Il mio ragazzo ha paura di rimanere senza amici e io non riesco a legere con i suoi

Cari medici,
questa è la seconda volta che cerco soluzioni o meglio consigli da voi .L'ultima volta insperatamente le vostre risposte mi hanno portato a diverse soluzioni ma soprattutto mi hanno dato quel senso di sollievo che si ha dopo aver parlato con qualcuno, spero anche questa volta di provare lo stesso giovamento dell'ultima volta.
Come gia avevo scritto precedentemente sto con un ragazzo meraviglioso da 2 anni, e dico meraviglioso non perchè sia perfetto ma perchè con tutti i suoi pregi ma soprattutto con tutti quanti i suoi difetti per ME è perfetto.Lui è una persona particolarmente aperta all'amicizia e riesce a conquistare chiunque con la sua simpatia .Io invece sono tutta l'opposto sono parecchio diffidente non so se di natura o per cattive esperienze pregresse in passato.Per quello che ho potuto capire in questi anni, ha un attaccamento quasi fetale ai suoi amici il che lo trovo bellissimo ,tutto questo lo porta inevitabilmente anche ad aver la paura di perderli.Dopo varie discussioni siamo arrivati ad una stasi equilibrata con i nostri spazzi e quelli in comune con gli amici. Tuttavia quando la paura riaffiora lui nn perde occasione per farmi notare quanto poco io abbia legato in questi 2 anni con i suoi amici .Io mi sento in colpa vorrei in tutti modi essere la ragazza perfetta che lega con tutti ma come faccio ?Con alcune ragazze ho legato ma con alcune proprio non riesco parlano fra di loro di cose loro e quando ho l'occasione di parlare ho paura di dire cose che non dovrei dire o dire stupidaggini e allora mi suona in testa la cosa che mi ha detto lui una volta" Quando vedi che la gente non ti ascolta evita di parlare "oppure "se non hai abbastanza esperienze da raccontare non devi parlare per forza" .O ancora quando vede che parlo con qualcuna di loro si avvicina per capire se dico qualcosa di sbagliato per farmelo notare in privato.Non so davvero cosa fare?Vorrei davvero essere come lui, capace di legare con tutti , capace di fingere anche quando la persona con cui parli non ti piace...Ma non riesco, ho paura delle persone che non capisco e ho paura di nn essere capita da loro. Ho una maledetta paura delle persone in generale...ho persino paura del contatto fisico , solo dopo anni abbraccio la mia migliore amica che ha avuto la pazienza di aspettare i mie tempi...Purtroppo mi rendo conto che non tutti possono aspettarmi e allora mi ritrovo ad ascoltare discorsi come fa una bambina di 3 anni convinta di non essere abbastanza interessante o brava o importante ..a volte mi ritrovo ad osservare le persone e vedere la bellezza , la luminosità che emanano e io mi vedo bella solo quando mi trucco e neanche...Sto bene con lui ,ma quando lui mi dice che non lego e che perdo occasioni che le sue amiche mi offrono quando io vedo solo atteggiamenti di chiusura ,mi cade letteralmente il mondo addosso.SO di avere un problema di socializzazione e fin da piccola ero molto timida ma cme posso migliorarmi e sbloccarmi da tutto ciò?
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Dr.ssa Irene Bellodi Psicologo, Psicoterapeuta 30 1 9
Cara utente,

dalla sua richiesta mi sembra di percepire due aree principali che lei ritiene importanti.

La prima è legata alle relazioni sociali in senso lato del termine, mi riferisco in particolare alle affermazioni che lei fa riguardo alla "paura" di relazionarsi agli altri, ai tempi che le sono necessari per sentirsi in confidenza con qualcuno e così via.

La seconda area che le interessa e che l'ha spinta a chiedere questo consulto riguarda invece il rapporto che il suo ragazzo ha con queste sue modalità di affrontare le relazioni sociali.

Per prima cosa la vorrei rassicurare sul fatto che non esiste un modo unico e standard per relazionarsi con gli altri. Esistono persone che si destreggiano tra le persone in modo più agevole e disinvolto ed altre invece che impiegano più tempo per capire meglio chi ha di fronte e regolare il proprio comportamento in base alla persona .
Non c'è un modo giusto o un modo sbagliato, semplicemente, ogni modalità ha pro e contro. Ciò che crea disagio è il credere che la nostra sia la modalità sbagliata.

Ciò che invece mi sembra di capire, è che ciò che la mette in difficoltà è il confronto con il suo ragazzo ed una serie di emozioni che entrano in gioco durante i momenti di scambio sociale che la spingono a dire "mi sento in colpa vorrei in tutti modi essere la ragazza perfetta che lega con tutti ma come faccio ?"

Le risponda a questa domanda con un 'affermazione fatta da lei stessa nei confronti del suo ragazzo: "meraviglioso non perchè sia perfetto ma perchè con tutti i suoi pregi ma soprattutto con tutti quanti i suoi difetti per ME è perfetto".

Perchè lei non può essere la ragazza perfetta nonostante i suoi "difetti?"

saluti



Dr.ssa Irene Bellodi

[#2]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Mi pare che lei e il suo ragazzo condividiate lo stesso problema, solo da punti di vista diversi. Lei, perché non riesce a legare con alcuni suoi amici e lui, perché ha paura di perderli. Sembrate insomma la classica coppia di ansiosi che trova nello stare insieme (anche) una stampella per qualcosa che ognuno dei due non è capace di ottenere singolarmente.

Se le cose stanno così dovreste essere entrambi disposti a cambiare, perché unilateralmente risolvereste poco. Anzi, quando fra due ansiosi solo uno dei due diventa improvvisamente più coraggioso, il rapporto può incrinarsi.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#3]
dopo
Utente
Utente
Tanto quando provo a parlargli lui non mi ascolta ....guarda la tv oppure parla con qualcuno mentre noi siamo al telefono, o addirittura cambia discorso come niente...non riuscirò mai a fargli capire i miei discorsi...
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2011 al 2011
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentilissima,

Francamente non si capisce come lei possa ritenere "meraviglioso" un ragazzo che: non la ascolta quando lei gli parla, che le preferisce la TV (di questi tempi poi...), che quando siete al telefono, invece di parlare con lei parla con altre persone, che quando lei gli fa un discorso lui "come niente" cambia argomento, che le vuole imporre i suoi amici, che la critica invece di sostenerla, quando siete con altre persone...

Ora, è chiaro che quando c'è l'amore si è disposti ad accettare tutto dalla persona amata, ma perché la vostra coppia possa funzionare nel tempo è assolutamente necessario, sin d'ora, cambiare le regole del vostro rapporto, e renderlo decisamente più paritario.

A me sembra inoltre che la sua autostima in questo periodo sia veramente bassa: tutti le sembrano migliori di lei, tutti hanno qualcosa da dire, tutti sono simpatici, e lei no.

I rapporti di potere all'interno della vostra relazione appaiono asimmetrici tanto che, più lei cede, più lui acquista potere, più lui acquista potere, più lei perde la fiducia in sé stessa.

Vorrei invitarla a riflettere sul fatto che essere timidi non è sempre un difetto: la timidezza è un aspetto del carattere, come essere esitanti o determinati, ordinati o disordinati, sognatori o realisti. Se tutti fossero delle farfalle sociali, come il suo ragazzo, non vi sarebbero più persone riflessive, che si preparano bene sui loro compiti, che si comportano bene perché temono il giudizio altrui, che sanno calarsi nei panni degli altri perché hanno acquisito la capacità di riflettere sulle emozioni e sui sentimenti...

Pensi alle opere d'arte: la musica, la pittura, la letteratura. Sono tutte creazioni artistiche che derivano sostanzialmente dalla difficoltà di comunicare all'esterno ciò che si prova. Se non vi fossero state e non vi fossero delle persone timide, ci troveremmo in un mondo pieno di istrioni, che cercano solo il palcoscenico e il consenso sociale, senza essersi preparati a sufficienza per affrontare le sfide della vita.

Concludendo, le consiglierei di evitare di colpevolizzarsi così tanto per la sua timidezza, che invece va valorizzata nei suoi aspetti positivi, fra i quali c'è sicuramente una disponibilità particolare nei confronti delle persone amate, come il suo ragazzo del resto sicuramente ben sa (e apprezza).

Come dice la canzone, "se siete insieme, ci sarà un perché..." E dunque, perché concentrarvi in modo conflittuale su ciò che vi divide, anziché solidarizzare su ciò che vi unisce?

Auguri, per tutto ;-)