Come affrontare l'argomento con una bambina

Salve, non so se questa sia la giusta categoria, volevo un parere su un fatto molto delicato che non mi riguarda in prima persona ma una mia cara amica.. Lei è mamma di una bambina di 2 anni e purtroppo questa bambina ha assistito ad una scena di violenza tra i genitori, purtroppo ha visto il papà picchiare la mamma...
La bimba successivamente non ha parlato di questo accaduto,il papà non lo cerca più, si comporta in modo normale, forse un po' ''appiccicoso'' e diciamo premuroso con la mamma, ma non mostra di essere cambiata, di avere problemi per ciò che ha visto e non ha chiesto niente alla mamma sul fatto che il papà abbia fatto quel che ha fatto.. insomma non ha parlato dell'accaduto.
La mia amica si domanda che comportamento avere con la figlia, se deve dirle che è stato il padre a picchiarla, se deve spiegarle la situazione e come affrontare il discorso, la bimba è piccola ma in fondo non così piccola da non rendersi conto e non capire. Lei vorrebbe capire che collegamenti ha fatto la piccola nella sua testa riguardo ciò che ha visto.. cosa ne pensa.. se questo può aver lasciato dei segni o se non ha dato troppo peso all'accaduto.. come ha giustificato la bambina questo comportamento insomma!!! Secondo voi dovrebbe affrontare il discorso? Come? Magari durante un gioco... facendole tranquillamente qualche domanda...Oppure peggiorerebbe la situazione? Secondo voi questa situazione va approfondita? Vi ringrazio..
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Gentile signora,

tecnicamente si può parlare di "violenza assistita" quando un bambino assiste a scene di violenza che coinvolgono persone alle quali è legato da vincoli affettivi e che sono per lui figure di riferimento.
Esporre un bambino alla violenza configura una forma di maltrattamento psicologico che porta con sè conseguenze anche gravi, come tutti i maltrattamenti.

La bambina si è sicuramente resa conto di quello che stava succedendo, tanto più se ha mutato comportamento coerentemente con quanto ha visto.
Di conseguenza nel parlarle la madre dovrà tenerne conto, e soprattutto dovrà aver chiaro per quale motivo le sta parlando: indagare su cosa ha capito? Minimizzare? Colpevolizzare il padre?

La sua amica non avrà forse potuto far nulla per evitare che la bambina assistesse, essendo lei stessa vittima del proprio marito, ma dovrà farlo se in futuro le violenze si ripetessero.
Soprattutto sarà importante che non faccia finta di nulla con il padre della piccola e che cerchi il modo di risolvere la situazione - se necessario anche allontanandosi da lui.

Episodi di questo tipo erano già successi?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
A volte l'ansia dei "grandi" può creare o aggravare problemi dove non ce ne sono. Non è possibile da qui sapere quale sia stata la reazione della bambina, né capire i rapporti che esistono fra il padre e la madre e fra loro e la bambina. Potrebbe essere che la bambina, magari per motivi caratteriali, sia riuscita a fronteggiare e a suo modo superare la cosa, oppure no. Il punto è che ogni caso è un caso e per questioni delicate come queste sarebbe improprio dare "consigli" a distanza. Oltretutto per interposta persona.

L'unica cosa sensata da fare, se la sua amica vuol togliersi il dubbio, stare serena e non rischiare di alimentare o addirittura creare altre ansie nella bambina, è rivolgersi a un professionista di persona.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr. Edoardo Riva Psicologo, Psicoterapeuta 102 3 2
Gentile utente,
non sembra esserci nessun segno di disagio preoccupante nel comportamente della piccola.
L'"appiccicosità" è dovuta ad un comprensibile timore di perdere la madre, ma questo aspetto sarà passeggero se non si ripeteranno gli episodi di violenza.
Non è tanto l'episodio negativo ad essere decisivo nel bambino, quanto la sua capacità di farvi fronte. Occorre quindi aspettare che la bambina esprima i suoi bisogni. Mi sembra in effetti un po' troppo da adulti l'idea che si debba con lei "affrontare un discorso" e che si necessiti che la bambina sia rispettata nel suo ritmo di digestione dell'accaduto (che non sia forzata a parlare come la madre lo è stata percossa fisicamente dal padre per intenderci). Se proprio vuole osservarla nel gioco o nel disegno lo si faccia pure, mi sembra una buona premura. Giocare insieme permette all'adulto di correggere il finale di alcune storie inventate dal bambino, quando queste risultino ripetitivamente incastrate su particolari angoscianti (violenze, scontri, rotture con annessa disperazione).

Dr. Edoardo Riva
Psicologo, Psicoterapeuta