La paura di rimanere soli

Di cose da dire ce ne sarebbero fin troppe, ma non ne ho né la voglia né la forza, dal momento che si tratta del solito copione di sempre.
Al liceo mi sono ritrovata in una classe tutta al femminile e decisamente competitiva. Le uniche persone con cui avevo socializzo sono esattamente quelle con cui risulta ‘’scomodo’’ socializzare in quanto non apprezzate dalla massa. Me ne infischio di questo, non sto di certo attenta a non avvicinarmi a persone che attualmente verrebbero etichettate con la parola ‘’sfigate’’ per evitare di essere giudicata anche io allo stesso modo.
Mi comporto da amica, con loro rido, scherzo, mi confido, cerco di esserci quando ne hanno bisogno e li difendo quando vengono umiliati gratuitamente e pesantemente, conquistandomi il disprezzo della maggior parte. Dopo un paio di anni la favoletta finisce: piaccio ad un ragazzo e quelle che ritenevo amiche, invece di essere contente per me, si dimostrano delle iene, architettando piani d’ogni sorta per allontanarmi dalla possibilità di conoscere nuove persone ed evitare che questo ragazzo mi cerchi.
Rompo i rapporti e seguono mesi piuttosto duri, in cui mi sento sola.
Un giorno, non so né come né perché, mi ritrovo a parlare per la prima volta dopo quasi 5 anni con una mia compagna di classe. Ci iniziamo a conoscere proprio quando l’ultimo anno di liceo era ormai agli sgoccioli. Tramite lei, ho conosciuto un gruppo di persone con cui credo di aver vissuto forse l’anno più bello della mia vita.
E’ stata la mia prima comitiva, non ne avevo mai avuta una, mi sembrava un sogno. Faccio fatica ad integrarmi inizialmente, loro si conoscevano da una vita mentre io ero solo appena arrivata, ma non demordo. Con loro si è aperto un mondo del tutto nuovo: le prime uscite fino alle 5 del mattino, le passeggiate in spiaggia all’alba, le notti in discoteca, ma anche gli sfoghi ed il supporto reciproco quando occorreva. Mi sembrava di aver iniziato a vivere, e che di lì a poco la strada sarebbe stata solo che in discesa. Mi organizzarono persino una piccola festa il giorno del mio compleanno, quando ero con loro mi sentivo come a casa, con quella sensazione di familiarità.
Poi, quest’estate, l’equilibrio del gruppo si è alterato ed io sono stata inspiegabilmente fatta fuori. La comitiva in un primo momento si è spaccata in due, solo recentemente ho scoperto che si è quasi del tutto riunita, anche con quelle persone che a me avevano sempre negato di essere rientrate nel gruppo e di aver ripreso ad uscire tutti insieme.
Non avevo la possibilità di vederli, così scrivo loro una mail, anche se solitamente detesto parlare tramite lo schermo di un pc, ma era l’unica possibilità.
Esprimo loro il mio disappunto, non capivo cosa stesse accadendo, ma mi mostro disposta, prescidendo quali sarebbero state le sorti del gruppo, a conservare i rapporti, anche individualmente, con nuovi presupposti. ‘’Io ci sono’’, avevo scritto, ‘ e mi piacerebbe che anche per me ci foste voi’.
Risultato? Mai più chiamata, mai più cercata, alcuni di loro neanche hanno risposto, altri mi hanno rassicurata con un mucchio di falsità. Sono stata all’improvviso cancellata e rimpiazzata, come se niente fosse, senza motivo.
E’ stata una pugnalata per me, ho cercato di superarlo, ma ad oggi sento di non esserci riuscita del tutto e di soffrirci ancora quando leggo di come organizzano le loro uscite dalle quali sono esclusa.
E’ come se mi mancasse l’ultimo step, ma non ci riesco. Ho inoltre il rimpianto di non aver coltivato molte amicizie nel primo anno di università, perchè avevo loro e mi sentivo bene.
Fra una settimana sarà il mio compleanno e compio 20 anni. Mi domando con chi lo passerò, se dovrò accontentarmi di qualche ‘’falsa’’ compagnia, oppure farne a meno. Perché mi succede questo? Le persone entrano ed escono dalla vita senza un perchè. Ma io sono stanca di avere a che fare con gente che da un giorno all’altro può scomparire.
Sono demotivata e sento di aver fallito in qualcosa, anche se non capisco bene di cosa si tratti.
Ho come la sensazione che crearmi nuove amicizie sarà difficile, e forse sarà anche troppo tardi..
Cordiali Saluti
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Gentile utente,
lei non nomina amicizie precedenti a quelle degli anni del liceo: sarebbe interessante sapere se prima delle superiori ha stretto legami d'amicizia significativi, e se i rapporti si sono guastati anche in quei casi con le stesse modalità che si sono verificate in seguito.
Le persone di solito non entrano ed escono dalla nostra vita senza un motivo, e se le fosse possibile rintracciare un comune denominatore che leghi fra loro le diverse esperienze d'amicizia "fallite" potrebbe anche riflettere su quale può essere stato il suo ruolo in queste situazioni, e su quali caratteristiche accomunano i suoi (ex)amici.
In questo modo potrebbe capire se tende a stringere legami con un determinato tipo di persone, magari all'apparenza molto diverse fra loro, ma che in realtà interagiscono con lei con identiche modalità.
Il "successo" o "fallimento" dell'amicizia dipendono dalle caratteristiche del rapporto oltre che dalle caratteristiche dei singoli individui, e quando si realizza un incontro "fallimentare" fra due persone tale esito è responsabilità di entrambi, come individui, e della "combinazione" che hanno creato stringendo un legame.
Di solito si può rintracciare una tendenza a stringere relazioni con amici (o partner) che permettono di ricreare rapporti con analoghe caratteristiche, anche se questo non è sempre palese: solo lavorando su sè stessi e sul proprio modo di essere si può cambiare e instaurare nuovi legami con tipologie di persone differenti rispetto al passato.
Capisco che l'avvicinarsi del suo compleanno le renda ancor meno sopportabile questa situazione, ma lei è ancora molto giovane e ha tutto il tempo per lavorare su di sè e costruire solide amicizie che potranno accompagnarla nella vita.

Cordialmente,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Alle elementari avevo 2 amiche con cui stavo sempre insieme. Una l'ho persa di vista alle medie, l'altra ho avuto modo di ritrovarla al liceo.. e non so se sia stata una fortuna o meno!
Non mi sembra ci sia un denominatore comune...
Davvero non capisco cosa c'è che non va nel mio comportamento!
Ovviamente anche io ho i miei difetti e faccio i miei sbagli, ma in questo ultimo caso non capisco proprio cosa avrei fatto di sbagliato.
[#3]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Il discorso è complesso, anche perchè spesso ci si rende conto dei denominatori comuni solo a distanza di tempo e dopo attenta riflessione.
Ad esempio ci sono persone che stringono relazioni con partner "sbagliati" per loro, e si rendono conto solo alla fine che le storie si sono concluse tutte in modo simile perchè anche le premesse erano analoghe.
Se in questi casi fosse tutto chiaro fin dall'inizio si eviterebbero molte delusioni, ma non è così.
Oltretutto è sempre difficile analizzare il proprio ruolo e i propri comportamenti in maniera completa e obiettiva, senza poterli vedere dal di fuori come farebbe una terza persona.
Non è detto che lei abbia fatto qualcosa in particolare che ha allontanato i suoi amici: a volte un amico o una compagnia si rivelano "sbagliati" per noi dopo un periodo di rapporto sereno, o magari erano "giusti" per noi in un determinato momento, ma non lo sono più stati in seguito.
In ogni caso abbia fiducia e non pensi che ormai sia troppo tardi per fare nuove amicizie!
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Dopo un paio di anni la favoletta finisce: piaccio ad un ragazzo e quelle che ritenevo amiche, invece di essere contente per me, si dimostrano delle iene, architettando piani d’ogni sorta per allontanarmi dalla possibilità di conoscere nuove persone ed evitare che questo ragazzo mi cerchi.
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Gentile ragazza, come ha già detto qualcuno, per quanto male possa fare un uomo a una donna, non potrà mai fargliene quanto un'altra donna.

Per il resto concordo con la collega: sarebbe da approfondire il suo modo di rapportarsi agli altri per capire questa sua apparente "sfortuna" relazionale, solo che da qui è difficile farlo perché mancano troppi indizi. La cosa migliore sarebbe fare dei consulti con uno psicologo, di persona. Se tuttavia vuol aggiungere qualcos'altro la ascoltiamo.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com