Subire crisi di rabbia e disturbi alimentari

Buongiorno a tutti. Cercherò di essere il più possibile sintetica, non proprio uno dei mie pregi.
Ho 25 anni e vivo da diversi anni all'estero.Lavoro e studio nel campo dei diritti umani.Sono legata ad un ragazzo di 32 anni da 6 anni ed assieme(per via del suo lavoro),abbiamo già cambiato 2 paesi dell'EU.
Ci sono sempre state alcune difficoltà,ma adesso con l'ennesima notifica di trasferimento,io ho improvvisamente perso ogni forza.
Viviamo assieme da 3 anni,lui è molto dolce ed affettuoso, ma purtroppo ha un problema di controllo della rabbia e della frustrazione.Può essere il mio premuroso dei compagni e poi trasformarsi in un incubo.
Ogni occasione,ogni sbaglio,ogni dimenticanza è buona per farmi sentire incapace,ritardataria,approssimativa e pigra Ad es.lui è molto sportivo,io no,ma per farlo felice in vacanza con gli amici,ho prenotato un corso assieme agli altri della sua disciplina preferita.Nonostante la paura,ho finito il corso anche quando le altre ragazze hanno mollato ed aspettandomi riconoscimento,mi sono sentita dire "Loro avevano imparato a farlo giorni prima di te". Arrivare tardi 10 minuti è fonte di urla, bestemmie,imprecazioni,Imitazioni del mio modo di parlare.Una partita della sua squadra andata male,gli da il diritto di non rivolgermi la parola,di urlare per strada,sbattere i piedi in terra,rispondermi aggressivamente. Aver dimenticato il dentifricio in vacanza,scatena urla di notte,offese,cuscini lanciati.La casa non pulita(lavoro2giorni a sett),il segno che non faccio nulla.In più mi accusa di trovare continue giustificazioni.
Non avendo funzionato l'essere accettata,ho cercato per lungo tempo di fare le cose alla perfezione,di non sbagliare nulla,per evitare liti.Ma c'è sempre qualcosa che sbaglio
.Di sicuro questo bisogno di essere accettata,mi deriva anche da anni di disturbi alimentari in cui continuo a rifugiarmi.Quando gliele parlo,spiegandogli che farmi sentire così peggiora,lui non è in grado di starmi accanto.Nell'unica volta in cui mi sono confidata,mi ha detto " un'altra pazza".
Fuori da questi momenti,si pente e mi riempe di complimenti("tu sei la donna della mia vita,io senza te non posso stare,voglio solo te").Sembra vulnerabile e dipendente e non riesco a lasciarlo solo.
Io ho cercato di stargli vicino,prendere solo il buono,essere paziente,per tutti questi anni.Ma ad ogni urla,offesa,lite,accusa che io mi giustifico,mi crolla il mondo.
Sono molto stanca e l'idea di lasciare il lavoro,essere dipendente da lui,mi terrorizza
Ho sempre avuto un carattere molto forte,non mi riconosco più.
Ho cominciato a bere più del dovuto per calmarmi,non mangiare,vomitare.
Inoltre,mi sono accorta di provare qualcosa per il mio migliore amico,paziente e dolce,che mi è sempre stato accanto in questi anni ed è stato il mio vero unico confidente,l'unico in grado di calmarmi.C'è stato qualcosa nelle ultime settimane e questo mi ha mandato ancora di più nello sconforto,perché non è da me un tradimento.
Sono forse impazzita?Grazie.
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Dr. Michele Spalletti Psicologo, Psicoterapeuta 209 6 1
G.le utente non credo che lei sia impazzita ma solo esasperata da una situazione che le impone un annullamento di se stessa nel desiderio dell'altro, a quanto pare. eccessivamente capriccioso ed autoreferenziale. Non riuscendo più a reggere tale stato di cose sembra consequenziale una "fuga" laddove si aspetta di trovare quel che le manca nella sua relazione attuale.

Dr. Michele Spalletti, psicologo - psicoterapeuta

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Dr. Francesco Mori Psicologo, Psicoterapeuta 1.2k 33 31
Gentile utente,
concordo con quanto sostiene il mio collega. Lei non è impazzita. Sta vivendo una situazione altamente stressante in cui cerca in ogni modo di piacere ad una persona incontentabile. Dal mio punto di vista una partita persa. L'interessamento per l "amico" rappresenta il bisogno di sostegno, ma credo anche un modo per ferire un compaqno (per lo meno su un piano di fantasia) che costantemente la ferisce.
I problemi alimentari spesso si "riattivano" in situazioni di stress come quella che lei sta passando, in circostanze in cui si perde il "controllo", cercando di riacquistarlo sul cibo.
E' necessario che lei si rivolga ad uno specialista, per poter affrontare al meglio una situazione potenzialmente rischiosa.

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

leggendo la Sua richiesta c'è un crescendo di episodi piuttosto gravi...
Si parte da "Ogni occasione,ogni sbaglio,ogni dimenticanza è buona per farmi sentire incapace,ritardataria,approssimativa e pigra " che è già assurdo: come mai Lei deve sprecare le Sue energie per fare qualcosa che piace al Suo ragazzo, pur avendo opinioni diverse?
Si arriva poi a forme di violenza psicologica e fisica non indifferenti: vessazioni, insulti, ecc...
Io mi domando che cosa La stia ancora trattanendo vicino ad uomo del genere. Ma il più grande errore è il Suo piegarsi per fare in modo in qualche maniera di cambiarlo: le persone così non cambieranno mai, quindi, poichè è molto giovane, prenda in mano la Sua vita, si faccia seriamente aiutare da uno psicologo psicoterapeuta e, se necesssario, anche dai Suoi amici che le vogliono bene.

Quest'uomo ha mai minacciato di fare qualcosa se Lei l'avesse lasciato?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#4]
dopo
Utente
Utente
Grazie mille per le risposte, apprezzo tantissimo l'interesse ed la celerità.

Purtroppo qui in UK è difficile trovare un terapeuta che parli italiano e sia alla portata del mio portafogli. In questo momento poi, vista la situazione, dovrei trovare un secondo lavoro, cambiare casa (lui parte in due settimane) e non potrei permettermelo. L'idea è che lui parta ed io rimanga qui per atri due mesi, per chiudere i progetti che ho a lavoro e poi vedere se raggiungerlo.

L'episodio con il mio caro amico mi ha fatto pensare molto e sentire al tempo stesso molto in colpa, per essere stata un attimo felice e non posso essere giustificata per un tradimento. Al tempo stesso non riesco a staccare perché sentirmi così accettata ed amata per quello che sono, è qualcosa di nuovo, che mi fa stare bene. Al di là dell'affetto, comincio a sentire qualcosa di più forte, molto più istintivo e questo mi angoscia, anche perché l'idea di stare con qualcun altro, anche così meraviglioso come lui è, mi spaventa. Sottolineo che per ragioni casuali, io e lui ci siamo trovati all'estero assieme per due anni e c'è sempre stata solo profonda amicizia e condivisione, fino a poco tempo fa (adesso lui per motivi familiari, è tornato in italia). E l'idea di star ferendo il mio compagno, anche se ignaro, mi fa stare molto male.

E' molto triste vedermi cambiata, sono sempre stata e credo di essere ancora una donna forte, ribelle, con le idee chiare.
Io stessa mi stupisco di stare ancora qui a chiedermi cosa fare, invece di prendere la porta ed andarmene. Credo dipenda dal fatto che lui sa essere davvero fantasistico e che dopo sei anni, lo conosco molto bene.
Misto alla mia dannata sindrome di crocerossina ovviamente.

Non ha mai minacciato nulla, nè minacciato me in alcun modo.
E' un bravo ragazzo e so che vorrebbe cambiare e so anche di non poterlo fare io.
Ieri mi ha chiesto di aiutarlo ad andare in terapia.

Mi vorrebbe vicina, mi ama e mi distrugge al tempo stesso.
IN più dice che non è sempre stato così, ma lo è solo con me, perché gli tiro fuori questa aggressività con le mie continue giustificazioni e scuse per difendermi.
Al tempo stesso io, contro tanta aggressività, cerco di giustificarmi, spiegarmi e questo lo manda ancora più in bestia. Oppure cerco di sdrammatizzare, di essere ironica, ma peggio ancora.
L'altro giorno, di fronte a mia sorella minore in visita, mi ha insultata pesantemente perché avevo dimenticato di ricordagli di un compleanno a cui dovevamo andare. Io mi sono sentita così mortificata.

Come al solito mi sono ritrovata nelle mie tanto fidate e vecchie tecniche di compensazione, autocontrollo. Per cui rieccomi a digiunare, contare calorie, vomitare ed in aggiunta anche bere.

Eppure l'idea che lui stia male ed io non ci sia,mi fa ancora più male delle sue parole.

Io sono così stanca. Ma allora perché non riesco a lasciarlo andare e che se la sbrighi da solo? Perchè non riesco a scegliere di essere felice? Io, femminista, ribelle, etc che cosa faccio qui? Mi sembra di star completamente perdendo il controllo della mia vita.
[#5]
Dr. Michele Spalletti Psicologo, Psicoterapeuta 209 6 1
G.le utente, da quanto lei scrive mi sembra di capire che la sua empasse maggiore sia la difficoltà di concepire che l'Altro possa fare a meno di lei, per cui fa di tutto e di più per stringere una relazione improntata alla reciproca dipendenza. Ovviamente, le mie sono solo congetture, che comunque si riscontrano spesso nell'immaginario dei pazienti che ascolto in terapia. Le posso assicurare che ciò non è, di per se grave, ma tuttavia fa "soffrire in un modo particolarmente accettabile e gradevole", ovvero fa parte di quel "masochismo" di coppia a cui tutti, in qualche modo, ci adagiamo e ci abituiamo e a cui non sappiamo staccarci. Credo, inoltre, come giustamente sottolineava sopra il collega, che sia significativo il suo attaccamento compensativo al cibo e alla sostanza, aspetto quest'ultimo che meriterebbe una certa attenzione, trattandosi, a mio parere, di un'ulteriore modalità di trattamento masochistico del corpo alla stregua dell'atto consolatorio e riparatorio