altri del link medicitalia? Meglio questi?
Non ho pensato a chiederLe se fosse il caso di parlarne con il medico di famiglia e se sarebbe il caso di rivolgermi all'ambulatorio della asl. Grazie
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
parlarne col suo medico mi sembra un'ottima idea, perchè probabilmente conosce qualcuno di persona e non si limita a consigliarle delle liste di professionisti come ho fatto io.

Così potrà chiedergli direttamente dello psichiatra e della psicoterapia.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile utente, leggendo in successione le sue risposte, sembra che il suo problema consista essenzialmente nella gran quantità di dubbi e domande esistenziali che lei si pone e ai quali non riesce a dare risposte.

Questi dubbi le provocano immobilismo di fronte alle cose concrete da fare, come ad esempio scegliersi un terapeuta, perché viene attanagliato dal dubbio di sbagliare, di non trovare al primo colpo la soluzione giusta.

Se le cose stanno così, allora non dovrebbe permettere al suo disturbo d'interferire proprio nell'unica via che potrebbe permetterle di risolverlo!

Quindi inizi ad affidarsi a un professionista, scelto in un modo qualunque. E poi continui da lì, veda che effetti sortisce la terapia e DOPO eventualmente, se necessario, aggiusti il tiro.

Ma eviti di farsi troppe domande all'inizio, altrimenti non riuscirà nemmeno a partire.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Utente
Utente
Grazie per la risposta Dottore.
Ho avuto modo di riflettere in questi ultimi giorni e mi sono reso conto che la sua analisi corrisponde perfettamente alla realtà. Tanti dubbi...ma anche tanta impossibilità a gestire ogni piccola situazione negativa che si presenta nella quotidiana normalità.
L'ansia mi travolge...e stò male sia psicologicamente che, addirittura, fisicamente...la morsa allo stomaco, le gambe che sembrano non reggermi più, il bisogno continuo di piangere.
Questa cosa mi preoccuopa perchè penso a cosa potrebbe succedere se mi trovassi improvvisamente a dover affrontare qualcosa di grosso...qualche situazione od evento improvviso che potrebbe scenvolgermi la vita per sempre.
Finché si tratta delle piccole cose (che, però, a me tanto piccole non sembrano anche se mi rendo conto che lo siano rispetto ad altro) riesco a gestire il mio stato d'animo, ma poi...

Ho provato a telefonare al servizio ospedaliero, mi hanno detto che è possibile prenotare una visita al reparto psichiatrico con l'impegnativa del medico e sembra che le liste di attesa non siano neanche troppo lunghe. Mi sembra di aver capito che bisogna sostenere una visita co uno psichiatra e poi essere eventualmente orientati verso altri specialisti.
Non ne ho ancora parlato con il medico curante, lo farò se deciderò di fare questa visita approfittando anche per chiedere il suo parere.
L'unica cosa che non mi convince, ad essere sincero, è la possibilità di dover assumere farmaci...non credo di averne bisogno (anche se, ovviamente, il mio parere non conta)...solo che mi rendo conto che, a volte, riesco a mantenere una certa serenità e forse potrebbe bastarmi un buon psicoterapeuta. Ho paura che imboccando quella via poi non riesca più a venirne fuori.
Grazie
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Per richiedere un primo colloquio psicologico (non una visita psichiatrica) tramite il servizio pubblico l'impegnativa del medico non è necessaria. Se all'inizio preferisce non prendere farmaci potrebbe iniziare da qui.

Se poi lo psicologo giudicasse che un aiuto farmacologico è indicato o opportuno, sarà lui stesso a suggerirglielo.

Cordiali saluti
[#13]
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Utente
Utente
Grazie per la risposta Dottore.
Che non fosse necessaria l'impegnativa non lo sapevo, anche perchè il numero di telefono del reparto di psichiatria l'ho trovato sul sito dell'asur di zona e non mi hanno detto che c'era anche questa possibilità.

Quindi come faccio ad informarmi? Se non serve la ricetta significa che sono strutture ospedaliere "parallele" nel senso che si accede in modo diverso da quello classico per le altre specializzazioni?

Grazie
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
La psicologia e la psicoterapia sono discipline autonome perché non mediche, e quindi sono accessibili direttamente.

La psichiatria, invece, essendo una branca della medicina, è soggetta all'impegnativa del medico.

Ma entrambe sono disponibili nelle nostre ASL.

Per informarsi può telefonare o andare direttamente allo sportello unico della sua ASL, oppure in qualsiasi centro di prenotazione. Anche presso le farmacie che effettuano prenotazioni, credo.

Deve chiedere che le prenotino un primo colloquio psicologico psicodiagnostico.

Cordiali saluti