Una relazione sentimentale

(Premetto che nessuna parola o frase potrà mai descrivere il mio stato d'animo in questo e nei momenti passati).


Salve, sono un ragazzo di 29 anni(carino a detta di molti) e vorrei raccontare brevemente la mia storia.
Dato che ho sempre avuto difficoltà nell'approccio al mondo femminile, nel 2002, quando la disperazione era ormai insostenibile, mi sono recato da uno psicoterapeuta che dopo pochi mesi ha creato i presupposti per cui io potessi conoscere una ragazza ed iniziare un rapporto che poi si è tramutato in una relazione sentimentale.La storia non è iniziata affatto nel modo giusto infatti non ero affatto attratto e la cosa che mi ha mandato in bestia è stata l'ostinazione dello psicoterapeuta a farmi frequentare la ragazza nonostante vedesse in me grande indifferenza.Con il passare del tempo, nonostante lei non mi piacesse affatto fisicamente, mi sono legato tantissimo, a tal punto da portare avanti la storia per circa 5 anni.Lei era innamoratissima di me e questo fattore ha fatto si che io fossi pervaso da un grande senso di pietà nei suoi confronti.Il terapeuta nell'arco dei cinque anni mi ha più volte esortato a cercare un'altra ragazza senza lasciare la prima e mi ha più volte "incitato" al tradimento.Non approvando assolutamente il comportamento del terapeuta ho deciso di abbandonarlo.Dopo l'abbandono c'è stato il tradimento tanto atteso dal terapeuta, anche se per un solo incontro, con una mia collega di università(per niente attraente, da tutti i punti di vista)che mi aveva manifestato il suo interesse.Questo episodio mi ha profondamente turbato e mi ha fatto cadere in un disagio ancora più profondo di quello che mi aveva portato dal terapeuta.Nei mesi successivi alla fine della consultazione psicoterapeutica ho più volte contattato rabbiosamente il terapeuta per manifestargli quanto in disappunto fossi con il suo modo di agire e lui, in riferimento al fatto, da me avanzatogli, di avere approfittato di quella ragazza mi ha detto "cosa vuoi, avevi un problema sessuale ed io l'ho risolto" e poi "tutti usano tutti".
Adesso sono da circa un anno in buoni rapporti di amicizia con la mia ex e sono totalmente sfiduciato nei confronti dei rapporti sociali e degli psicologi.
Queste parole mi hanno distrutto.
Pongo alcuni quesiti alla comunità:
Potrò mai fidarmi di una persona?

Perchè approfittare di una persona?

Come si vive sapendo che "tutti usano tutti"?

Perchè mi ha incitato al tradimento?

Non sarebbe stato più semplice un invito a lasciare la ragazza per poi provar e ad intraprendere un'altra storia?

E se capitasse a me di conoscere un ragazza indotta a manipolarmi(sedurmi) ed a tradirmi?

In attesa di risposta e pronto ad interagire ringrazio cordialmente.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile utente, Lei ha intitolato il consulto "difficoltà relazionali" e sarebbe utile saperne di più. Alla fine ci parla, attraverso le parole del terapeuta di disturbo sessuale. Sono due problematiche diverse che meritano trattamenti diversi e precisi, anche qualora si presentassero nella stessa persona e insieme.
Ad ogni modo, rispondendo alle sue domande, vorrei capire anche come mai ha deciso di intraprende e poi continuare la relazione con una donna che non le piaceva e per la quale non provava nulla? Perchè parla di ostinazione del terapeuta?
Come mai ha scelto di tradire?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Attivo dal 2008 al 2012
Ex utente
Grazie per la risposta tempestiva.
Gli unici rapporti sessuali prima dell'inizio di quella relazione erano stati a pagamento, quindi il terapeuta avrà pensato che io avessi dei disturbi.
1)Neanche io so perche ho tradito

2)Sono stato con una ragazza che non mi piaceva fisicamente, perchè era molto sensibile, perchè era obesa e perchè ero (e sono) in uno stato di profonda solitudine.

3)Il terapeuta mi diceva "ti devi trovare un'altra ragazza contemporaneamente"
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Caro ragazzo,

mi spiace davvero tanto che la Sua esperienza in terapia sia stata negativa. Ma soprattutto mi spiace sentire che Lei ha una bassa autostima. Dice che molte persone dicono di Lei che è un ragazzo carino, ma è come se Lei non credesse affatto a questo complimento.

Ma mi pare doloroso anche il fatto che Lei abbia scelto di vivere le Sue prime esperienze sessuali, cariche di significato, a pagamento. Perchè?

Perchè sente la necessità di stare con una ragazza che Le fa pena? Possiamo provare pena, compassione, tenerezza, ecc per tante persone ma non per questo ci leghiamo così alla gente. Che "mandato" aveva o magari ha ancora?

La solitudine in cui si trova adesso, lo ha sperimentato, non cambia se si sacrifca così. Perchè non può permettersi di scegliere con chi stare? Chi vedere? Chi amare?

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dopo
Attivo dal 2008 al 2012
Ex utente
Grazie per l'attenzione.

Il rapporto a pagamento è squallido ma in quel momento (e forse anche adesso) era l'unico modo per avere un rapporto sessuale visto che a 19 anni la pulsione sessuale era, in me, estrema.Tale considerazione scaturisce dai tanti pregiudizi che ho sulle donne e sugli esseri umani in generale.
Il "mandato" di cui lei giustamente parla era una sensazione "più forte di me".Trascorrevo giornate intere a piangere ed a pensare alle umiliazioni che io e la mia ex dovevamo subire con frasi (rivolte a me in privato da parenti o amici) del tipo "te la potevi trovare più magra" o "sta con lei perchè è l'unico modo per avere rapporti sessuali"

Forse non posso scegliere, perchè sono troppo pigro o perchè non riesco nemmeno ad avvicinarmi ad una ragazza, forse perchè non so amare.
Da quando sono nato sono sempre stato respinto dalle ragazze che mi piacevano e sono sempre stato avvicinato dalle ragazze che non mi piacevano.


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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Ha proprio un sacco di cose da assaporare ancora nella Sua vita! Ad esempio, cominciare a corteggiare. Certo, è senz'altro doloroso se ci piace qualcuno che di noi non vuol proprio saperne. Ma questo è il bello e il casino della vita! Purtroppo, senza farlo deliberatamente, in queste faccende della vita un po' si soffre (se si è respinti) un po' facciamo soffrire (se il nostro spasimante proprio non ci piace). E, se visto con un altro spirito, corteggiare o farsi corteggiare può diventare un "gioco" (non nel senso di scherzare o prendere in giro qualcuno), ma nel senso di viverla meglio e anche nell'ottica di "palestra". Con questo non sto dicendo di stare con la ragazza brutta, grassa e antipatica del momento...tutt'altro!!! Si lasci guidare da ciò che sente e che prova: se prova reale attrazione per una donna, se ci sta bene, ecc...
Semplicemente credo che non dovrebbe scegliere la strada che nell'immediato Le permette di raggiungere il risultato che Le sembra ottimale (es pagare per un rapporto sessuale può sembrare la cosa più rapida e indolore, ma non fa altro che alimentare il senso di solitudine) ma quella che Le permetterà di essere sereno e coerente con ciò che desidera.
Infine, quella che Lei chiama "pigrizia" non potrebbe essere paura di soffrire ancora?
Faccia attenzione a non chiudersi; Le ripeto: ha ancora molto da assaporare nella vita!
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dopo
Attivo dal 2008 al 2012
Ex utente
Grazie

Io vivo in un piccolo paese dove non è molto facile conoscere una ragazza.
Ho grande paura di sbagliare durante il corteggiamento e questo mi frena molto.Per non parlare dei pregiudizi di cui le parlavo prima.

Perchè non prova a rispondere alle mie domande?
Mi sarebbe di grande aiuto cercare di dare una spiegazione al comportamento di quell'essere insulso che era il terapeuta che mi seguiva.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Caro ragazzo, ma guardi che la vita è fatta anche di errori! E poi, se non sbaglia un colpo, finirà con lo stare antipatico a molti...
Quando parlavo di palestra intendevo proprio questo: si sbaglia, si impara, si va avanti!
I pregiudizi che abbiamo sono la nostra storia; allora sarebbe davvero utile capire da dove vengono in modo tale da capire quali schemi mettiamo in atto e cercare, se ci fanno soffrire questi schemi "automatici" o "inconsapevoli", di modificarli. Però se Lei è consapevole di questi pregiudizi, perchè non provare ad affrontarli.

Ma in che modo Le sarebbe d'aiuto capire il comportamento del Suo terapeuta? E perchè lo chiede a qualcun altro che non era presente e che quindi non ha vissuto quella relazione terapeutica?
Si fida dei Suoi propri giudizi? O ha bisogno che io o altri li definiscano dall'esterno? Lei che spiegazione dà al comportamento del Suo terpaeuta?
E' questa la cosa importante, non l'idea (approssimativa) che mi sono fatta io.
Questo è il nocciolo della questione, non cosa vedono gli altri, ma ciò che sente, pensa e crede Lei.
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dopo
Attivo dal 2008 al 2012
Ex utente
Il problema è che la frustrazione non si limita solo all'ambito sentimentale ma è presente anche nell'ambito dello studio.
Sono in possesso di una laurea triennale conseguita con ottimi voti che per me è carta straccia, considerato che avrei sempre voluto fare medicina e non sono mai riuscito a superare quel maledetto test d'ammissione.
Adesso a tre anni dalla laurea mi sono iscritto ad un'altra facoltà che si discosta totalmente dall'area medica ed ora sono alle prese con il primo esame il cui studio mi risulta particolarmente noioso e privo di interesse.

Facendo un'analisi della mia vita, mi rendo conto che é totalmente da BUTTARE VIA.

La frustrazione mi assale e mi rendo conto che qualunque cosa accada vivrò per sempre nella frustrazione e nell'insoddisfazione.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Tutti questi sono temi da affrontare in una psicoterapia però.
Perchè non prova a prendere il coraggio a due mani e a scegliere in modo accurato (ciò senza dover compiacere nessuno ma esaminando attentamente) un terapeuta?
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dopo
Attivo dal 2008 al 2012
Ex utente
Per la dottoressa Pileci e per chiunque voglia esprimere un parere.

E' passato oltre un anno dal consulto da me inviato e la situazione è praticamente invariata!
La frustrazione mi assale.
Ho consultato uno psicoterapeuta che non mi ha dato alcun sollievo e che io ho visto come una sorta di "amico a pagamento".
Da quando non frequento la mia ex(4 anni), l'unico contatto femminile che ho avuto è stato una "stretta di mano".
Come posso essere soddisfatto della mia vita se a 31 anni ho l'esperienza di un bambino?
In questi mesi ho pensato che la difficoltà con le ragazze derivasse dal fatto di non lavorare o di frequentare ancora l'università a 31 anni, ma facendo un'analisi "a freddo" della situazione, credo di aver capito che le difficolta relazionali erano presenti anche quando il problema lavorativo non si poneva affatto(nella primissima adolescenza).
Come posso essere felice se lei(giustamente) dice che io "ho proprio un sacco di cose da assaporare nella vita"?
A 31 anni(allora 29) ho avuto una sola relazione sentimentale, per giunta con una persona che mai avrei scelto in un momento di lucidità!
Lei può immaginare il livello di autostima di una persona che sente dire "te la potevi trovare più magra" o "non capivamo come un ragazzo come te potesse stare con quella"
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

fermo restando che la situazione pare proprio invariata, soprattutto da quello che Lei esprime in termini di sofferenza, ha voglia di raccontare meglio la Sua esperienza in psicoterapia?
Perchè non si è trovato bene?
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dopo
Attivo dal 2008 al 2012
Ex utente
Il primo terapeuta era un affiliato alla terapia breve strategica e mi ha completamente manipolato con assoluto cinismo, come ritengo non si debba fare con un ragazzo di 21 anni(all'epoca).Gli strategici hanno la maledetta ossessione della durata ridotta della terapia e pur di non contravvenire a tale teoria sono disposti a tutto, non rendendosi conto che non possono snaturare la personalità di fondo di un individuo.Per intenderci, provano a far correre una persona che è stata per anni immobile a letto senza farla prima camminare a piccoli passi, è chiaro che la persona cadrà!!
Quando io mi sentivo gli occhi della gente addosso con conseguente umiliazione, lui mi diceva che non dovevo assolutamente considerare il parere degli altri ma ciò per me era impossibile!
La ragazza aveva delle grandi doti relazionali(nonostante l'obesità) e tanti amici, le cose che ho fatto con lei non le avevo mai fatte(cene, piccoli viaggi), ma quando vedevo coppie apparentemente ben assortite il mio sconforto aumentava sempre più perchè vedevo delle situazioni alle quali io aspiravo e cioè lo stare con una ragazza che mi piacesse!!!!
Ero fortemente attratto dalle amiche della mia ex e per poco non ho combinato un "macello" facendo delle avances ad una sua coinquilina tra l'altro fidanzata e molto amica, ma per fortuna ho desistito.
Quando i miei amici o familiari facevano delle battute sulle persone obese io cadevo in crisi profonda e al ritorno a casa piangevo disperatamente, ogni loro parola era una pugnalata per me.
Io temevo moltissimo che la ragazza potesse "divulgare" in giro eventuali mie defaillances sessuali ed il terapeuta mi invogliava a fare la stessa cosa qualora fosse accaduto: ASSURDO!!!
Quando ci incontravamo mi salutava dicendomi:"beh, cosa dice il galletto?".
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente, ha verificato che questo psicologo sia iscritto all'albo?

Perchè ha aspettato un anno prima di cambiare?

Se non si trovava bene e non vi era una relazione di fiducia, cosa La spingeva a continuare la terapia?

Quali obiettivi terapeutici avevate concordato?
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dopo
Attivo dal 2008 al 2012
Ex utente
Si, credo che fosse iscritto ed era anche molto in confidenza con il prof. Nardone di Arezzo.
Ho aspettato tanto perchè pensavo di essere io quello inadeguato tra i due e quindi ho resistito finchè ho potuto.
Non ricordo si sia mai parlato di obiettivi in terapia.
Purtroppo lui sta avendo ragione, sono passati quasi dieci anni ed io sono nelle stesse identiche condizioni!!!
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

all'interno di una relazione psicoterapeutica NON DEVE assulatamente entrare la competizione tra terapeuta e paziente. Quindi non è che ha ragione il terapeuta, come se per Lei fosse una sconfitta. Nessuno dei due ha ragione. Bisogna cooperare insieme contro la sofferenza del paziente, non contro uno dei due membri della diade.

Piuttosto un passo potrebbe essere individuare cosa di buono (anche se poco non importa) c'è stato da questa esperienza.

Sentirsi inadeguato: ma era proprio qui che avrebbe dovuto cogliere l'occasione per dire al terapeuta come si sentiva. Nessuno è così diverso nella vita e probabilmente in quel momento si erano messi in atto schemi relazionali o cognitivi o di altro tipo che avrebbero costituito un ottima occasione su cui lavorare per capire meglio come Lei funziona.

Adesso però cosa intende fare?
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dopo
Attivo dal 2008 al 2012
Ex utente
La competizione aveva, negli ultimi tempi, i connotati dell'odio(da parte mia nei suoi confronti)!!
Lui diceva:"la terapia è questa e dipende solo date l'esito della stessa"
Il presuntuoso riteneva di essere infallibile!!!
Il terapeuta che frequentavo fino a pochi mesi fa, è una brava persona ed ha criticato l'operato dell'altro quantomeno nella misura in cui non sia stata affrontata in terapia la mia rabbia nei suoi confronti.
Il problema è da inquadrare nella difficoltà che ho ad accettare la mia situazione attuale: insoddisfazione professionale(posso studiare fino a 40 anni con i miei ritmi biblici?), affettiva(non ho mai sfiorato una ragazza che mi piacesse), amicale(i miei vecchi amici delle superiori non mi chiamano mai se non lo faccio io prima).
E' probabile che una ragazza della mia stessa età o giù di li sia single più per causa di forza maggiore che per scelta, ed un eventuale unione con una persona con i miei stessi problemi-lei mi insegnerà- è da scongiurare!
Non ho ancora lasciato definitivamente l'ultimo terapeuta e non so se devo farlo(è la mia unica valvola di sfogo)
Se lo lasciassi sarebbe il terzo, perchè parallelamente a lui, ne ho frequentato un altro che mi sembrava bravissimo ma che ho dovuto abbandonare per motivi di lontananza geografica.
Sono in STALLO totale!!!!!
Mi piacerebbe conoscere anche il parere di un terapeuta strategico sull'operato del primo terapeuta

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dopo
Attivo dal 2008 al 2012
Ex utente
Aspetto la preziosa replica della dott.ssa Pileci e di chiunque voglia darmi un parere!
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Io non seguo un orientamento "breve-strategico" di psicoterapia. Però vorrei domandarLe a cosa potrebbe servirLe il parere su un terapeuta di tale orientamento?

Non crede che il focus dovrebbe tornare su di lei, non sul terapeuta?
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dopo
Attivo dal 2008 al 2012
Ex utente
Mi sono espresso male, intendevo un parere on-line di un terapeuta strategico!
Concordo con lei , l'attenzione dovrebbe ricadere su di me!!
L' immobilismo è di proporzioni gigantesche e la cosa che più mi "affligge" è il senso di anestetizzazione che provavo con l'ultimo terapeuta e con il parallelo(quello geograficamente lontano).
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Anche il parere di un terapeuta dello stesso orientamento, secondo me, può essere utile fino ad un certo punto.
Questo perchè ciò che NON ha funzionato in quella terapia è stata la RELAZIONE.
Io sono contraria ad additare un metodo o un altro; se non si instaura nel giro di pochissimo tempo una relazione empatica e di fiducia con lo specialista è meglio cambiare subito.

Adesso però che cosa intende fare?
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dopo
Attivo dal 2008 al 2012
Ex utente
Non ho idea su come muovermi, mi dia lei un consiglio!!

Credo che farò visita all'ultimo terapeuta!
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Si affidi al terapeuta con cui c'è un'ottima relazione di fiducia. E, qualora ci fossero dubbi sull'operato del professionista o di qualunque natura, non esiti a parlarne direttamente a lui.

In bocca al lupo per tutto e ci faccia sapere, se lo desidera.