Un mesetto fa ho iniziato una psicoterapia,

Salve, ho 35 anni due figli piccoli ed una compagna.
Per 11 anni ho fatto uso di cannbis quotidianamente. Recentemente (2 mesi) ho smesso improvvisamente e dopo 2 settimane dalla fine dell'assunzione sono cominciati i "pensieri fissi".

Devo precisare alcune cose:
- la storia con la mia compagna, che dura da ben 17 anni è stata inframezzata da reciproci tradimenti, confessati subito dopo l'avvenimento da parte sua, mentre tenuti nascosti e confessati solo un mese e mezzo fa da me. Nonostante ciò, la nostra storia è sempre andata avanti con amore reciproco;
- da piccolo ho subito la separazione dei miei genitori, con una madre assente ed un padre svalutante e anaffettivo;
- ho sempre reagito soprendentemente bene a tutte le avversità che la vita mi poneva davanti;
- credo di avere avuto sempre un atteggiamento narcisistico;
- sono attualmente insoddisfatto della mia situazione lavorativa.

Detto ciò, dopo appunto 2 settimane dalla fine della mia "dipendenza" da cannabis, ho cominciato ad avere "pensieri fissi" sulla mia compagna e sui suoi tradimenti. Mi blocco sul passato creandomi dei "film" che hanno come oggetto i suoi tradimenti provando una profonda disperazione: a volte i pensieri degenerano in dubbi su ipotetici (e oserei dire assurdi) tradimenti attuali.
Non riesco a controllare questi pensieri, che vanno e vengono diverse volte durante la giornata. La cosa risulta abbastanza invalidante.

Oltretutto non riesco a capire se sono depresso e la depressione mi induce questi "pensieri fissi" o se, al contrario, sono i pensieri che inducono la depressione.

Un mesetto fa ho iniziato una psicoterapia, per risolvere il problema ed affrontare tutti gli "irrisolti" della mia vita e da qualche giorno ho iniziato, sotto consiglio di uno psichiatra indicatomi dal io analista, una terapia con Citalopram, per controllare questi "pensieri fissi".

Ciò che mi indispone di più è che questo tipo di pensieri, seppur in passato mi hanno fatto soffrire, non mi hanno mai condizionato creandomi "pensieri fissi". Inoltre, avendo io avuto esperienze simili alle sue, dovrei a maggior ragione non fissarmi sul passato e guardare maturamente avanti, essendo la nostra relazione definitivamente matura eed avendo un futuro roseo davanti a noi.

Oltre tutto, quando parlo con qualcuno (analista o amici) di me stesso e di queste cose, i pensieri non si fissano quasi mai.

Perchè mi capita tutto ciò?
Perche non riesco a schiodarmi dal passato?
La teapia che mi è stata prescritta, ritenete sia adeguata?
Soprattutto riuscirò a togliere dalla mente questi pensieri?

Scusate il tono concitato, ma sono abbastanza provato da tutto ciò e temo che la cosa possa provare anche la mia vita famigliare.

Distinti saluti
[#1]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile utente, mi permetta di farle un paio di domande. Quindi, se non capisco male, starebbe facendo una psicoterapia di tipo psicoanalitico?

E lo psichiatra che cosa le ha detto in merito alle sue fissazioni?

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
dopo
Attivo dal 2008 al 2009
Ex utente
Gentile Dr. Giuseppe Santonocito,
grazie per la risposta.

Si, sto in effetti seguendo una terapia di tipo analitico.

Lo psichiatra che mi ha indicato il mio analista, ha detto che l'obiettivo della terapia con citalopram è proprio quello di arginare questi "pensieri fissi".

Ha definito le fissazioni un "moderato disturbo di umore".

Lo sconforto nasce dal fatto che, a volte, hocome l'impressione che siano talmente forti da non poter essere arginati.
Sono sempre stato una persona estremamante razionale e decisa e questa incapacità di controllo su tali pensieri mi spaventa un po'...

Saluti
[#3]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Mi pare che il suo caso, a giudicare dalla descrizione che ne fa, sia sufficientemente complesso per dire che anche se la diagnosi del suo psichiatra di disturbo dell'umore moderato è probabilmente corretta, forse ci sono anche altri aspetti da prendere in considerazione.

In particolare, questi pensieri fissi sembrerebbero appartenere più al genere ossessivo, con annesse preoccupazioni per la fedeltà di sua moglie. Oltretutto lei stesso dichiara di "essere sempre stato una persona estremamante razionale e decisa" e che questa incapacità di controllo sui pensieri la spaventa un po'.

Quest'ultima affermazione relativa al controllo è proprio ciò che il controllo glielo fa perdere. Il controllo è una delle modalità di pensiero dell'ossessivo, che cerca in maniera estenuante di scacciare un pensiero che si ripresenta incessantemente nella sua mente, senza riuscirvi e fino, appunto, a perdere il controllo. È un tentativo di controllo che fa perdere il controllo.

Per concludere, io credo che la sua psicoterapia non debba prescindere dal lavoro anche su quest'aspetto. E le terapie psicoanalitiche, come saprà, possono avere tempi lunghi.

Per sintomi come i suoi sono in genere consigliabili psicoterapie ad approccio breve e focalizzato, ma d'altra parte ha iniziato da poco e quindi è presto per tirare delle conclusioni. Aspetti ancora un po' e veda se i sintomi si riducono o se rimangono costanti.

Cordiali saluti
[#4]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
spesso l'utilizzo prolungato di cannabinoidi si trova in associazione a problemi di tipo ossessivo, che rientrano nei Disturbi d'Ansia.

Può leggere questo articolo per capire se si ritrova oppure no in un quadro ossessivo

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/406-il-trattamento-delle-ossessioni.html

Il miglior trattamento in questi casi è rappresentato dalla psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale associata alla farmacoterapia.

In ogni caso l'associazione psicoterapia+farmacoterapia è sempre indicata, per cui sembra che Lei stia seguendo un buon percorso.

Però col suo analista dovrebbe parlare apertamente: gli dica ad esempio che la Sua "attenzione ai particolari" (tipica dei quadri ossessivi) l'ha portata a chiedere rassicurazioni su questo sito, mentre in realtà avrebbe dovuto parlarne con l'analista stesso.

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

[#5]
dopo
Attivo dal 2008 al 2009
Ex utente
Gentile Dr. Daniel Bulla,
ringrazio anche lei per la risposta e l'indicazione dell'articolo.

In realtà ne ho parlato con l'analista stesso (dei "pesieri fissi", non del fatto di aver richiesto rassicurazioni su questo sito), solo che, tra una seduta e l'altra passa una settimana ed essendo all'inizio della terapia con Citalopram ed avendo effettuato solo 6 sedute, mi rendo conto che forse sono ancora demotivato e forse è proprio di rassicurazioni che ho bisogno.

Il fatto è che questa cosa inaspettata mi è piombata addosso di colpo dopo 35 anni di vita decisa e forte. Questo, può immaginare, mi ha totalmente spiazzato e mi ha fatto dubitare delle mie capacità, soprattutto di quelle di "reazione", se così vogliamo definirle.

Mi fido ciecamente sia dell'analista che dello psichiatra, ma quando mi si fissano i pensieri e lo sconforto è molto alto, mi sento spinto fortemente a cercare costanti rassicurazioni (cosa di cui ho parlato anche con l'analista).

Cordiali saluti
[#6]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
la capisco perfettamente. Forse rifletteri sul fatto che in precedenza Lei ha vissuto "35 anni di vita decisa e forte", non aspettandosi i normali e naturali momenti di crisi.

Non abusi troppo delle rassicurazioni perchè otterrà l'effetto opposto, e continui a fidarsi degli specialisti che la curano.

Lo so, è dura, ma deve avere un po' di pazienza, tenendo presente che la pazienza è nemica dell'ansia.
[#7]
dopo
Attivo dal 2008 al 2009
Ex utente
Salve gentili dottori,
vorrei aggiornarvi sulla mia situazione e chiedere alcuni consigli...

Sono ormai al 17° giorno di citalopram, 7 gocce la mattina (sono partito da 1 aumentando gradualmente, l'obbiettivo e 10... fra 5 giorni). Lo psichiatra mi ha associato anche alprazolam 10 gocce al bisogno, per arginare gli stati d'ansia.

Non so se dire che il mio stato sia migliorato, certo è che la mattina mi sveglio con una profonda angoscia, che via via migliora durante la giornata fino ad "attivarmi" verso metà pomeriggio. La sera sono generalmente più positivo e rieco ad affrontare le cose con lucidità, anche se sento sempre preoccupazione per la mattina che verrà... Ciò mi condiziona con tristezza e senso di insoddifazione ed inadeguatezza.

E' normale che ci sia questa "attivazione"? E' il citalopram che sta facendo parzialmente effetto?
Quanto tempo dovrò aspettare perchè il citalopram faccia pieno effetto?
Può essere stata l'astinenza, dopo uso prolungato, della cannabis a scatenarmi tutto questo?

Cosa dovrei fare, sforzarmi di uscira la sera e incontrare più amici possibile? Fare sport anche se non riesco a trovarne la voglia? Ora come ora sto bene solo in casa con i miei bimbi e la mia compagna... Soffro la solitudine, faccio fatica ad incontrare persone che non siano loro.

Ma non vorrei diventare assillante ed asfissiante...

Lo so, continuo a chiedere rassicurazioni, ma questi momenti della giornata sono veramente brutti.

Grazia in anticipo per le gentili risposte.
[#8]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
Lei ha una reazione d'ansia, che si sviluppa proprio attraverso questo turbine di pensieri negativi e votati al pessimismo.

Tutti gli effetti che lei descrive POTREBBERO essere attribuibili sia ai farmaci (tra l'altro ne ha inserito uno nuovo) sia all'astinenza da cannabinoidi, ma questa domanda deve per forza rivolgerla allo psichiatra che le ha fatto la prescrizione. Se non riesce a trovarlo deve insistere.

E' molto importante dare feedback costanti allo psichiatra nelle prime settimane di assunzione di una molecola, perchè grazie a queste informazioni può decidere come gestire al meglio la posologia.

Tenga duro, mi raccomando!
[#9]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
Lei ha una reazione d'ansia, che si sviluppa proprio attraverso questo turbine di pensieri negativi e votati al pessimismo.

Tutti gli effetti che lei descrive POTREBBERO essere attribuibili sia ai farmaci (tra l'altro ne ha inserito uno nuovo) sia all'astinenza da cannabinoidi, ma questa domanda deve per forza rivolgerla allo psichiatra che le ha fatto la prescrizione. Se non riesce a trovarlo deve insistere.

E' molto importante dare feedback costanti allo psichiatra nelle prime settimane di assunzione di una molecola, perchè grazie a queste informazioni può decidere come gestire al meglio la posologia.

Tenga duro, mi raccomando!
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