Difficoltà relazionali

Salve, vorrei chiedere un consulto in merito alle mie difficoltà relazionali.

Sono un ragazzo di 24 anni e fino ai 20 ho avuto amici, poi per motivi complicati da spiegare sono rimasto senza amici e ho vissuto gli ultimi 4 anni in solitudine. Inizialmente stavo bene solo, ma negli ultimi mesi ho sentito il bisogno di legarmi affettivamente ad una qualche ragazza.
Ho conosciuto diverse ragazze online con le quali volevo instaurare un rapporto di amicizia ma ci sono riuscito solo con 3 perchè con le altre non mi trovavo bene.
Sempre per motivi troppo lunghi da spiegare queste ragazze non le sento più e non sono più mie amiche purtroppo. L'amicizia è durata rispettivamente circa 2 mesi ognuna con queste ragazze.

Da poco ho conosciuto una donna di 30 anni con la quale ho in comune alcuni aspetti che ci arrecano disagio, come l'insicurezza, un pò di fobia sociale, un pò di depressione. Inoltre siamo entrambi persone molto sensibili ed emotive.
Io mi sono già affezionato molto nonostante ci conosciamo da poco (non ci ho fatto caso da quanto ma presumo da un paio di settimane).
Lei non mi ha ancora detto che mi vuole bene, ma comunque lo percepisco (cosa che non riuscivo a percepire con le altre amiche che ho avuto online).
Per essere sintetico, le ho detto che mi faceva piacere sentirla al telefono qualche volta. Così la nostra amicizia (importante per entrambi) non sarebbe stata solo virtuale, ma l'avremmo portata anche nel reale.
Lei per ora non se la sente dicendo che ha l'ansia quando parla al telefono perchè non vede l'interlocutore. In realtà anche io ho un pò d'ansia e sono anche molto timido, ciò nonostante le ho detto che volevo provarci e superare l'ansia e la timidezza.
Ci tengo tanto a sentirla perchè le voglio bene, e mi piacerebbe tantissimo se la nostra amicizia diventasse reale e non rimanesse virtuale.
Lei comunque ha detto che vede la nostra amicizia come una sorta di rifugio virtuale dove poter essere se stessa senza paura. Per adesso vuole mantenere la situazione così, e più avanti poi si vedrà.

Ora io sinceramente ci sono rimasto molto male perchè ho pensato che se anche lei teneva a me come io tengo a lei sarebbe stato del tutto naturale sentirci al telefono. E ci sono rimasto male anche perchè ha detto che lei vede la nostra amicizia come un rifugio virtuale, il che mi fa pensare che non le da importanza e valore come gliela sto dando io.

Chiedo per favore un parere in merito a questa situazione, perchè io essendo molto insicuro non riesco a capire se sono io che sbaglio oppure se faccio bene a rimanere deluso e a pensare che dovrei smetterla di cercare amicizie online per via del fatto che sono troppo fragili e superficiali.
Sto molto male sinceramente perchè soffro la solitudine e questa mia nuova amica era l'ultima mia speranza. Se non posso contare neanche su di lei non mi rimane più niente nella vita. Non lavoro, non ho soldi, non ho una famiglia amorevole alle spalle. Non ho molto nella vita e lei l'unica cosa buona.
[#1]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Purtroppo accade spesso che le relazioni virtuali, essendo sostanzialmente diverse da quelle che nascono nella vita reale, si rivelino proprio come lei le ha descritte: fragili e superficiali.

On-line ha la possibilità di costruire relazioni apparentemente profonde perché mediate da uno schermo (maschera) dove ognuno si rappresenta in una determinata maniera.

Probabilmente la sua collusione con questa ragazza nasce dalla condivisione di difficoltà e disagi relazionali che meriterebbero di essere affrontati in un contesto adeguato, questo le permetterà di costruire relazioni affettive soddisfacenti e soprattutto solide.






Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

[#2]
dopo
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
La ringrazio per la risposta Dottore.

So che dovrei cercare di creare dei legami affettivi nella vita reale, purtroppo però faccio fatica a fidarmi di qualcuno e quindi non riuscirei ad aprirmi molto pur provandoci.
Già è difficile di per sè che una conoscenza reale diventi profonda, ma con le mia paura e la mia insicurezza è anche peggio.
Per questo ho provato a stringere amicizia online, perchè mi sentivo meno esposto e quindi riuscivo ad aprirmi facilmente. Poi comunque ho sempre avuto in mente che nonostante la distanza avrei potuto trasformare queste amicizie virtuali in amicizie reali.

Vedevo come unica soluzione ai miei problemi relazionali la possibilità di aprirmi con qualcuno online, e dopo aver acquisito fiducia nei suoi confronti non avrei avuto paura di portare l'amicizia anche nel reale.
Era un passaggio la conoscenza online, una cosa transitoria utile ad evitare le mie difficoltà di aprirmi e di farmi coinvolgere emotivamente.

La domanda che mi pongo adesso è la seguente:
Se io provo a crearmi un'amicizia nella vita reale, rischio di rimanere deluso come è accaduto online?
Cioè, i rapporti reali sono più solidi rispetto a quelli virtuali?
Io mi posso anche buttare, a questo punto non è più la paura a trattenermi...la mia preoccupazione è di soffrire come ho sofferto per via di queste amicizie online.
E' un tipo di sofferenza che in adolescenza ho sempre voluto evitare, averla sperimentata non la trovo affatto una cosa positiva. Non mi aiuta a crescere e non mi serve come esperienza di vita in generale.
Vorrei quindi evitare di stare male come lo sono stato negli ultimi mesi.
Forse sembrerò fuori luogo ma mi viene da pensare in questo momento: "beati i sociopatici che sono poco emotivi e non hanno bisogno di rapporti umani".
[#3]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>E' un tipo di sofferenza che in adolescenza ho sempre voluto evitare<<
anche ora sta continuando ad evitare e come vede non è ne utile ne evolutivo, perché rimanda il problema anziché risolverlo.

Le frustrazioni a volte fanno parte delle relazioni affettive (amicali, sentimentali ecc.), bisogna in un certo senso "mettere in conto". Se lei non entra in questa ottica difficilmente potrà cambiare la sua posizione.

Lei probabilmente ha bisogno di un intervento psicologico che le possa permettere di apprendere le abilità sociali utile per costruire legami soddisfacenti.






[#4]
dopo
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
Non mi riferivo alla frustrazione, la mia paura è che dopo essermi affezionato venga deluso. Quello che ne consegue è depressione e senso di vuoto, non frustrazione.
Quello che provo adesso è tristezza e sconforto perchè sto perdere quella che per me è una persona importante, quella che considero la mia migliore amica.
Quindi mi preoccupo che se accada nella vita reale il malessere sarà maggiore.

Ho già sofferto altre 3 volte, e questa è la quarta. Quindi in un certo senso mi sono buttato e ho vissuto a pieno questi rapporti affettivi. Non continuo ad evitare questi legami per paura di soffrire.
Anzi ad essere completamente sincero la sofferenza maggiore è stata per la rottura della prima amicizia, sia perchè era colpa mia e sia perchè essendo la prima esperienza non ero preparato a gestire la sofferenza che cè stata dopo.
Adesso però sono preparato, ho messo in conto che potrei rimanere deluso.
Infatti già la seconda amicizia finita per il suo abbandono mi è pesata tanto ma sicuramente meno della prima, e la terza ancora meno della seconda.
Questa invece stranamente mi sta pesando tanto nonostante sia un'amicizia appena nata. Evidentemente mi sento più coinvolto con questa persona.

Insomma quello che voglio dire, e mi scusi se mi dilungo tanto per cambiare, è che non voglio più evitare di avere rapporti affettivi per paura di soffrire come facevo in adolescenza. Adesso mi sono buttato, li voglio vivere.
Quello che mi domando razionalmente però è se ne vale la pena.
Perchè se tutte le amicizie ogni volta devono finire così con me e lei che ci stiamo male non penso che il gioco vale la candela.
Cioè mettendo sulla bilancia è maggiore la sofferenza che ne consegue che la serenità che si vive durante il rapporto. Riesco a spiegarmi?

Sono considerazioni che faccio con me stesso e a cui solo io posso rispondere.
La ringrazio comunque Dottore per le sue risposte.
Soprattutto la prima risposta che mi ha fatto capire che i rapporti umani vanno vissuti di persona e non attraverso un pc. Gliene sono grato
[#5]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>Quello che ne consegue è depressione e senso di vuoto, non frustrazione.<<
quello che lei chiama depressione e senso di vuoto deriva dalla sua difficoltà nel gestire le frustrazioni.

>>Non continuo ad evitare questi legami per paura di soffrire.<<
allora per quale motivo evita le relazioni al di fuori della rete?

>>Quello che mi domando razionalmente però è se ne vale la pena.<<
dipende sempre da cosa desidera. Se per lei le relazioni affettive sono importanti significa che ne vale la pena.

>>Perchè se tutte le amicizie ogni volta devono finire così con me e lei che ci stiamo male non penso che il gioco vale la candela.<<
il problema principale è che lei continua a mettere in atto le stesse modalità disfunzionali, è qui che dovrebbe rivedere il suo modo di agire e comportarsi.







[#6]
dopo
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
Quindi secondo Lei il mio problema principale sarebbe l'incapacità di tollerare la frustrazione, ho capito bene?
Cioè in realtà non è tanto questo che non capisco, questo l'ho sempre saputo sotto sotto...mi sorprende però la possibilità che da questa difficoltà di gestire la frustrazione possano derivare anche altri miei stati d'animo.

Io credo comunque che evito i rapporti umani al di fuori della rete perchè non mi fido delle persone, anzi direi proprio che le considero come minaccie.
Quando cammino per strada io uso dire che "entro in modalità psicopatica" perchè al minimo segnale di fastidio da parte di qualche persona estranea tendo ad essere tremendamente impulsivo e a voler essere aggressivo contro chi mi ha dato fastidio.
Per me non è tanto difficile instaurare rapporti interpersonali, perchè sinceramente (non mi giudichi male) riesco a fingere di essere socievole e cordiale con gli altri e quindi appaio estroverso anche emozionalmente.
La mia difficoltà sta nell'essere me stesso con una persona, figuriamoci aprirmi ed esternare quello che provo.
Perfino con la mia famiglia, di cui tutto sommato mi fido un pò, anche se riesco ad essere me stesso non mi apro e non dico cosa ho dentro.
Quindi non è che io non voglia vivere un legame affettivo reale, è che purtroppo non ci riuscirei.

Per me un legame affettivo ha cominciato ad avere valore solo negli ultimi mesi.
Prima sinceramente ne facevo a meno perchè non lo ritenevo importante e stavo bene solo. Ero un pò lupo solitario, e forse lo sono tutt'ora.
Comunque voglio dire che adesso ha un grande valore un legame affettivo per me. Dopo che ho provato emozioni che non provavo da quando ero piccolo, ho riscoperto un pò il mio lato umano. La mia sfera emotiva si è riaccesa per così dire. Ora sento che è indispensabile, sento il bisogno di avere almeno una persona vicino di cui potermi fidare.
Non è solo una questione di paura di soffrire purtroppo, se così fosse mi butterei lo stesso e tenterei di farmi una amicizia reale.
E' che sono proprio bloccato, con una persona reale non riuscirei proprio ad aprirmi emotivamente. Nella mia testa la considero incosciamente come segno di debolezza, ho il timore che la persona con cui mi apro possa approfittarsi di me. Credo sinceramente che questa paura sia ormai radicata per via del mio vissuto. Infatti ho avuto diverse brutte esperienze da bambino e da ragazzino.

Credo che Lei abbia ragione Dottore, probabilmente ho bisogno di un supporto psicologico da un professionista come Lei.
Non riesco però a capire perchè continuo ad essere ostile in merito a questa possibilità.
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