Depressione, tristezza, ansia, solitudine

Salve, sono un ragazzo di 23 anni, che 2 anni fa, esattamente il giorno del suo 21° compleanno, è caduto in fortissima depressione. In realtà è da quando avevo 12-13 anni che mi sento molto triste. E credo di non esserne mai uscito. Ho avuto una infanzia e una adolescenza molto difficili, adolescenza priva di relazioni sociali significative. Pochi amici, che poi con gli anni mi hanno voltato le spalle. A scuola ho sempre parlato poco, quasi mai. Sono sempre stato un ragazzo timido e molto introverso, il "bravo ragazzo" che si impegna sempre. Ero preso dall'ansia e dalla paura, non mi trovavo bene in mezzo agli altri, mi sentivo inadeguato e avevo l'autostima a zero...da piccolo ero oggetto di derisione e prese in giro degli altri bambini, per quale motivo? Non lo so, io non lo so...forse vedevano che ero tremendamente insicuro. Cosa che sono sempre stato e che per nascondere ho deciso appunto di chiudermi in me stesso. E questo mi ha portato ancora più infelicità nella vita.
Ora ho soltanto 2-3 amici (solo maschi) e non riesco più a conoscere gente nuova. Non ho mai avuto una ragazza. Non frequento quasi mai i locali notturni di divertimento, perchè non ho mai nessuno con cui andare e perchè alcune volte subentra l'ansia poco prima di andare e alla fine succede che non esco. Ripensando a tutto questo, a 21 anni come detto sono caduto in depressione. Piangevo tutti i giorni, dopo che per anni non avevo versato una lacrima (ma mi ero tenuto tutto dentro). A 17 anni mi sono diplomato e ho trovato un lavoro, ma facevo avanti e indietro con il treno e arrivavo sempre stremato a casa. Quell'anno persi il lavoro e la mia crisi si intensificò, così l'anno scorso decisi di rivolgermi a una psicologa e cominciare una terapia cognitivo-comportamentale. Ora è passato 1 anno e, non mi sento depresso, ma molte volte ho attacchi di pianto e/o tristezza e attacchi d'ansia e mi sento solo. Oltretutto sono di nuovo senza lavoro da 1 mese e mezzo e non ho voglia di fare niente, non mi piace niente, ho provato nuovi hobby ma li ho lasciati dopo pochi mesi. Non ce la faccio più, se non penso al suicidio è perchè spero di uscirne...ma più passa il tempo, più mi sento solo.
Non ho mai preso farmaci in vita mia, prendo solo il Samyr nei cambi di stagione, ma ultimamente non sta facendo alcun effetto. Tutte queste paure mi hanno come paralizzato.

Volevo capire se a vostro avviso devo continuare la psicoterapia, oppure se devo rivolgermi anche ad altro. Grazie in anticipo e buona giornata.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Puoi dirci in che cosa consiste questa psicoterapia? Contenuti discussi in seduta, frequenza delle sedute, eventuali compiti ricevuti ecc.

La tua sembrerebbe una depressione (sempre se ti è stato diagnosticato dalla collega) sopravvenuta in seguito all'incapacità di risolvere il problema d'insicurezza e isolamento sociale, come una forma di rinuncia.

La psicoterapia è certamente un aiuto valido per problemi come quello che descrivi, ma se dopo un certo tempo non si vedono risultati si pone il problema se continuarla, magari rivedendone gli obiettivi di comune accordo con il terapeuta, oppure cambiarla.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazzo,
Il samir 400 chi lo ha prescritto?
Il generico, uno specialista?
La psicoterapia sicuramente aiuta, ma tal volta, si associa ad un percorso combinato, cioe' farmacoterapia e psicoterapia.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#3]
dopo
Utente
Utente
Dunque, le sedute psicoterapeutiche inizialmente erano 1 volta a settimana, poi nell'ultimo periodo 1 volta ogni 2 settimane. Inizialmente mi è stato dato un libretto sull'autostima e le sedute erano incentrate su come migliorarla, poi si è passati alle relazioni (di amicizia e affettive), lei scriveva i passaggi importanti su dei fogli che poi io mi riguardavo a casa e c'erano anche delle esercitazioni (del tipo "Parla dei tuoi hobby preferiti"). Nelle ultime sedute invece semplicemente le dicevo come avevo passato l'ultimo periodo e lei mi dava suggerimenti su come affrontare le situazioni. Diciamo che abbiamo stretto amicizia.

Il Samyr 400 mi è stato fortemente suggerito dalla psicologa e me lo sono fatto prescrivere dal mio medico di base.
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Caro ragazzo,

penso sia comprensibile il suo stato di scoraggiamento dopo anni di tristezza, pianti e isolamento sociale.
Probabilmente si sarebbe aspettato un miglioramento dalla terapia che ha coraggiosamente intrapreso e, non vedendolo, a distanza di un anno, immagino si chieda quale sia il senso del percorso.
Anche questo è assolutamente comprensibile.
Quello che non possiamo conoscere da qui è la sua storia di vita, unica ed irripetibile; storia che la psicologa che la sta seguendo conosce certamente meglio di noi; storia fatta di emozioni, cognizioni, affetti, relazioni...

Il consiglio migliore credo sia quello di parlare di queste sue perplessità alla sua psicologa; ne parli apertamente, senza censure.

Tenga conto che un supporto farmacologico potrebbe essere utile a meglio affrontare anche lo stesso percorso terapeutico; parli anche di questo alla sua psicologa.

Un caro saluto

Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com

[#5]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Diciamo che abbiamo stretto amicizia
>>>

Forse questa è l'impressione che hai ricevuto tu; dal punto di vista della professionista si tratterà di alleanza terapeutica. Ma etichette a parte, si tratta di un punto importante, perché è difficile fare psicoterapia se non c'è intesa fra terapeuta e paziente.

Purché non si stia parlando di amicizia vera e propria, dove ci si raccontano le cose proprio come fra amici, ma non mi pare questo il caso.

>>> Il Samyr 400 mi è stato fortemente suggerito dalla psicologa e me lo sono fatto prescrivere dal mio medico di base
>>>

Forse allora non si tratta di una psicologa, ma di una psichiatra, dato che gli psicologi non si occupano di farmaci. Puoi confermare?
[#6]
dopo
Utente
Utente
No no, lei è psicologa psicoterapeuta. Non mi ha prescritto niente, mi ha solo suggerito di prenderlo e io, tramite il medico di base, lo prendo. Me lo ha suggerito perchè ha esperienza con il Samyr, avendolo usato a sua volta.

Sì comunque non ho detto tutto quanto di me, tutto quello che ha provocato quello che sto vivendo, però queste sono le cause principali a mio avviso.
In ogni caso tengo a chiarire che ho deciso io di mia spontanea volontà di iniziare quel percorso, perchè ero e sono consapevole di stare male.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Non mi ha prescritto niente, mi ha solo suggerito di prenderlo e io, tramite il medico di base, lo prendo
>>>

Uno psicologo non dovrebbe né prescrivere né consigliare questo o quel farmaco. Ad ogni modo se il tuo medico è stato d'accordo nel dartelo vorrà dire che anche lui avrà valutato che fosse opportuno. In ogni caso è strano che un medico prescriva farmaci su suggerimento di uno psicologo, soprattutto se il suggerimento è: "L'ho preso anch'io e mi ha fatto bene". I farmaci vanno scelti non solo in base al disturbo ma anche in base alla persona e alla sua anamnesi medica, che solo un medico può fare.

Tornando alla psicoterapia:

>>> lei mi dava suggerimenti su come affrontare le situazioni
>>>

Questi suggerimenti si sono rivelati efficaci? In questo periodo che sei stato in terapia, hai visto miglioramenti riguardo al tuo problema d'isolamento sociale, oppure non ne hai visti?
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dopo
Utente
Utente
No, in sostanza non ho ottenuto miglioramenti. Forse sono meno depresso, ma i problemi ci sono ancora tutti.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Se il problema fondamentale per cui ti sei rivolto alla psicoterapia ancora non è stato intaccato, dovresti averne parlato apertamente alla terapeuta per trarne insieme le conclusioni del caso, che essenzialmente possono essere due: o aggiustare la terapia, o interromperla.

Ne avete già parlato e tentato gli aggiustamenti del caso?
[#10]
dopo
Utente
Utente
Qualche mese fa già avevo dei dubbi e glieli ho espressi. Lei ha tentato di mandarmi da un suo collega, ma l'unica seduta che mi ha fatto non mi ha convinto.

Gliene riparlerò e vedremo cosa succede.
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