Comportamento dei bambini

Salve vorrei un consulto circa mio figlio. Ha 19 mesi e ogni volta che gli si dice che qualcosa non si fa, lui lo fa ancora di più e ride anche, come se fosse divertito dalla cosa...es. sbattere le ante della cucina, la bici per terra, prendere gli oggetti dai mobili ecc... All'inizio siamo stati molto dolci quando gli abbiamo spiegato che non lo doveva fare, ma era peggio (rideva e lo faceva di più), poi siamo passati ai castighi, nel senso che ogni volta, dopo ripetute riprese, lo mettevo nel carrozzino per un pò. Ora siamo passati alle sgridate, ma piange, per un pò, e poi riprende i suoi modi di fare. Come dobbiamo comportarci con lui, è piccolo ma già molto astuto. Ringrazio anticipatamente.
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Signora,
come lei stessa afferma il bambino è davvero ancora troppo piccolo per attribuirgli astuzie intenzionali nei vostri confronti.

Probabilmente il piccolo pensa che questo sia un bel gioco, non foss'altro perchè in questo modo attira l'attenzione dei genitori.

Un vostro comportamento fermo e deciso è la cosa migliore: toglietelo continuamente dalle antine della cucina, ecc. Se poi piange non sarà una grande tragedia.

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

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Dr.ssa Roberta Cacioppo Psicologo, Psicoterapeuta 338 11 2
Gentile utente,
a questa età i bambini tipicamente cominciano a "prendere le misure" rispetto a ciò che possono o non posso fare, e i primi a essere messi alla prova sono ovviamente i genitori.

E' una fase molto importante, sicuramente faticosa per i genitori, ma che permette di mettere delle basi fondamentali perchè in futuro il bambino possa imparare a valutare la realtà esterna, a relazionarsi con le altre persone, uscendo progressivamente dalla situazione di "egocentrismo" in cui fisiologicamente si trova.

E' importante che voi genitori siate il più possibile d'accordo nel tipo di reazione da avere con il piccolo, o che per lo meno condividiate il fatto che uno dei due può essere più normativo dell'altro in determinati frangenti e/o viceversa.

Potete anche provare a spiegargli il perchè delle vostre decisioni nei suoi confronti: piccolo, ma è importante che senta quanto siete in contatto con lui e quanto siete disponibili ad accogliere ed affrontare sia i suoi lati buoni, sia quelli cattivi.

Cordialmente,

Roberta Cacioppo - Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa clinica -
www.psicoterapia-milano.it
www.sessuologia-milano.it

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dopo
Utente
Utente
ringrazio vivamente entrambi...noi cerchiamo quasi sempre di spiegargliele le cose e perchè una cosa si fa o meno, lo gridiamo quando proprio ci porta all'esasperazione (quando ride!); in realtà è proprio come dite voi...dalle sue risate si capisce che lo prende come un gioco. Adesso, per esempio, mentre vi scrivevo, é salito sul carrozzino, rischiando di cadere. Gliel'ho fatto notare gentilmente, ma piangendo voleva rifarlo! Spero solo che col tempo capirà i nostri consigli (io sono quella più dura di solito, ma a volte questo ruolo lo affido a mio marito!). Grazie ancora!
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Dr.ssa Roberta Cacioppo Psicologo, Psicoterapeuta 338 11 2
Gentile utente,
è vero che suo figlio "lo prende come un gioco", ma non dimentichi che è un gioco con una profonda intenzionalità sottostante, attraverso la quale, appunto, sta cercando e costruendo la sua posizione nei confronti innanzitutto di voi genitori, e quindi del mondo esterno.

Per questo non si tratta tanto di "capire" i vostri consigli, quanto di chiarire quali sono i ruoli, distinguere bene tra un gioco che lui può fare con un suo amichetto e quello che invece può fare con mamma e papà, che sono degli adulti.

E' giusto che lei e il papà vi distribuiate il ruolo normativo, ed è giusto che moduliate i vostri interventi in funzione della gravità di quello che il piccolo fa, o di quante volte lo ripete.

Vedrete che, se non ha ancora cominciato, tra poco comincerà a mettervi alla prova con la fase del "no": rispondendovi spesso e volentieri in maniera negativa. E' indice della sua crescita, del necessario processo di identificazione con gli aspetti adulti che riguardano la normatività, il senso del limite.

Cordialmente,
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Dr.ssa Ilenia Sussarellu Psicologo, Psicoterapeuta 648 21 5
Gentile Signora
condivido pienamente le posizioni dei colleghi Bulla e Cacioppo; l'unica cosa che aggiungerei e riferita a quanto riferisce

<<noi cerchiamo quasi sempre di spiegargliele le cose e perchè una cosa si fa o meno, lo gridiamo quando proprio ci porta all'esasperazione (quando ride!>>

Questo è uno dei comportamenti che tipicamente generano confusione nel bambino nel senso che a 19 mesi, per quanto complesso ed in via di sviluppo, il suo funzionamento è ancora ad un livello "elementare".
Egli infatti non ha la capacità di seguire un discorso complesso che spieghi le motivazioni del no.

A lui basta sapere che questo si può fare mentre quello no; queste limitazioni tuttavia non è necessario che siano severe, ma devono essere decise e costanti.

Questo perchè se una prescrizione ora non vale (cioè quando decido di essere paziente, di tollerare) ma dopo (quando perdo la pazienza) ne chiedo l'immediata osservazione allora il bambino non capisce perchè, è come se pensasse: ma se prima me lo ha lasciato fare come mai ora ha cambiato idea?

Allo stesso modo il bambino non interpreta la spiegazione verbale (che non comprende) come una limitazione, anzi è portato ad associare quell'azione ad una piacevole (anche se incomprensibile)interazione verbale con la mamma, per cui la volta successiva è portato a ripetersi.

Tuttavia questa è teoria, per cui probabilmente non si presta ad una interpretazione corretta del comportamento del suo bambino e, tantomeno, vuole proporsi come soluzione ad un problema; magari sarà più utile come spunto di riflessione.

Cordiali saluti

Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense

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dopo
Utente
Utente
Innanzitutto ringrazio tutti voi per la immediata disponibilità.
Vorrei rispondere alla dott.ssa Cacioppo: mio figlio da circa due tre settimane ha iniziato a dire spesso "no". Come dovrei comportarmi? Dovrei imporre il mio ruolo, anche se si dispera? E lo dovrei fare in modo netto, senza spiegazioni?
Grazie mille. Saluti.
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Dr.ssa Roberta Cacioppo Psicologo, Psicoterapeuta 338 11 2
Gentile utente,
come già scritto, la fase del "no" è fisiologica e fondamentale pe lo sviluppo del suo bambino.

Penso che lei possa decidere in autonomia, a seconda delle sue priorità, su cosa limitare suo figlio o meno, e per le scelte importanti condividerà la decisione con il papà.

Le spiegazioni si possono dare, ovviamente semplici. Ma anche in questo caso dipende da qual è l'oggetto del contenzioso: per alcune questioni un bambino può imparare che mamma e papà possono prendere dellde decisioni per il solo fatto di essere proprio mamma e papà, e di essere gli adulti. Ne sono legittimati naturalmente.

Cordialmente,
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dopo
Utente
Utente
La ringrazio infinitamente...buona giornata e buone cose.
Cordiali saluti.