Lavoro o universita'?

salve a tutti sono un ragazzo di 24 anni e da 4 anni sono violentemente entrato nel mondo del lavoro.Dopo essermi diplomato al liceo scentifico aspiravo a diventare avvocato ma a causa di problemi familiri come una instabile situazione salutare di mio padre e per alcuni fallimenti universitari(ho dato 2 esami in un annon e sono stato bocciato ad altri 2) decisi di lasciare gli studi.Ero fidanzato con una bellissima ragazza che amavo pazzamente ma che mi ha lasciato dicendo che per lei ero un ottimo amico(per poi ricercarmi a distanza di 2 anni)diciamo che in circa sei mesi ,da ragazzo felicemente fidanzato e studente mediocre mi sono trovato catapultato nel mondo dell'imprenditoria edile.Nonostante gli sforzi iniziali mi sono inserito nel quarantennale lavoro di famiglia ma troppo spesso non mi sento all'altezza delle situazioni come curare i rapporti con operai banche fornitori ecc.....mio padre è sempre presente nella mia vita lavorativa ma è proprio questa presenza che non mi gratifica in quanto prima ero convinto che la mia vita dovevo costruirmela da solo e con sacrifici mentre invece ho trovato già tutto bello e pronto.Ho deciso così di riprendere gli studi cosa che mi mette una paura fortissima di risbagliare e di ricadere in quell'agonia da studente mediocre trentenne che non si laurea infatti ho desistito ma rimane sempre in me quel senso di fallimento in quanto studente che ha lasciato l'università e in quanto imprenditore che,non essendo ne geometra ne ingegnere,fatica a immettersi in un mondo così tecnico come quello dell'edilizia.Penso spesso di partire e lasciare tutto ma mi rendo conto che la cosa non è per niente facile infatti desisto sempre ma vivo con un forte senso d'angoscia.
Sono anche fidanzato con una splendida ragazza che studia con ottimi voti e lavora ma spesso non mi sento alla sua "altezza"in quanto lei costruisce il suo futuro giorno dopo giorno.
La cosa più triste è vedere TUTTI i miei amici che si laureano che iniziano a lavorare o che fanno viaggi di studi mentre io affronto i problemi dei cinquantenni lavoratori,sento di aver saltato un pezzo di vita che non mi sarà restituito e per quasto incosciamente accuso mio padre che ,nonostante mi abbia più volte spronato a studiare,contemporaneamente mi ha travolto nel suo mondo.Quando ci sono i classici problemi economici legati all'imprenditoria mi sento responsabile verso la mia famiglia perchè non essendo del mestiere forse non ho saputo giostrare bene una qualche situazione ma,fatto principale ,è che a me questo lavoro non mi gratifica ma mi fa solo PAURA. In questo periodo della mia vita mi rendo conto che mi lascio vivere affrontando i problemi quotidiani basandomi sulle esperienze altrui cosa che,ai tempi della scuola,odiavo con tutto me stesso.Non so se qualcuno può aiutarmi ma sta di fatto che non sto vivendo bene la mia vita ed ho paura di incappare in qualche errore che mi lascerà segnato a vita.grazie anticipatamente
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2009 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile Utente

A quanto pare la sua immaggine che lei ha di sè sembra orientata al fare al raggiungere obbiettivi, ai paragoni continuiu con gli altri(...)
La sua autostima ne risente certamente, vedere tutto in bianco o nero e una classifficazione mentale limitante per lei.

Le serve rassicurazione, orientamento ambientale certamente cose importanti visto che non le piace quello che fa e su questo un supporto psicologico va chiesto.

Si ricordi lei e lei, con la sua storia di vita esperienze ecc,la vita avrà per lei un orientamento diverso da quello del vicino di casa,dell' amico che i genitori li pagano l'università ecc.

Si faccia aiutare da un professionista vedrà che qualcosa può cambiare anche per lei(...)



Cordialmente