Elaborazione lutto morte papà

Mio papà è morto il 19 agosto per un tumore. All'inizio sembrava tutto facile, sarebbe dovuto addirittura guarire. Poi le cose sono andate progressivamente sempre peggio...
Io il 20 agosto mi sarei dovuta sposare, ma non ho fatto in tempo. Mio papà già non c'era più. Ma di questo non mi importa. E’ stato così difficile in quest’anno lottare contro il cancro da un lato e organizzare il matrimonio dall’altro che non sposarmi più ora è stata una liberazione.
Io cercavo di andare avanti nei preparativi, perché l’ipotesi che lui potesse non esserci più per noi era del tutto da escludere.
Io ho lottato, ho sofferto, mi sono arrabbiata, mi sono disperata, mi sono informata sui tumori, sull’alimentazione adatta…ho cercato i medici migliori, ho contattato chiunque potesse aiutarci…
Ho cercato di fare di tutto. Infine...a metà luglio - quasi improvvisamente - il tumore gli ha impedito di mangiare. Una disfagia che in pochi giorni è diventata totale.
Poi il cancro gli ha impedito di respirare e così il mio papà è morto tra atroci sofferenze e dopo due giorni di agonia. E' morto soffocato. Qualcosa di inenarrabile.
A volte penso che forse avremmo dovuto agire diversamente...fare altre cose...fare di più.
Non so come ora vada affrontata la perdita.
Quando è morto - visto come ha sofferto nonostante la morfina e altre sedazioni - sono stata contenta perché non potevo vederlo lamentarsi in quel modo e soffrire così tanto.
Mi sono convinta che nella sofferenza estrema il nostro rapporto si fosse rafforzato in un modo capace di superare la morte. Per me era come se lui avesse lasciato quel corpo che lo opprimeva e lo faceva soffrire per unirsi spiritualmente e per sempre a me e al resto della mia famiglia. E’ stato come se, improvvisamente, dalla paura di perderlo nascesse invece la certezza di un legame forte, vero e indissolubile. Più forte del cancro e della morte.
Questa sensazione è stata così forte che quasi dopo la sua morte non riuscivo neanche a piangere. Ora è passato un po’ di tempo.
Ora la sua mancanza si sente. Ma è come se non me ne rendessi davvero conto...
Io cerco di non pensarci...mi immagino che sia fuori casa. Ma faccio bene??
Poi arrivano quei momenti in cui tutta l'angoscia viene su improvvisamente
Sono quasi tentata a togliere le foto e ogni cosa mi ricordi di lui...perché poi quando le vedo è come se realizzassi che in fondo è morto...e tutto il dolore mi assale.
Ma al tempo stesso ho paura che così facendo potrei dimenticarmi di lui.
E invece voglio ricordarmi per tutta la vita di ogni momento passato con lui e di come lui era, per raccontarlo un giorno ai miei figli.
Quindi a volte mi sforzo di pensare…è come se volessi farmi del male pensando a lui…per non lasciarlo andare via del tutto. Anche perché…come come faccio a fare finta di niente…a fare finta che il mio papà non se ne è andato per sempre in quel modo infame?
E' questa l'elaborazione del tutto?
[#1]
Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Cara ragazza,la comprendo e so che la perdita del padre è terribile, anche se prevedibile.. L'elaborazione del lutto va a giorni alterni ed è soggettiva, ma a poco a poco il papa' diventerà una figura interna e se lo sentirà vicino ogni giorno, no, non lo dimenticherà, stia tranquilla , perchè è parte di Lei e torneranno i ricordi , i più importanti , ma anche le piccole cose, le battute , le vacanze, le feste..le raccomandazioni .. non si sentirà sola.., ma aiutata e protetta..
Un pensiero affettuoso..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

[#2]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Sì, è questa l ' elaborazione del lutto e necessità di tempo, quindi si prenda il tempo che le serve.
Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#3]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara ragazza,
L'elaborazione del lutto segue delle fasi, la prima delle quali e' quella che Lei sta attraversando, cioe' la "negazione".
E prendera' il tempo che occorre a Lei.
Non si rammarichi quindi se in alcuni momenti si sentira' sollevata per avere "ottenuto" che le sofferenze di Suo Papa' avessero fine. E' senz'altro cosi'.
Ma non stia a preoccuparsi di questo ora.
Il tempo fara' "maturare" la percezione di quanto e' purtroppo accaduto.
Se posso Le faccio le mie condoglianze, per quei momenti in cui il dolore si affaccera'.
I migliori saluti.

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#4]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
non ci sono parole che possono lenire la sua sofferenza...

Il suo racconto è molto doloroso e tocca corde emotive profonde di ognuno di noi..soprattutto in chi ha passato il suo stesso dolore.

Il dolore per la perdita equivale alla "paura dell’abbandono", angoscia della scomparsa della protezione genitoriale, quel sostegno necessario in molti momenti particolari e dolorosi o penosi della vita.

Questo significa anche crescere come "persona", che adesso deve comunque farcela da sola e deve mostrare agli altri la sua forza d’animo. ( sua mamma per esempio.)

Suo padre l'accompagnerà sempre e dalla sua "imago interna" potrà trarre quella forza indispensabile per andare avanti- che diventerà sua- prima o poi, superata soprattutto la rabbia per il tumore.

Immagino cosa avrà provato e cosa sta ancora provando, tra mancanza, dolore, rabbia e rimuginzione della malattia...

Appena passerà la rabbia- prima o poi si stempererà - potra occuparsi del dolore, quello profondo per la perdita, ma molto dopo, non di certo adesso.

Ci saranno momenti bui, tristi, cupi, altri durante i quali la vita prenderà prepotentemente il posto del suo mondo interno e penserà di stare bene, altri durante i quali un ricordo, un profumo, una sua fragilità ...la riporterà indietro nel tempo e ripiomberà nel dolore....

Suo papà vivrà ancora e per sempre nei suoi ricordi, vivrà con lei e farà da guida al suo mondo interno
Abiterà i suoi ricordi..
E vivrà ancora nella sua memoria...
Condoglianze e coraggio...

L'amore spesso supera la morte...non finisce mai.

Forse in questa letture si ritroverà....

http://www.valeriarandone.it/articoli/1297-congresso-nazionale-sia-2015/

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#5]
Dr.ssa Ilaria La Manna Psicologo, Psicoterapeuta 282 8 9
Gentile Ragazza,

quello che ci scrive è davvero toccante e ci fa quasi sentire con mano il dolore che sta provando.

Si farebbe di tutto e oltre per non perdere le nostre persone più care e lei lo ha fatto, non ha da rimproverarsi nulla, anche se inevitabilmente, guardandosi indietro, ci si chiede sempre e comunque se forse non si poteva fare o agire diversamente. E' normale.

E quello che ora, foto, ricordi, immagini, vorrebbe togliere dalla vista perchè le acuiscono il dolore, un giorno invece riuscirà a vederli in modo più sereno e trarre da essi la forza per andare avanti.

I migliori saluti



Dott.ssa Ilaria La Manna
Psicologa Psicoterapeuta - Padova

[#6]
dopo
Attivo dal 2015 al 2016
Ex utente
Gentilissime dottoresse,
è passato più di un anno dalla mia ultima richiesta di consulto.
Innanzitutto vi ringrazio per le risposte celeri e affettuose dell'altra volta.
Oggi sento l'esigenza di consultarvi ancora...
Quest'anno è trascorso per me molto velocemente, sembra assurdo che dalla morte di mio padre sia già passato così tanto tempo. Mi sembra ieri che andavamo per ospedali alla ricerca di chissà cosa.
Devo dire che anche prima che la situazione si aggravasse avevo iniziato a maturare uno stato d'animo negativo...come se in fondo già sapessi che molte speranze non vi erano.
Per questo ero spesso rimproverata dalla mia mamma...mi diceva che mi comportavo come se già fosse morto.
Io credo che il mio stato d'animo fosse solo volto a prepararmi a quello che di lì a poco sarebbe successo.
Ad ogni modo...l'anno appena trascorso è stato di sicuro migliore di quello che ha portato alla sua malattia e poi alla sua morte.
Ora in fondo il peso che ho sull'anima è rappresentato solo dal mio dolore. Durante le visite mediche, le notti insonni, le TAC che davano sempre risultati peggiori, i dolori che aumentavano, al dolore che provavo io per me stessa nel vedere il mio papà in quello stato si aggiungeva anche un forte senso di impotenza, una disperazione vera e propria nell'immedesimarmi in ciò che (secondo me) poteva provare lui direttamente.
Ora quest'ansia ovviamente è finita.
A volte mi tornano però ancora in mente alcune situazioni vissute...e sprofondo nuovamente in quella disperazione. Mi chiedo di nuovo cosa provasse lui...se fosse spaventato...se si fosse reso conto di stare per morire.
La cosa che più mi offende è di sicuro il modo in cui è morto.
Due giorni di sofferenze acute in cui era semi cosciente per poi morire soffocato dal cancro che gli ha impedito il respiro.
Non credevo che si morisse così di tumore.
Mi immaginavo che si sarebbe addormentato lentamente.
E invece no. Il destino con noi non è stato così clemente.
Poi finalmente l'ultimo respiro...ultimo respiro che io pregavo arrivasse presto.
A volte penso che se fosse morto improvvisamente sarebbe stato molto meglio.
Ora ricorderei solo lui come era un tempo...bello in carne, forte e con i capelli folti. E invece le mie immagini sono ben diverse.
Oltre a quell'ansia che ancora a volte mi prende lo stomaco nel ripensare ad alcune immagini, c'è il dolore di non averlo più con noi. Il dolore, soprattutto, di non vederlo vicino ai nipotini a cui era affezionatissimo.
Ma come avete detto anche voi la vita va avanti ed entra prepotentemente in tutto questo.
Il mio matrimonio - allora rimandato - si è celebrato alcuni mesi fa.
Se dovessi definire il mio stato d'animo direi che mi sento abbastanza bene...salvo "i miei momenti".
Direi però anche che da quel giorno la mia concezione di "sentirsi bene" è cambiata. Nel senso che mai niente sarà più come prima.
In passato non avrei pensato che il cancro ci potesse riguardare così da vicino. Vivevo in una totale spensieratezza.
Ora mi rendo conto di avere paura per me e i miei cari.
Non tanto della morte, ma della malattia...dei controlli medici...degli ospedali.
Mi sono resa conto che anche attendere gli esiti di un semplice esame del sangue di routine mi crea ansia e agitazione.
Ho paura di poter scoprire improvvisamente che io o i miei cari non stiamo bene...e di ripiombare in quel vortice di ansia e disperazione.
Il mio ragionamento è questo: prima che papà si ammalasse eravamo tutti tranquilli e ignari. Quindi...chi mi assicura che non sta per ammalarsi di nuovo qualcuno a me caro?
Voi credete che tutti questi miei sentimenti siano fisiologici e passeranno con il tempo?
Grazie molte.
[#7]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,

<<La cosa che più mi offende è di sicuro il modo in cui è morto.<<
Peccato, mi addolora profondamente.
Ormai le "cure palliative" sono divenute oggetto di legge,
e dunque nessuno dovrebbe vivere o morire soffrendo:
lo scrivo qui per chi - oltre a Lei - ci legge ed è ancora in tempo a difendere il proprio caro dal disinteresse o dagli stereotipi che ancora in Italia circondano lo stato terminale e il morire
(Legge 15 marzo 2010 , n. 38 - Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore).

<<In passato non avrei pensato che il cancro ci potesse riguardare così da vicino. Vivevo in una totale spensieratezza.
Ora mi rendo conto di avere paura per me e i miei cari.<<
Il contatto con la malattia inguaribile porta a contatto con la precarietà della vita.
Ma questa consapevolezza porta a due possibili "uscite":
- la tristezza
- la convinzione che la vita va vissuta appieno ogni singolo giorno.

A proposito:
Lei si preparava al matrimonio quando il suo papà si è ammalato. Ora è felicemente sposata?




Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#8]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile Utente,
Lei ha iniziato una nuova vita, si e' sposata, avra' dei figli. La Sua vita la portera' a pensare alle cose attuali.
E piano piano il ricordo si sbiadira'.
Non scomparira' mai completamente. Solo perderà' di *salienza* perche' le cose quotidiane occuperanno la Sua mente in modo impellente. Del resto Lei davvero vorrebbe dimenticare?
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