Ansia da asilo

Gent.mi Dottori, mio figlio di 4 anni è da 4 giorni che al mattino, appena sveglio, comincia a piangere dicendo che non vuole andare all'asilo. Ci è sempre andato volentieri, sin dai primi giorni dello scorso anno, ma ora sta vivendo una "crisi" mai avuta prima.
Tutto è cominciato lunedì scorso: nel pomeriggio aveva la sua prima visita dentistica, visita per la quale lo avevo "preparato" affinché non si agitasse una volta arrivato in un nuovo studio medico: gli avevo parlato della poltrona "spaziale" reclinabile, che si alza e si abbassa, con una luciona per guardargli in bocca, e fino a lunedì mattina era tranquillo.

Non avevo fatto i conti con... i compagni d'asilo! In mattinata ha parlato con la sua amica Carolina, la quale gli ha detto che il dentista gli avrebbe tolto tutti i denti.. Risultato: quando il nonno, alle 15.30, è andato a prenderlo all'asilo, la maestra l'ha informato che era stata tentata di chiamarci per andarlo a riprendere, in mattinata, perché mio figlio aveva pianto fino alle 13, rimesso la colazione e non aveva mangiato nulla a pranzo perché era preoccupato per il dentista! Aveva provato a chiedergli se qualcuno gli aveva detto qualcosa, ma lui si era tenuto tutto dentro.
Così, prima dell'appuntamento, sono riuscita a farmi dire il motivo della sua preoccupazione, e a tranquillizzarlo nuovamente, e infatti è andato tutto bene.

Credevo fosse finita lì, e invece era appena cominciata: il mattino successivo, al risveglio, ha cominciato a dire che non voleva andare all'asilo, che gli veniva il vomito. Alla fine, lo abbiamo portato comunque, ma ha rimesso ancora la colazione e non ha mangiato nulla a pranzo. La sera, chiedendogli qual era la sua preoccupazione, mi ha risposto che la sua compagna gli aveva ancora parlato del dentista che strappa i denti, e ho cercato di spiegargli che ormai la visita l'aveva fatta, e non era successo nulla, quindi doveva stare tranquillo.

Ieri, mercoledì, si è ripetuta la stessa storia, e in più anche a cena non ha toccato cibo. Ancora una volta mi ha parlato della compagna Carolina, e ha passato parte della notte a piangere nel sonno.

Stamattina ancora pianti e minacce di vomito, e, sebbene non fossi pienamente d'accordo, mio marito e i nonni sono stati concordi nel tenerlo a casa, più che altro perché, essendo magrolino e non un gran mangione, saltare i pasti per più giorni è stato visto come il male peggiore che non dargliela vinta e tenerlo a casa. Comunque anche a pranzo non ha mangiato, nonostante fosse dai nonni, ed io abbia dato istruzioni affinché in mattinata non lo portassero ai giardinetti a giocare o evitassero di fargli vedere la tv (attività a lui gradita, che avrebbe potuto fargli pensare che è più divertente stare a casa incollato ai cartoni animati piuttosto che andare all'asilo)..

Insomma, non so più come comportarmi: tenerlo ancora a casa un giorno, magari facendolo visitare dal pediatra per verificare che non sia tutta colpa di un virus che causa nausea e inappetenza,
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile signora, più che della "compagna Carolina", sarebbe forse più appropriato parlare della "perfida Carolina", ma d'altronde a quell'età la perfidia è abbastanza comune. Quindi sarà bene che suo figlio, un po' alla volta, impari a farci i conti. E continuando a tenerlo in casa, protetto, in realtà correte il rischio di radicare in lui la convinzione che, senza la protezione di qualcuno, non riuscirà a sopportare quello che gli succede, nella vita. Rischiate di creare le premesse perché un bambino intimorito diventi un adulto pauroso.

Perciò la linea generale dovrà essere quella di trovare il modo, gradualmente, di farlo andare a scuola, dal dentista e attraverso tutte le situazioni di vita che si troverà a dover affrontare. Da qui però sarebbe fuori luogo intervenire e suggerirvi come, dovreste pertanto rivolgervi a uno specialista. In prima battuta potete consultare il pediatra, per escludere virus e il resto, ma dopo dovreste consultare uno psicologo dell'età evolutiva o a indirizzo familiare-relazionale (o strategico).

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la risposta. In effetti mio figlio, primo nipote per i miei genitori e che, causa attività lavorativa sia mia che di mio marito, passa molto tempo con i nonni, che per loro natura lo "proteggono" a volte un po' troppo, è un tipo timido e vergognoso.
Non è sicuramente un male in sè, ma dispiace quando, ad esempio, lo vedo farsi da parte per lasciare spazio ai bambini più estroversi in attività che so piacciono anche a lui. E credo che il comportamento protettivo non gli giovi a crearsi una personalità più indipendente.
Tra un mesetto circa, in più, nascerà un fratellino. Probabilmente anche questo fatto, che sta diventando per lui sempre più concreto in quanto vede crescere il pancione della mamma giorno per giorno, magari gli crea ancora più bisogno di attenzioni da parte di noi genitori..
Sarà sicuramente un altro periodo denso di capricci, credo, per cui mi auguro di superare l'attuale "momento di crisi" quanto prima affinché non si sommi a quella che verrà.
Grazie ancora!
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