Rapporto con mia madre

Salve,
ho davvero bisogno di un confronto, di un consulto anche se non so bene da che parte cominciare. Cercherò di essere sintetica ed oggettiva.
Mia madre quand'ero molto piccola si è separata da mio padre (col quale non ho rapporti) e ha iniziato una storia con un altro uomo dal quale ha avuto una figlia. Questo signore (che io ho creduto mio padre per anni) appena nacque mia sorella sparì. Da quì una serie di tentativi di mia madre di ricrearci attorno una famiglia. Ho sempre apprezzato la sua forza ed il coraggio con cui ha cercato di tirare avanti. Viviamo 5 anni con un signore molto autoritario, nervoso, lunatico e talvolta violento. Dopo l'ennesimo scoppio di collera decidiamo di venire via da casa sua. Viviamo altri 6 anni con un altro signore molto buono e generoso però privo di iniziativa, con numerose problematiche sue irrisolte che un po' alla volta rovinano il matrimonio con mia madre. Io in tutto questo ho sempre visto mia madre come una "vittima" come una donna molto sfortunata che ha sempre dato tutta se stessa per ricevere in cambio nulla. A 19 anni vado via di casa, col mio compagno, ho un bambino (voluto e cercato). Mia sorella adolescente resta in casa con mia madre e quest'ultimo signore. Dopo sei mesi la situazione degenera di nuovo, si affrontano le procedure per la separazione e mia madre comincia a prendersi degli spazi suoi per svagarsi. In questa fase che dura da un anno a questa parte conosce persone e inizia relazioni (3 nello specifico) sperando ogni volta che sia l'uomo giusto e che sia per sempre ed in questo ci coinvolge in quanto figlie. Dobbiamo sapere la verità (ci dice) e lei a noi non nasconde nulla. I primi due signori in questione si dimostrano immancabilmente (di nuovo) delle persone poco equilibrate. Ora siamo al terzo uomo: malato di gelosia, possessività, tirchieria. Un tipico uomo da film di quelli che mettono in guardia le donne sui "mariti-carnefici". Un geloso patologico direi. Ad ogni litigata lei dice che lo perdona per l'ultima volta. Come aveva fatto in passato con il signore autoritario a cui accennavo sopra. Lei si vanta di doti diplomatiche invece a mio avviso è solo debole. Io le ho detto che dopo tutti questi anni non ho più intenzione di supportarla moralmente in questi suoi ripetuti "suicidi". Ha 53 anni ma non ha imparato e non vuole imparare dai suoi errori, dovrebbe VEDERE ciò che ha davanti senza coprire lo schifo con gli occhiali dell'entusiasmo. Si racconta frottole e se ne convince da sola. Io da figlia, cresciuta solo con una madre, mi rendo conto ora che non è la donna che credevo. Che tutti i suoi principi e regole ferree le ha imposte a noi ma che lei è piena di contraddizioni, convinta solo della sua verità. In questo lei continua ad accusarmi di essere troppo severa, rigida, poco diplomatica. Io le voglio bene e non sopporto di vederla così di nuovo. Sono sempre io che poi alla fine devo aiutarla a riprendersi. E lei mi aggredisce come fosse problema mio. Grazie x l'ascolto.
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Cara Utente,

non è molto chiaro dalla sua richiesta che tipo di risposta si attende da noi.
Il problema che ci segnala riguarda, eventualmente, la vita relazionale di sua madre.
Potrebbe essere più precisa?

Grazie

Un caro saluto

Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Mi rendo conto di non essere stata molto chiara...
Ciò che mi fa soffrire è il sentirmi continuamente accusata. Io ho lasciato sempre dietro di me rapporti di stima ed affetto con tutti. Il fatto che mia madre continui a dirmi che sono estremista, che non sono in grado di essere diplomatica, che nella vita dovrò ingoiare rospi e che se continuo così, prima o poi, mi ritroverò sola mi crea una grande angoscia . Sto vivendo due delusioni: mi vedo crollare l'immagine di mia madre e dall'altra mi sembra che proprio lei che dovrebbe essere fiera di me è l'unica che non mi ascolta mai e che mi giudica di continuo.
Non riesco a creare quella "barriera" interiore che dovrebbe proteggermi da tutti i suoi sfoghi irosi nei miei confronti. Mi sembra che a volte getti su di me tutte le insoddisfazioni che ha vissuto sinora. Io cerco solo di starle vicino e per altro solo quando me lo richiede. Non sono un'impicciona. Però se da una parte mi tende la mano e dall'altra me la taglia io non so più come comportarmi. Non so nemmeno io che risposta mi aspetto. Forse avevo solo bisogno di sfogarmi. Mi sento delusa ed offesa e col cuore in gola piango da tre giorni. E' brutto rendersi conto che le persone che ami sono completamente diverse da ciò che credevi e non ci pensano due volte a ferirti metri gli stai asciugando le lacrime.... Chiedo scusa per il tempo rubato e se ancora una volta non sono stata precisa.
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Cara ragazza,

non si deve scusare per lo sfogo; siamo qui per poter dare ascolto alla vostra voce anche se, purtroppo, i limiti di un consulto a distanza sono anche quelli di non riuscire, a volte, a comprendere bene quale sia la motivazione del consulto.

In questo caso sarebbe inutile dirle che il problema relazionale di sua madre andrebbe probabilmente affrontato con uno professionista, soprattutto perché dovrebbe essere sua madre ad avere consapevolezza di questo suo "disagio" e a volerlo guardare negli occhi.

Per quanto riguarda lei, pur comprendendo empaticamente la sua sofferenza ed il suo sentirsi, in qualche misura, tradita da sua madre, sarebbe opportuno che cercasse di vivere con maggiore distacco la situazione; lei ha la sua vita, il suo compagno, il suo bambino... è di questo che dovrebbe cercare di gioire.
So che può apparire brutto da dire, ma a volte un po' di sano egoismo aiuta a sopravvivere meglio e forse riuscire a creare quella "barriera interiore" di cui parla potrebbe aiutarla a superare questo momento di tristezza.

Non mi sembra, dalle sue parole, che la situazione richieda particolare attenzione clinica; tuttavia se il suo malessere dovesse crearle un disagio importante nella gestione della sua vita quotidiana sarebbe utile un consulto di persona con uno psicologo psicoterapeuta della sua zona.

Un caro saluto e in bocca al lupo
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Dr. Giacomo Luigi Del Monte Psicologo, Psicoterapeuta 214 11
Gentile utente,
in alcuni casi, l'assenza di una figura genitoriale, in questo caso paterna, potrebbe portare il figlio/a a creare un grande legame con l'unica figura di riferimento. il legame che si viene a creare potrebbe non lasciar spazio ad una vita emotiva indipendente.
Se questo è uno sfogo, come lei scrive, allora la cosa cadrà nel cassettino. Ma se sente la necessità di un confronto più profondo allora come scrive il collega, internet non è sufficiente ma un consulto con un professionista potrebbe essere la strada migliore
Buone cose

Dott. Giacomo Del Monte
www.sessuologo-psicologo-roma.com
www.psicosalute.it
www.sessuologoesessualita.it

[#5]
dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio di cuore per le vostre parole. Mi do un po' di tempo per verificare se sono abbatsanza forte per riprendermi la mia gioia e serenità e lasciare a Cesare quel che è di Cesare. In caso contrario mi rivolgerò ad un professionista.
Credo che "il sano egoismo" di cui parla il dottor Callina, sarà il mio prossimo obbiettivo.
Buon lavoro a voi e di nuovo grazie mille!