Terrore dell'università

Gentili Dottori,
sono un ragazzo di 19 anni e mi ritrovo ora alle prese con la scelta del mio futuro, che credo mi stia portando alla depressione. Partiamo però con un breve excursus degli anni passati.
A scuola sembravo assolutamente portato ed appassionato allo studio, visti gli alti voti che conseguivo; di contro però, non ero socievole. Il mio modo di fare i compiti era superficiale (max 1 o 2 h al giorno, saltavo qualche materia, mai ricerche o approfondimenti se non per voto maggiorato o se l'argomento mi interessava) prendevo comunque ottimi voti perché le verifiche non erano molto difficili. La mia vita sociale era invece allo sfascio: legato a 2 o 3 amici intimi, non mi aprivo agli altri. Passavo le mie giornate in casa e incontravo i miei amici fidati giusto il sabato a casa, senza uscire con loro.
Essendo anticipatario, mi sono diplomato l'anno scorso a 18 anni al mio liceo scientifico con 100 e lode. Tutti si aspettavano una brillante carriera universitaria, ma io non la vedevo così. Nonostante i miei ottimi voti, in questi anni avevo studiato tutte le materie con uniformità senza appassionarmi a nessuna, mi preparavo le paginette indispensabili per le interrogazioni e non andavo oltre.
Finita la scuola, la mia vita sociale è rinata: ora ho più amici (appena più piccoli di me) con i quali esco la sera e pratico sport all'aperto.
Ciò che mi ha fatto tuttavia sprofondare nella disperazione è stato il momento della scelta universitaria: non essendo appassionato a nessun ambito, non sapevo che facoltà scegliere; anzi, avevo e ho tuttora il terrore dell'università nel vedere la mole di studio necessaria per affrontarla.
Lo scorso settembre, in preda al panico per il tempo che stringeva presi una decisione affrettata: iscrivermi a Informatica. Avvisai i miei genitori che era solo un esperimento, del quale conoscevo il fallimento in partenza. Infatti questo gennaio l'ho lasciata perchè non reggevo i ritmi di studio, non mi piacevano le materie e l'ambiente, e non volevo fare il programmatore come mestiere.
A differenza di ciò che pensano tutti, io non ho un metodo di studio che vada bene per l'univ. (il mio "metodo" è solo servito per cavarmela in un mondo scolastico spesso e volentieri facilitato); e anche se avessi un buon metodo, non ho una determinazione o passione per reggere il percorso universitario.
Adesso mi ritrovo nella stessa situazione dell'anno scorso: i miei vorrebbero che mi iscrivessi all'univ. ma io ho il terrore più totale. Non so qual è la strada della mia vita, se è quella di laurearmi in non so cosa (facendo pagare tasse univ. a papà non so per quanti anni), o trovare subito un lavoro (quasi impossibile visto il mio diploma di liceo e la crescente disoccupazione). I miei compagni di classe (che hanno sempre preso la vita alla leggera e con i quali, per qst motivo, mi sono spesso e volentieri scontrato) vanno avanti come treni all'università, e io invece qui paralizzato da questa scelta.
Vi chiedo aiuto...
Grazie
[#1]
Dr.ssa Silvia Rotondi Psicologo, Psicoterapeuta 117 6
Gentile utente,
potrebbe richiedere una consulenza psicologica presso uno psicologo della sua zona ed esporre queste stesse problematiche , il confronto diretto e la discussione su questi argomenti sono certa che aprirebbero la strada a nuove idee e intuizioni.
Difatti mi sembra che lei abbia un giudizio piuttosto rigido su cosa significhi avere un buon metodo di studio, inoltre credo che la sua preoccupazione sia anche relativa alle amicizie che sottolinea di aver recentemente costruito, probabilmente il fatto di andare all'università la allontanerebbe da relazioni da cui ora si trova soddisfatto, infatti mi sembra che solo ora si stia godendo un po' di divertimento e rilassatezza. Mi chiedevo se pensa che una volta intrapreso un nuovo corso di studi non abbia piu' tempo e spazio per il divertimento ? E se non sia questo aspetto a bloccarla ...

Cordialmente Dr.ssa Silvia Rotondi
www.silviarotondi.it
338-26 72 692

[#2]
Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

ha pensato di informarsi presso i centri di orientamento universitari?
Se cerca su google troverà indicazioni in tal senso.

Mi permetta inoltre di farle notare che lei lo scoglio dell'iscrizione all'università l'ha già superato, ora se in caso, si tratta di cambiare facoltà, cosa che può succedere.
Tutto sommato da ciò che descrive ha affrontato egregiamente la carriera scolastica finora, ed anche se non ha metodo di studio ha ottenuto dei risultati che persone con metodi di studio *più solidi* dei suoi non hanno ottenuto, e mi corregga se sbaglio.
Potrebbe anche scegliere una facoltà ad ampio spettro che permette di fare delle scelte man mano che sostiene gli esami.

Personalmente mi rtirovo molto nella sua descrizione, per cui dopo la scelta di psicologia m'imposi di trovare un gruppo di studio se non altro per contenermi e sentirmi obbligato a stare al passo con gli altri.

Siccome ero lento, trovai tanti gruppi di studio...

Al di là del metodo standard deve anche rispettare i suoi tempi, ma anche le sue scelte. Trovi il suo metodo di studio.
Come mai l'unica opzione che ha davanti a sé è l'iscirizione all'università?
Esistono anche corsi professionali non finalizzati al conseguimento della laurea.
Esistono anche corsi per tecniche di memoria che aiutano a trovare strategie collaudate di memorizzazione e quindi forniscono anche un metodo di studio.

Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492

[#3]
dopo
Utente
Utente
Per la Dott.ssa Rotondi:
Mi ritrovo perfettamente nella paura (da Lei "diagnosticatami") di perdere le amicizie che ho costruito solo adesso, dopo anni di chiusura che mi hanno molto allontanato dalla vita normale che dovrebbe condurre un mio coetaneo. In effetti non sono mai riuscito a conciliare l'impegno con lo svago, ed è forse questo "paraocchi" uno dei miei difetti maggiori. Per questo non ho mai vissuto la mia vita a pieno, ed è una delle cose che i miei mi rimproverano maggiormente.
Ora è come se stessi vivendo adesso la mia adolescenza mentale, quando quella anagrafica è passata da un pezzo...

Per il Dott. Bellizzi:
Nonostante i voti un po' più bassi dei miei conseguiti dai compagni, ho sempre invidiato loro la passione o l'interesse che provavano per certe discipline. Un voto normale ma conquistato col cuore (magari dando più sfogo all'entusiasmo che alle nozioni teoriche), secondo me è sempre meglio di un voto alto ma preso con totale disinteresse, facendo bene solo lo stretto indispensabile. Per questo non concepivo cose tipiche del mondo universitario come approfondire da più fonti, schematizzare o riassumere, studiare contemporaneamente da più libri e dispense, passare dalle 10-20 pagg. di una verifica liceale alle centinaia di un singolo esame universitario (questo è il principale motivo di terrore per me), studiare insieme ad altri (fino ad ora ho sempre studiato da solo). Terrò comunque in considerazione alternative all'università come il corsi professionali (consiglio molto valido), anche se qui al Sud purtroppo opportunità come queste sono davvero poche...

La difficoltà che ho sempre avuto è stata quella di scegliere, perchè inevitabilmente una scelta apre qualche strada ma ne preclude molte altre. Ad esempio iniziare a lavorare subito o proseguire gli studi? La 1° scelta sicuramente fa ottenere un guadagno immediato e una certa indipendenza economica, ma potrebbe far pentire a posteriori davanti a retribuzioni più basse. La 2° è quella che orienta a guadagni sicuramente più alti, ma richiede anni di sacrifici (studio e tasse a spese dei miei) e soprattutto è tutta un forse, perchè non si sa SE e QUANDO si finiranno gli studi, e se ne sarà valsa la pena alla fine. L'incertezza mi ha sempre spaventato

Ringrazio in ogni caso per le risposte
[#4]
Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

anche la non-scelta è una scelta...
Se sceglie di non scegliere motivato dall'incertezza ha comunque fatto una scelta.
E se anche si sceglie qualcosa che poi risulta inadatto, allora molte volte è possibile modificare le proprie scelte ed *aggiustare il tiro*.
Ci sono alternative possibili, o *vie di fuga*.
Delle volte non abbiamo alternative, ma delle volte le abbiamo.
[#5]
Dr.ssa Silvia Rotondi Psicologo, Psicoterapeuta 117 6
Gentile ragazzo,
Personalmente non credo che sia valido il fatto di dover all' università necessariamente approfondire determinati argomenti se non se ne ha l' interesse. Anche perché in genere l' esame e' stabilito su determinati testi e la scelta se approfondire e' lasciata allo studente.
Si goda questo periodo e cerchi di capire se ha un reale interesse per un argomento o per una futura professione. Rifletta, magari su quanto e' difficile per lei conciliare studio e divertimento e che potrebbe avere lo stesso problema qualora dovesse conciliare lavoro e studio. Inoltre io non connetterei automaticamente università ad maggior guadagno. Conciliare i reali interessi e passioni nella scelta di un lavoro solido che possa dare un buon guadagno oggi( situazione socio- economica italiana ) e' uno tra i compiti piu' difficili.