Problema visivo, di studio e di concentrazione

Vi scrivo per chiedere un aiuto nello studio principalmente però devo prima spiegare brevemente la mia storia.
Da quattro anni esattamente dal secondo anno di università lamento un disturbo visivo che non mi permette di vedere bene né da lontano né da vicino e da quel momento ho consultato 5 oculisti e un neurologo e alcuni hanno detto che secondo loro il mio problema è dovuto a stress perchè gli occhi sono sani (anche se la cosa dello stress non mi ha mai convinto molto e a breve proverò a fare una visita da un optometrista.) Dato che secondo molti era stress ho passato un anno di terapia presso uno psicologo della zona che mi ha aiutato molto per quanto riguarda molti aspetti della vita ma il problema visivo è rimasto e tutt'ora rimane. Fatto sta che per il fatto di non riuscire a vedere bene non riesco nemmeno a concentrarmi su ciò che leggo e di riflesso non riesco a memorizzare quasi niente. gli ultimi due anni di triennale dunque erano stati difficili ma nonostante tutto sono riuscito a portarli a termine anche se per il problema la mia media era drasticamente crollata. Ora alla specialistica la difficoltà è ulteriormente maggiore e faccio davvero troppa fatica a preparare anche solo un esame. Me ne mancano 7 e nn so come finirli. Come altri in questo sito che hanno problemi a studiare anche io mi sento insoddisfatto perchè mi trovo indietro (mentre al primo anno quando vedevo bene ed avevo ottimi risultati ero più avanti della maggior parte dei miei compagni di corso) e perchè non so come fare per studiare. Mi auguro che qualcuno possa aiutarmi a trovare una soluzione
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Dr. Michele Spalletti Psicologo, Psicoterapeuta 209 6 1
G.le utente la situazione da lei esposta appare molto particolare, considerando che ha già consultato diversi specialisti senza venirne a capo. Vorrei chiederle quali sono state le contingenze concomitanti al disturbo e se le capita solo quando studia . Restiamo in ascolto.

Dr. Michele Spalletti, psicologo - psicoterapeuta

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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

se durante le visite mediche e gli esami che ha fatto nessun professionista ha rilevato un disturbo tale da giustificare i suoi problemi di vista è verosimile credere che possa trattarsi di un fattore psicologico.

Che diagnosi ha fatto il Collega?
Quanto è durato il trattamento psicologico?





Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

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Dr. Francesco Mori Psicologo, Psicoterapeuta 1.2k 33 31
Gentile utente,
oltre alle richieste di approfondimento suggerite dal mio collega, dr Spalletti, forse ci permetterebbe di comprendere meglio la sua situazione sapere l'opinione espressa dallo psicologo relativamente al problema visivo.

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
mi associo ella indicazioni dei Colleghi nella risposta.

La vista è un organo di senso simbolico, che si presta ad infinite interpretazioni.

Le piace quello che studia?
Cosa le farebbe comodo non vedere?

Che tipo di lavoro ha fatto con il suo psicologo?

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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dopo
Utente
Utente
Beh il disturbo c'è sempre però essendo lo studio più importante delle altre attività è proprio durante questa che il disturbo lo noto maggiormente (e anche la sera infatti la mia visibilità notturna si riduce drasticamente). La visita psicologica è durata 1 anno esatto e secondo questa persona il mio disturbo è probabilmente dovuto a stress. In aggiunta secondo lui questo stress è dovuto a situazioni di vita difficili sia in campo sentimentale che fisico-corporeo (insicurezza). Però lui stesso mi ha spronato a fare altre visite. Il mio medico di base invece non è convinto sia stress e pensa che la causa sia ancora da trovare, per questo mi è stato consigliato di fare una visita da un optometrista. Il problema comunque rimane quello dello studio che ora è davvero difficile da adempiere.
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dopo
Utente
Utente
Diciamo che quello che studio mi piacerebbe se vedessi meglio. Il primo anno quando vedevo bene ero contento del mio indirizzo di studi che mi piaceva molto.

Con lo psicologo abbiamo lavorato principalmente sul cercare di capire se ci sono stati particolari eventi che possano aver causato il problema alla vista (avvenuto più o meno all'inizio del secondo anno verso fine ottobre-novembre) che a mio avviso non ci sono stati. Di sicuro ci sono stati vari elementi che possono aver aumentato lo stress nei periodi successivi ma non al momento dell'accaduto. Poi allora abbiamo cercato di lavorare su ogni possibile sfera partendo da quella sessuale-sentimentale per fare poi quella fisico-corporea e per approfondire pure il tipo di vita che conduco, le situazioni con famiglia e amici, l'università etc...
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

se si tratta di una "conversione", ossia di un conflitto psicologico che si sta manifestando sul corpo e più nello specifico nella vista, bisognerebbe comprendere che tipo di risvolto sta avendo lo studio in rapporto ad altri aspetti della sua vita come ad es. le sue relazioni intime, amicali ecc.

Se lei si concentra molto su questo problema della vista (e quindi lo studio) è probabile che non riesca a "mettere a fuoco" altri aspetti della sua vita altrettanto importanti.

Naturalmente qui possiamo solo fare delle ipotesi e creare degli spunti per riflettere.





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Dr. Michele Spalletti Psicologo, Psicoterapeuta 209 6 1
G.le utente, a quanto pare ha avuto modo di approfondire "il campo psichico" che potrebbe aver dato adito ad una tale sintomatologia. Quello che posso dirle in via del tutto teorica, per cui non è detto che valga anche nel suo caso, è che a volte certe persone, in particolari circostanze o appunto sotto stress, possono sviluppare dei sintomi somatici anche significativi. Il fatto che sia le indagini mediche che la terapia psicologica non abbiano né individuato un'ezipatogenesi né posto fine al suo problema non dovrebbe scoraggiarla ad insistere, considerando la natura invalidante del sintomo. Personalmente credo che la cosa più importante sia escludere al cento per cento una causa organica per poi, in tal caso, riprovare con un approccio psicoterapeutico. Capisco che ha già provato entrambi ma per situazioni così particolari è importante insistere e non scoraggiarsi.
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dopo
Utente
Utente
si si certo capisco quello che volete dire ed infatti sto tentando di provare ogni strada possibile anche se dopo 4 anni mi domando se tornerò mai a vedere come prima e a poter fare tutte le cose che non riesco più a fare. Mi domando se però oltre alle varie visite e strade possibili ci sia pure un modo per poter studiare nonostante il problema
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Dr. Michele Spalletti Psicologo, Psicoterapeuta 209 6 1
Purtroppo g.le utente senza una diagnosi che inquadri in modo definito il suo problema, non credo, almeno personalmente, che sia possibile darle dei suggerimenti efficaci.