Soffro da 2/3 anni di depressione e bulimia

Buongiorno, sono un ragazzo di 18 anni(premetto molto sensibile di carattere) ,soffro da 2/3 anni di depressione e bulimia(fame nervosa).In questi anni ho visto solo cose brutte,amici falsi,la perdita di due familiari e di un mio amico, mio padre contro il suo tumore, vedere una famiglia gioiosa piena di felicità al menefreghismo, alle lite continue ogni giorno..Ho visto mia madre piangere ogni giorno.. mio padre dopo un giorno di lavoro, tornava la sera senza rivolgerci una parola, cenava e andava a dormire. Io, ad odiarmi fino a tal punto di desiderare la morte. mi odio, ho messo 45 kg.Forse L'unica forza di continuare avanti e non cadere più in basso è grazie alla presenza di Dio. Comunque ritornando a me... Ho provato ad andare in qualche psicologo ma sono andato solo una settimana e poi ho mollato. Per questa mia depressione ho perso due anni di scuola, non esco mai di casa,non ho più amici.Ora lunedì incomicio a studiare solo che quando vado a scuola: rimetto sempre dal nervoso, entro in ansia, piango, soffro di respirazione, tremo e vado in bagno. Come posso superare tutto questo!!!? (forse non sarà un problema serio rispetto agli altri ma io non ce la faccio più a soffrire così).
Spero che mi aiuterete.

Arrivederci
[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile ragazzo, la sofferenza che sta condividendo con noi sul nostro portale meriterebbe un aiuto qualificato.

Le cose della vita, per quanto brutte, dolorose, a volte schifose ci possano sembrare, sono fatti che ci accomunano tutti: tutti gli uomini e le donne perdono persone care, vanno incontro a delusioni, vivono momenti in cui tutto sembra difficile e privo di importanza.

Alcuni di noi imparano a reagire subito, con decisione; altri hanno bisogno di un periodo un pò più disteso per fare i conti con le loro emozioni; altri ancora entrano in un circolo vizioso di tristezza, pensieri negativi su di sè ("odiarmi fino a tal punto di desiderare la morte"), sugli altri ("amici falsi", "una famiglia gioiosa piena di felicità al menefreghismo"), sul mondo ("In questi anni ho visto solo cose brutte").

Se si comincia a vivere così, a volte la reazione che mettiamo in atto per fronteggiare questa sofferenza è il ritiro: cominciamo a non frequentare più le persone che ci deludono (e mi creda, caro ragazzo, tutti prima o poi sono delusi dagli altri; questo cosa le fa pensare?), a lasciare le attività che, come dice la parola stessa, ci "attivano". In altre parole, tendiamo a "disattivarci" e rinchiuderci in noi stessi.

Un rapporto alterato col cibo potrebbe essere una risposta comportamentale alle difficoltà di elaborazione alternativa e più funzionale del suo vissuto emotivo: in altre parole, scarica nel cibo la "tensione" accumulata, "riempiendo" ciò che le sembra vuoto.

Gentile ragazzo, non so a chi si sia rivolto e come mai abbia "mollato" dopo qualche settimana gli incontri con gli psicologi. Forse, sarebbe opportuno che lei si rivolgesse ad uno psicoterapeuta, esperto in disturbi dell'umore, che possa starle accanto nel "viaggio" di riconquista della sua libertà e della gioia di vivere che, alla sua età come in altre, è una meta importante per tutti noi esseri umani.

"E' impossibile", disse la paura
"E' solo più difficile del previsto", rispose il coraggio

Cordialmente
[#2]
Dr. Carlo Plaino Psicologo 22 1
Depressione e comportamento alimentaro non regolato spesso vanno di pari passo. Gli eventi della vita le fanno passare un brutto periodo e srebbe opportuno rivolgersi ad uno psicoterapeuta senza "mollare" il percorso terapeutico stesso. Iniziare un processo di accettazione per ciò che è accaduto disgraziatamente nella sua famiglia potrebbe risultare utile così come qualche training di rilassamento per ciò che vive quando si reca a scuola: tutto questo però richiede continuità nella terapia.

"Dopo tanta salita, arriva la discesa"

Distinti Saluti
Dr. Carlo Plaino
www.psicologibergamo.altervista.org

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