Panico alla guida

Buongiorno, vi scrivo per un problema di panico alla guida che mi perseguita da qualche anno e che pare peggiorare invece che migliorare.

La mia storia in breve: nel settembre 2007 ho avuto un grosso attacco di vertigini e sensazione di sbandamento mentre ero alla guida, per fortuna senza nessuna conseguenza, sono riuscita a fermarmi a un'area di sosta e passare il volante a un'amica che era con me.
In seguito a questo episodio mi è stato diagnosticato un forame ovale pervio, causa tra altri di episodi di emicrania con aura. Il parere dei medici è che le vertigini alla guida siano state causate da un attacco di aura.

Da quel momento non ho più avuto problemi (qualche aurea, in media una volta all'anno, a cui reagisco con esperienza e senza paura)

Nonostante cio', a distanza di anni, mi prende panico alla guida SOLO nei casi in cui mi rendo conto di non essere in condizione di potermi fermare in sicurezza.
Mi spiego meglio, ho ripreso a guidare subito dopo l'attacco e guido senza problemi da allora, ma quando sono in autostrada nella corsia di sorpasso o in una galleria, ecco che mi prende il panico, mi sento soffocare, ho paura di svenire e di non potermi fermare in sicurezza. In altre occasioni (autostrada senza traffico o strade normali trafficate) non ho ovviamente nessun problema.

Mi rendo totalmente conto che sia semplicemente una paura psicologia, ma nonostante cio' non riesco assolutamente a evitare il panico.
Pensavo che col tempo, guidando senza problemi e rendendomi conto che non c'è nessun problema fisico, la situazione sarebbe migliorata.
E invece oggi mi sono ritrovata per caso dentro una galleria piuttosto lunga ad una sola corsia e il panico è stato totale, nonostante ci fosse il mio ragazzo accanto a tranquillizzarmi e a farmi capire che non c'era niente di cui aver paura.

Ho pensato a farmi aiutare da uno psicologo ma sono in viaggio col mio ragazzo da sei mesi e prevediamo di viaggiare ancora almeno un anno, prevalentemente con mezzi pubblici e poca possibilità di guidare, ma soprattutto poca possibilità di restare stanziali abbastanza per avere un buon sostegno psicologico che duri un buon periodo.

C'è qualcosa che posso fare, da sola o con l'aiuto del mio ragazzo, per cercare di uscire da questa spirale?
Grazie in anticipo.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Utente,

se prima di quell'episodio e al di fuori dei momenti in cui è alla guida e non può fermarsi non soffre di alcun disturbo d'ansia nè di attacchi di panico è possibile che quanto le è accaduto costituisca per lei un trauma, sui cui effetti è possibile intervenire mediante una tecnica chiamata EMDR.

Ovviamente è necessario che lei si rivolga ad uno psicologo per questo genere di riabilitazione, che in linea di massima si completa nell'arco di alcune sedute.

Se pensa di rientrare fra qualche mese a questo punto non penso che possa fare altro che rimandare al suo ritorno la soluzione del problema: non penso esistano "consigli" da mettere in pratica per lasciarsi alle spalle una difficoltà di questo tipo, tanto più in assenza di un approfondimento diagnostico che non è possibile attuare senza un contatto diretto.

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Psicologo attivo dal 2012 al 2016
Psicologo
Gentile Utente,

da sola è difficile che riesca a ridimensionare il problema, è meglio che si rivolga a uno specialista.
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dopo
Utente
Utente
Grazie mille per le vostre risposte, per me è già molto sapere cosa poter fare.
Provero' a contattare uno specialista non appena ci fermeremo per un periodo un po' lungo in qualche zona.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Bene, faccia così e se vuole ci informi sugli sviluppi della vicenda.

Le faccio tanti auguri,
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