E' vero che ho subito parecchi colpi dalla sorte, la morte di mio padre,

Gentili dottori, ho 35 anni, nubile, allergica al matrimonio e ad oggi a qualsiasi legame di fatto, terribilmente single dopo l'ennesima relazione fallita.Non mi mancano le occasioni per divertirmi e parliamo di " storie " e non di avventure, l'ultima con un uomo sposato vissuta da entrambi decisamente bene e finita salutandoci con affetto e stima reciproca ( la prima volta che ho chiuso senza litigare e questo mi dà da pensare ).
Ora, considerando che mi sono sempre divertita un mondo, allegra, solare, tante relazioni, tante amicizie, tanto di tutto quanto, mi ritrovo da due anni a questa parte tranquilla, troppo, non ho più voglia di uscire, di far baldoria, di tirare tardi la sera, anche se esco in un modo che per me molti è normale ma non lo era per me, con mille idee sempre in testa.
E' vero che ho subito parecchi colpi dalla sorte, la morte di mio padre,
la fine di quello che credevo fosse vero amore, l'allontanamento dalla famiglia d'origine per incomprensioni sanate dopo anni,crollo di una posizione lavorativa di tutto rispetto e tante altre cose di contorno avvenute una dopo l'altra.
La mazzata è arrivata bella tosta, pensieri di suicidio, dolore allo stato puro,
mi guardavo allo specchio e non riconoscevo la persona che mi era di fronte ( sensazione agghiacciante),non vi dico cosa ho fatto per aggrapparmi a quell'amore che non c'era più, fino ad arrivare quasi a prendere farmaci( gettati due volte nel cestino per il terrore di ritrovarmi come mia zia perennemente in cura).
Sono riuscita forse grazie ad un' amica, forse grazie a me che avevo una gran voglia di ritrovarmi, forse grazie a non so che e so ora di essere ancora più forte di quanto lo ero prima, però mi è successa una cosa, non ho più emozioni, non sono apatica, ma non ho più desiderio di coinvolgere e di farmi coinvolgere, è come se fossi in un limbo dove faticosamente ho ricostruito il mio equilibrio, ho persino il terrore del cellulare ( quindi di essere cercata ), come se fosse un mostro che può scovarmi dappertutto e mi sento mancare l'aria, ho paura di far entrare di nuovo persone nella mia vita.
Posso pensare che sia un meccanismo di difesa, ma è un desiderio di libertà o paura di ricominciare?
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Dr. Luca Pizzonia Psicologo, Psicoterapeuta 58 3 2
Cortese utente,
la libertà dovrebbe essere la possibilità di esprimere sé stessi in qualsiasi sfera della propria vita.
E la libertà si dovrebbe, in linea di massima, esprimere anche nel vivere in pieno le proprie emozioni, positive o negative che siano.
Mi sembra invece che la sua difficoltà nasca proprio dal fatto che per lei le emozioni sembrano soltanto fonte di disagio.
E' probabile che gli eventi da lei descritti (la morte di suo padre, la fine di un legame importante e i conflitti familiari) abbiano accresciuto il disagio nei confronti delle sue emozioni.
Il fatto che lei riconosca il momento in cui si trova è già un ottimo punto di partenza.
Io credo che può essere utile, in questa fase della sua vita, rivolgersi ad un professionista, per valutare un eventuale percorso da intraprendere e farsi aiutare a ritrovare un equilibrio che comprenda anche la parte emotiva che lei, per scelta o per necessità, ha allontanato da sé.
Saluti

Dr. Luca Pizzonia
Psicologo Psicoterapeuta
Napoli
www.lucapizzonia.com

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Dr. Mariano Indelicato Psicologo, Psicoterapeuta 124 4 1
Gentile utente,
una domanda: dopo quanto tempo dalla morte di suo papà sono comparsi questi sintomi?

Indelicato Dott. Mariano
idm@dottindelicato.it
www.dottindelicato.it
www.psicoterapiacoppia.it

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Gentile utente, come il collega credo anch'io che la parola chiave sia "equilibrio". Lei deve trovare o ritrovare un equilibrio che le permetta di rimettere le cose nella giusta prospettiva.

La morte del padre può essere dolorosissima, ma di per sé non è un "colpo della sorte" dato che tutti noi, prima o poi, ci troviamo a dover affrontare quest'evento.

Riguardo alle relazioni lei stessa afferma di non essersi mai fatta mancare il divertimento, e questo può andar bene. Dovrebbe però sapere che avere una vita con molte relazioni può essere difficile da reggere per chi non sia emotivamente più che ben "equipaggiato". Non è cosa che chiunque possa permettersi senza rischiare, appunto, di perdere l'equilibrio.

I 35 anni poi sono un età di bilancio, forse ancor più per una donna. E probabilmente lei ora si sente sola, senza aver costruito una relazione stabile ma nel frattempo impaurita dalla prospettiva di legarsi troppo, o di soffrire.

Insomma, credo ci sia abbastanza materiale per raccomandarle di farsi aiutare da un professionista a vedere più chiaro in ciò che vuole.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#4]
dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
Sì, credo anch'io che ci sia qualcosa che non va, la libertà di essere se stessi è forse la cosa che più non ho o mi precludo da sola.
I sintomi sono comparsi dopo 3 anni circa dopo la morte di mio padre, non credo possano essere imputabili alla suddetta, anche perchè giustamente le perdite le hanno tutti, anche se poi dipende molto dal legame che si ha con una determinata persona, però è vero che ho iniziato il mio cambiamento ( chiamiamolo così) quando era palese ormai che mio padre non ci sarebbe stato più.
Sono diventata più cauta, ho cominciato ad aver paura, non ho cambiato più lavoro con frequenza assidua e forse è stato un male, perchè io nei cambiamenti ci sguazzo come un squalo in mezzo all'oceano, ho avuto paura di continuare ad essere me stessa perchè forse pensavo non ce l'avrei fatta da sola.
Forse è stato il solo pensiero di perdere una figura importantissima per me che, chiariamo, non mi ha mai aiutata nella vita, mi ha sempre spinta ad agire da sola e tutte le responsabilità ricadevano su di me.
E il parlare con voi e sentire tutti i vostri pareri credo sia un buon inizio per leggermi bene dentro e naturalmente rivolgermi anche ad un professionista del settore come voi.
Grazie.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
>>> io nei cambiamenti ci sguazzo come un squalo in mezzo all'oceano
>>>

Benissimo, l'unico problema è: lei ritiene di avere anche la pelle, spessa come quella di uno squalo? Perché se non ce l'ha, sottoponendosi a troppe sollecitazioni rischia di farsi del male.

Cordiali saluti
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Dr. Mariano Indelicato Psicologo, Psicoterapeuta 124 4 1
Gentile utente,
è chiaro a tutti noi che il papà prima o poi non ci sarà più e, quindi, di se per se non è un evento che può causare una serie di fastidi. Il problema, semmai, sono le relazioni con questa figura che con la sua scomparsa possono causare uno sconvolgimento a livello emotivo. Veda molto spesso i sintomi sono metafora di ciò che accade al nostro sistema emotivo. Ciò che mi aveva incuriosito dal suo racconto è che lei aveva citato la morte di suo padre insieme ai tanti cambiamenti che stavano avvenendo nella sua vita. E' chiaro che non può essere un caso che essi hanno il loro inizio in contemporanea alla diagnosi infausta per suo papà. A mio parere dovrebbe rivolgersi ad uno psicoterapeuta che l'aiuti ad analizzare questi avvenimenti.