Comportamento da padre

Salve, sono un padre cinquantatreenne di un giovane di 22 anni che mi fa vivere, insieme alla moglie, in trepidazione. Vado ai fatti: da quando tre anni fa si è diplomato sono successe tante cose. Infatti, appena iniziato i corsi alla facoltà d'Ingegneria, il sottoscritto venuto a conoscenza che la propria azienda in cui lavora assumeva giovani, a nome suo inoltrava la domanda. Dopo un mese il suo nominativo venne prescelto e, merito suo, superava brillantemente le varie selezioni per entrare a lavorare in questo grande ente, con grande mia soddisfazione, sebbene con la qualifica di operaio e con un contratto di apprendistato di 4 anni. Anche lui, accettandolo di buon grado, apprezzava l'autonomia economica che gli procurava,convinto che, comunque, poteva con un notevole sforzo, onorare entrambi gli impegni. Nello stesso tempo questa scelta, lo costringe ad abitare fuori dalla propria residenza di famiglia,in quanto questa grande città dista circa 90 Km, e quindi solo nei fine settimana riesce a ritornare a casa.E' importante anche sapere che da parte di noi genitori, ogni qualvolta lui si lamentava di questo lavoro, secondo lui, molto frustrante, gli veniva proposta anche la possibilità del licenziamento in modo da poter focalizzare la sua attenzione esclusivamente sullo studio e poter, quindi, fare una vita come tutti i giovani della sua età, cioè in famiglia. Questa idea la bocciava seccamente in quanto oramai apprezzava la vita indipendente e portava avanti i due interessi con alterne fortune (ha infatti superato 13 esami in due anni e si trova al terzo anno). Il problema è che, nel frattempo, lui è cambiato tanto: ha cominciato a frequentare amici più giovani, anche di due o tre anni, eleggendo come modello però una vita sregolata fatta di solo eccessi (alcool, ed uso di cannabis) nonchè di notti in discoteca con rientro anche molto tardi. L'escalation in negativo lo ha portato a diventare scontroso con la famiglia ed emotivamente incapace ad instaurare un rapporto stabile con chi lo circonda, soprattutto con l'altro sesso, se non per avventure sessuali. Aggiungo che nel mese di aprile del 2010 alle ore 02,45 è stato vittima di un incidente automobilistico con altre tre auto coinvolte ed in una di queste, purtroppo, sono perite tre persone. Fortunatamente lui con i suoi tre amici, che ritornavano da un concerto tenutosi molto distante, sono rimasti illesi. Alla guida della sua auto si trovava in quel momento un suo amico, mentre mio figlio dormiva dietro (alticcio??). Comunque, chi ha provocato il tutto era un automobilista con un tasso alcolico del triplo rispetto a quello consentito per legge, che piombava ad alta velocità sulle auto. Ho avuto tanti scontri verbali con lui, ma l'effetto è stato quello di crearsi due vite parallele diametralmente opposte: una di ragazzo perbene, da mostrare a parenti e conoscenti, tutto studio e lavoro, l'altra come dicevo prima, completamente dissoluta, ed anche ai limiti della legalità (mi risulta che lui procaccia piccoli quantitativi di cannabis ai suoi amici, anche loro consumatori).E' necessario anche ricordare che io e mia moglie lo abbiamo, circa due anni fa,reso proprietario di un alloggio di cui ce ne siamo accollati il costo di oltre la metà ed il rimanente lo paga lui tramite un mutuo ventennale con una quota mensile di circa 370 € (il suo salario è poco meno di € 1.400) . Aggiungo che si mantiene completamente provvedendo anche al pagamento delle tasse universitarie e dell'auto, nonchè dividendo le spese dell'alloggio (luce, gas, condominio, ecc.) con altre due ragazze universitarie straniere che occupano una stanza dell'appartamento. Ma il motivo per cui le scrivo è il fatto che mio figlio risulta essere sempre di più fragile di carattere e sempre più schiavo dei vizi e del fumo.......... al quale non riesce a rinunciare per adesso in alcun modo (lui dice che è stressato e nervoso ed un giorno, quando sarà più sereno, ci proverà a smettere). Ma c'è in lui la consapevolezza di sbagliare. Infatti, anche tramite social network (face book), lancia messaggi più o meno espliciti, dove fa intendere di voler cambiare vita,tipo quello di cercare un equilibrio interiore anche da un possibile amore verso una ragazza di cui lui sia perdutamente innamorato, che gli procuri quella fiducia in sè stesso per poter “normalizzarsi” sia nel campo sociale che lavorativo. Per favore ci aiuti, indicandoci il comportamento da seguire da parte di noi genitori nei suoi confronti, considerando che siamo entrambi genitori avviliti e stressati, ed il tutto ci causa frequenti litigi. Ricordo anche che abbiamo anche un altro figlio al IV anno di liceo (ha18anni), che potrebbe risentire di queste problematiche familiari?
[#1]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le utente,
quello che lei descrive è uno scenario molto articolato nel quale emerge un atteggiamento molto protettivo da parte delle figure genitoriali che si concretizza in:

- agevolazione nell'ingresso nel mondo del lavoro;
- collaborazione nella copertura delle spese del mutuo;
- sistematica disponibilità ad accettare il suo rientro a casa.
- monitoraggio del suo account su facebook, ecc.

Ora capisco che tutte queste scelte siano state fatte in buona fede ma, probabilmente, hanno rappresentato e tuttora rappresentano un ostacolo nel processo di svincolo ed individuazione che suo figlio sta faticosamente portando avanti, anche l'assunzione di comportamenti a rischio ma forse disperatamente alla ricerca del limite rispetto ad una situazione di pseudo-indipendenza.
Sarebbe utile che voi possiate far affidamento su un sostegno psicologico, in modo da individuare modalità relazionali alternative e più funzionali.
Naturalmente anche per suo figlio sarebbe auspicabile un percorso di psicoterapia, ma sarebbe controproducente fare questo tipo di richiesta, in genere quando arriva dai familiari viene quasi sempre rifiutata.
Cordialmente

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#2]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile utente,
concordo pienamente con quanto espresso dalla collega aggiungendo solo che, a mio parere, vi potrebbe essere di aiuto rivolgervi ad uno psicoterapeuta sistemico-relazionale, particolarmente indicato per le difficoltà che
avete esposto.

Auguri di serenità.



Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

Tumore al seno

Il tumore al seno è il cancro più diffuso in Italia: quali sono i fattori di rischio e come fare prevenzione? Sintomi, diagnosi e cura del carcinoma mammario.

Leggi tutto