Paura di parlare alle donne

Carissimo Dottori e Dottoresse,
al problema che vi evidenzierò voglio premettere il mio carattere: cerco di essere leale e sincero con tutti, disponibile ma anche ansioso e spesso permaloso.
Sono un ragazzo di 21 anni che ha avuto pochissime esperienze con le donne, soprattutto per la mia timidezza nel relazionarmi con loro. Inizialmente era un problema che riguardava anche i maschi proprio per la mia riservatezza ma con il passare degli anni è rimasto il problema delle donne. Di che problema si tratta? Dunque, essendo stato fidanzato per la prima volta solo per un mese fino a qualche settimana fa, posso dire che fino ad ora ho avuto solo delusioni. La cosa che più mi fa star male è pensare: "Io che ho la reputazione del ragazzo leale, sincero e così via, non ho una ragazza al mio fianco che mi sappia apprezzare, mentre chi è maleducato, infantile, superficiale, ha la ragazza".
Quando ci ho provato con le ragazze, che poi mi hanno rifiutato, ho dovuto sempre aspettare che ci fosse qualcuno a spronarmi, un po come sto facendo ora: ovvero sto cercando in voi una motivazione per sentirmi sicuro quando dovrò provarci con una ragazza. Ogni rifiuto non riesco a concepirlo come un'esperienza, una prova di coraggio proprio perchè ho sempre la certezza di essere rifiutato in seguito alle esperienze negative che ho avuto. Il rifiuto quindi per me significa un fallimento, come se la ragazza che mi rifiuta mi stesse dicendo che non valgo nulla. Poche volte ho avuto apprezzamenti reali da parte di alcune ragazze ma penso sempre che finchè non trovo una fidanzata, quindi una ragazza che mi faccia sentire importante, io mi sentirò sempre nullo e inferiore a qualsiasi donna. Ho avuto due incontri con una psicologa (mi conosce da quando ero bambino) la quale mi ha detto che le mie qualità (elencate sopra) saranno un'ottima risorsa per il futuro e che non faticherò a trovare una ragazza, addirittura coetanea, soprattutto per la mia maturità. La questione allora è: come posso fare a provarci con una ragazza senza il bisogno di sentirmi dire da altri "Dai provaci!"? Come evitare di sentirmi inferiore rispetto alle donne? E soprattutto convincermi che prima o poi arriverà, mentre io rimango convinto che non avrò una fidanzata perchè sono convinto che non posso piacere.

Scusate se mi sono dilungato, grazie in anticipo per le risposte.
Saluti
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
Gentile ragazzo l'idea di non riuscire in un intento, qualunque esso sia, crea il rischio di quella che viene chiamata "profezia che si autoavvera" rendendo così reali per proprie paure.
Deve innanzitutto uscire da queste, e la sua psicologa potrà esserle di aiuto. inoltre non deve valutare la sua stima solo sulla base dei successi con le ragazze-probabilmente questo è un altro errore di valutazione che compie-
Lavori su altro e raggiunga obiettivi diversi. poi il resto verrà da solo. ma l'aiuto di un terapeuta sarà necessario.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
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Dr. Nunzia Spiezio Psicologo 531 20 3
Caro ragazzo,
lei è giovane e, probabilmente, nella sua crescita, non le ha fornito i mezzi per potersi muovere con disinvoltura tra i suoi pari. Ci racconta poco della sua famiglia e delle sue esperienze passate ma ricordiamo che il presente è sempre quello che il passato lo fa essere.
Detto questo. Poco male! siamo così! forse un pò timidi, forse un poco impacciati soprattutto con le ragazze ma unici e perciò prezosi!
Non aspetti con ansia il momento in cui una ragazza intelligente si accorgerà della sua preziosità perchè, come le diceva il collega, proprio quell'aspettarlo con ansia, quel cercarlo a tutti i costi, quel timore che non avvenga, paradossalmente fa sì che VERAMENTE non avvenga! Si rivolga con fiducia ad un collega psicoterapeuta con il quale parlare sinceramente di ciò che la fa soffrire ed arrabbiare proprio così come ha fatto con noi qui. Vedrà che ne trarrà estremo beneficio.
Ci tenga informati.

Dr.ssa Nunzia Spiezio
Psicologa
Avellino

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dopo
Utente
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Ringrazio il Dottore e la Dottoressa per l'attenzione.
Inizio con le esperienze passate. Ho cercato di fidanzarmi dall'età di 17 anni poichè prima ero preso dalle distrazioni con gli amici. Da quell'età avevo preso una cotta per una ragazza durante un viaggio a Londra. Lei sembrava interessata ma poi quando le chiesi di uscire insieme mi rifiutò. Ero davvero preso, forse lo potrei chiamare "primo amore" ma non vorrei esagerare visto che il vero amore ancora non l'ho incontrato. Dopo altre delusioni meno importanti ma che mi hanno demoralizzato arriva una ragazza conosciuta all'università. E' lei per prima a provarci con me ma io non ero convinto. Dopo un po di tempo inizio a prendermi una cotta per lei ma paradossalmente mi "mette in attesa" dicendo che voleva aspettare poichè veniva da una relazione e aveva paura per la nostra amicizia. Dato che comunque non mi chiudeva la porta in faccia io mi illudevo e ci provavo, anche troppo. Le sono stato dietro bene 4 mesi portandola anche fuori a cena ma nulla. In tutto questo tempo gli amici mi fecero notare che stavo perdendo ogni briciolo di dignità e io passavo le sere con mal di stomaco per l'ansia e a volte anche a piangere perchè sentivo che forse la potevo conquistare ma lei nulla. Diceva di apprezzarmi ma voleva sempre che aspettassi. Il mio migliore amico, stanco di questa storia, mi prese il telefono e le scrisse che non dovevamo sentirci più e a me disse che non dovevo contattarla perchè, parole sue: "Adesso non puoi capire ma un giorno ti renderai conto che questa è stata la decisione giusta". Infatti è così ma ogni volta che ripenso a questa ragazza provo grande rabbia soprattutto per alcune cose che fa alle mie spalle.
Poi dopo qualche mese mi sono fidanzato ma non perchè fossi innamorato ma perchè questa ragazza mi apprezzava, mi faceva sentire importante, mi desiderava, purtroppo aveva un carattere molto difficile e non ha una buona reputazione. Per quanto riguarda la mia famiglia vengo apprezzato da tutti i parenti per la mia serietà soprattutto nello studio
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Dr. Nunzia Spiezio Psicologo 531 20 3
Caro ragazzo,
direi che la sua vita di adolescente marcia più o meno al pari di quella di milioni di altri adolescenti più o meno della sua età.
Sa quanti ragazzi della sua età vengono messi in "standby" dalle ragazze e quanti si beccano diversi rifiuti uno dietro l'altro? io personalmente ne conosco a centinaia.
Probabilmente deve lavorare sulla sua modalità di tabulare le esperienze vissute, soprattutto quelle deludenti. E, mi pare di capire, che è incappato anche in una compagnia di amici protettivi-direttivi che le impediscono di crescere e andare fino in fondo alle esperienze.
" Il mio migliore amico, stanco di questa storia, mi prese il telefono e le scrisse che non dovevamo sentirci più e a me disse che non dovevo contattarla perchè, parole sue: "Adesso non puoi capire ma un giorno ti renderai conto che questa è stata la decisione giusta".
La saluto.
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dopo
Utente
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Diciamo che in quell'esperienza ero andato oltre e in cuor mio sapevo che sbagliavo ad insistere con quella ragazza poichè la vedevo come l'unica ragazza che mi faceva star bene ma lei non provava nulla per me come poi mi ha confidato una sua amica. Il mio amico avrebbe sbagliato ad essere così protettivo dopo 1/2 mesi, periodo in cui capì anche io che non c'era nulla da fare ma ero troppo preso.
Sul discorso che ci sono tantissimi ragazzi che ricevono rifiuti Le dico che ne sono cosciente ma vedo altrettanti ragazzi che riescono ad avere carisma, anche quell'arroganza che può servire e soprattutto nessuna paura. E' qualcosa che ho provato a sviluppare, tante volte ero anche motivato a provarci ma arrivato al momento clou mi risentivo il ragazzo timido e fragile che sono
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Dr. Nunzia Spiezio Psicologo 531 20 3
Caro ragazzo,
"E' qualcosa che ho provato a sviluppare, tante volte ero anche motivato a provarci ma arrivato al momento clou mi risentivo il ragazzo timido e fragile che sono"
Il fatto che lei si sia autoetichettato fragile e timido lavora molto sulla sua psiche.
Alla sua età l'autopercezione, più che in altre età, nasce dal confronto, talvolta angosciante, con i pari "lui ha più muscoli di me", "l'altro riesce a rimorchiare più ragazze" ed altro altro ancora.
Ciò che deve imparare, glielo dicevo già prima, è apprezzare la sua preziosa unicità e i suoi punti di forza magari con l'aiuto di un collega della sua città. Cerchi presso il consultorio a lei più vicino.
Le voglio fare un esempio: ha detto che riesce bene a scuola; ecco, qualche suo compagno "grande rimorchiatore" penserà confrontandosi con lei "lui riesce a prendere voti più belli dei miei"
Guardi che tutti noi non possiamo essere bravi in tutto. Ognuno ha le sue attitudini. Certo lei potrà imparare, attraverso un lavoro sull'autostima, a sviluppare le sue capacità relazionali e migliorare anche il suo approccio con le ragazze ma sarebbe bene che smettesse di confrontarsi con "ragazzi che riescono ad avere carisma, anche quell'arroganza che può servire e soprattutto nessuna paura".
Che ne dice?
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dopo
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Utente
Il problema è che non riesco a sviluppare i miei punti di forza perchè il non riuscire a raggiungere la "tappa" del fidanzamento mi fa sentire nullo, proprio perchè, come illustrato ad una sua collega della mia città, sono riuscito a raggiungere tante tappe della vita (esami di maturità, università, patente di guida) che mi hanno soddisfatto mentre quella in campo sentimentale ha conosciuto solo "bocciature".
Questo ha portato spesso ad una mia riflessione che consiste nella voglia di cambiare me stesso: modo di vestirmi, comportamento con le persone (essere egoista, superficiale), cioè essere il tipico ragazzo che poi viene definito dalle ragazze "lo str..." che forse le attira di più.
Concludo con un sogno fatto un po di tempo fa in cui una ragazza sconosciuta mi dice: "Se non mi pensi come faccio a dirti che ti amo". Se vuole maggiori informazioni su questo sogno posso descriverlo più approfonditamente.
La ringrazio,
Cordiali saluti