Paura del terremoto

Il nostro piccolo ha quasi nove anni e ha sempre avuto paura di qualcosa, a periodi, del buio, di restare solo nelle stanze di casa senza di noi, del fuoco, di andre a scuola perchè c'era un compagnetto che picchiava le bambine. La scossa di terremoto di venerdì scorso anche se lieve lo ha turbato molto, si trovava a scuola. Quando sono arrivata da lui era pietrificato ma non ha pianto, mi ha detto che non voleva più ritornare in quella scuola.
Da quando siamo rientrati a casa lui vuole avere sempre il papà accanto, o meglio segue il papà dappertutto: lavoro, calcetto, negozi. Piange quando questo non avviene. E dice di non sentirsi più sicuro a casa sua quando non c'è papà.Il rientro a scuola è stato peggiore. Noi lo portiamo a scuola ma dopo un paio d'ore sia ieri che oggi ci hanno chiamato perchè lui diceva di aver mal di testa.
Poi ci ha detto che aveva la sensazione che stesse succedendo di nuovo "quello che successo venerdì", come dice lui. Abbiamo provato a parlargli confortandolo, dicendo che è tutto passato, che è normale aver paura ma poi tutto deve tornare come prima , il lavoro di mamma e papà la scuola gli impegni pomeridiani. L'insegnante gli ha lasciato un testo libero: venerdì 13 aprile 2012 le mie emozioni. Lui non ha scritto niente che potesse riguardarlo direttamente, Ha raccontato quello che successo alla zia e cioè: la zia dormiva e svegliandosi ha chiesto a nonna cosa fosse successo, la nonna ha detto che era solo un tuono. Allora la zia è tornata a dormire e non è successo niente.
Vorremmo capire io e mio marito se imporgli di tornare a scuola oppure è giusto consentirgli qualche giorno di stacco, possiamo parlare dell'argomento?quando piange che vuole andare da papà in ufficio devo assecondarlo? Volevo sottolineare che di solito nostro figlio non dice direttamente cosa lo turba lo capiamo dal cambiamento di comportamento. Questa volta però non riesce a nascondere.
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Dr.ssa Sarah Cervi Psicologo, Psicoterapeuta 74 1 1
Gentile utente,
i bambini attraversano diverse paure nell'arco del loro sviluppo ed è un fatto del tutto naturale, purchè siano gestibili e col tempo vengano superate. Chi più, chi meno tutti i bambini hanno delle paure. C'è da capire, dunque, se suo figlio queste paure che lei elenca le ha superate o meno, come le ha affrontate, come avete reagito voi quando le manifestava... Se le ha superate allora ha delle buone risorse che gli consentono, anche se all'inizio fa fatica, di gestirsele. Se non lo ha fatto allora va aiutato ad imparare a gestire le sue emozioni.
Il terremoto può suscitare delle reazioni emotive molto intense, è un qualcosa di profondo legato a vissuti se vogliamo "primordiali", figuriamoci per un bambino che magari non capisce nemmeno bene di cosa si tratta. E poi avendo vissuto questa paura fuori dalla famiglia in compagnia di altri bambini e adulti, non possiamo sapere come queste altre persone hanno reagito all'evento e in che modo possono essersi influenzati reciprocamente...
Sarebbe utile in ogni caso stimolarlo a condividere ciò che ha provato. Potreste esprimere prima voi le vostre emozioni, magari la sera a tavola o creando un'occasione ad hoc in cui possiate condividere con lui come avete vissuto questo evento, tutti insieme. Iniziate voi dicendo come vi siete sentiti e provando a chiedere a lui di fare altrettanto, ma senza forzarlo. Dedicate, se necessario, più spazi per condividere i vostri vissuti, se non lo fa la prima volta, vedendo voi che lo fate potrebbe decidere col tempo di aprirsi...

cordialmente

Sarah Cervi
www.psicologadellosviluppo-roma.blogspot.it
www.comunitalaquiete.blogspot.it

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
L'ideale sarebbe riuscire a rassicurare il bambino senza però fargli evitare il ritorno a scuola. Sul come farlo, è difficile da suggerire via web senza il rischio di sbagliare. Potete certamente parlare dell'argomento, ma possibilmente senza usare toni catastrofici o preoccupati. Tenete presente che i bambini assorbono più gli aspetti emotivi e comportamentali, più che le spiegazioni logiche, per ovvi motivi.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Maria Luisa Abbinante Psicologo, Psicoterapeuta 56 1
Gentile utente,
può accadere che dopo un evento così emotivamente attivante si sviluppino paure più o meno intense.
Bisognerebbe aiutare il bambino a "digerire" quella paura che continua a disturbarlo.
In questo senso potrebbe essere utile un momento di condivisione sull'accaduto, in cui ciascuno potrà esporre le emozioni provate. Magari può partire da un disegno in cui chiede a suo figlio di rappresentare una persona durante il terremoto, chiedendogli successivamente cosa ha provato secondo lui quella persona, cosa hanno fatto gli amici di quella persona, i suoi genitori, ecc...... in questo modo potrà guadagnare una via d'accesso alle sue paure e rassicurarlo.
Credo che sia utile anche spiegargli cos'è un terremoto e come comportarsi durante... per dargli delle strategie di comportamento che rendano la situazione meno spaventante.
Nei limiti del possibile, però, non asseconderei il suo tentativo di evitare la scuola perchè potrebbe essere controproducente.

Dr.ssa Maria Luisa Abbinante
Psicologa Psicoterapeuta
www.psico-milano.org

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dopo
Utente
Utente
abbiamo affrontato la giornata di ieri senza tornare sull'argomento, l'avremmo fatto se lui ce ne avesse fatto cenno, nello stesso tempo lui è stato tranquillo tranne quando ieri sera a cena parlando di una compagnetta di scuola lui si è irrigidito ha detto che gli stava tornando il mal di testa e non ha più mangiato. Naturalmente abbiamo capito e abbiamo detto che poteva distendersi sul divano anche se stavamo cenando e c'erano gli zii e il cuginetto (ho organizzato la cena in compagnia perchè sapevo che sarebbe stato contento), oppure aspettava che il cugino avrebbe finito e poi potevano tornare a giocare. Sono tornati a giocare tranquilli e ha pure ripreso a mangiare.
Stamattina visto l'episodio di ieri sera non gli abbiamo imposto di andare a scuola, ho solo parlato con lui chiedendogli se aveva bisogno di tempo per far passare "questa cosa", perchè mamma e papà glielo avrebbero dato, e gli ho chiesto se secondo lui questo momento passerà. Mi ha risposto che passerà che non si sente pronto di tornare a scuola e che deve passare venerdì.
Ci siamo accordati di tornare a scuola lunedì ma nel frattempo di pomeriggio si vedrà con i compagnetti per fare i compiti o per stare in compagnia, e che se vuole parlare io e papà siamo pronti ad ascoltarlo non ci arrabieremo.
Mi è sembrato più sereno.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara signora,

il tentativo di assecondare le richieste di vostro figlio dovrebbe essere molto circoscritto e non "allargarsi" più di tanto nel tempo.
L'obiettivo da porsi è quello di rassicurarlo dandogli tutte le informazioni che ha decisamente l'età per capire su come avvengono i terremoti e sul fatto che è piuttosto raro che siano così forti da far crollare i palazzi, invece di seguirlo sulla strada che sta prendendo, confermandogli implicitamente che ha ragione ad avere paura.

Avete capito di cosa ha avuto paura in particolare e cosa si immagina che possa capitare?

E' importante che fra di voi vi abituiate a parlare di più di quello che provate, stimolando il bambino a farlo e dandogli l'esempio: il solo desumere da atteggiamenti o comportamenti lo stato d'animo corrispondente non è d'aiuto a vostro figlio, che dovrebbe essere invece sostenuto nell'esprimere quello che sente e nel riflettere sulle proprie emozioni (e su quelle altrui).

Lei ci ha detto infatti:

"di solito nostro figlio non dice direttamente cosa lo turba lo capiamo dal cambiamento di comportamento",

il che non è particolarmente positivo sia perchè manca la chiamata in causa del diretto interessato, sia perchè c'è la possibilità che vi sbagliate o non cogliate malesseri e turbamenti dei quali è importante che il bambino impari a parlarvi.

Forse oggi vi sembra che basti guardarlo per capire, ma un domani, quando sarà un adolescente, apprezzerete il fatto di aver creato con lui un dialogo su questi temi e di averlo abituato a confidarsi con voi.

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it