Desiderio di morire

Non ho intenzione di suicidarmi. Ho troppa paura del dolore e non voglio far soffrire i miei cari, in special modo la mia fidanzata che amo moltissimo.
Però dentro di me spero sempre di non risvegliami più, di morire nel sonno, dolcemente.
Mi sento sopraffatto dalle situazioni, dalla mancanza di lavoro, dalle piccole e grandi crisi di coppia, i problemi in famiglia.
Mi sto pian piano chiudendo in me e lasciando tutti fuori per non sentire più per non parlare più.
Quasi 3 anni fa sono stato operato di orchetomia a causa di un seminoma al testicolo e da li ho seguito 3 cicli di chemio, quando sono tornato dalla malattia sono stato licenziato.
L'avevo presa come la possibilità di abbandonare un lavoro che ho smpre odiato per fare qualcosa di diverso, che mi piacesse, qualcosa di grande.
Per un anno ho fatto diversi investimenti per creare una cosa mia che mi rendesse quell'uomo di successo che ho sempre voluto essere. Non è andata bene. Ora faccio piccoli lavori saltuari che però non mi permettono assolutamente di potermi sposare e vivere con la donna che amo.
Qualsiasi cosa io faccia non riesco più a goderne o essere felice perchè c'è sempre quest'insieme di negatività che aleggia sulla mia testa.
L'unica gioia che provo è la sera prima di mettermi a letto perchè per qualche ora è come se non esistessi ed è questo quello che desidero di più, non esistere.
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Psicologo attivo dal 2012 al 2016
Psicologo
Gentile Utente,

la sofferenza che traspare dal Suo scritto è notevole; Lei è stato colpito duramente dalla vita ed è comprensibile il Suo stato d'animo.

L'operazione a cui si è sottoposto può aver influito notevolmente sul senso di identità e di autostima; il licenziamento e l'insuccesso nel lavoro autonomo fanno da complemento.

In più, la crisi economica che sussiste da qualche anno non aiuta certo a cambiare sistema.

Il consiglio che posso darLe è quello di cercare di reagire e di farsi una ragione di quanto accaduto, e di cercare di guardare avanti poiché è ancora possibile realizzare certi progetti di vita e di lavoro.

Non è certo facile, ma neanche è lecito aspettarsi che vada tutto bene al primo tentativo.

Si affidi a uno/a psicologo/a della Sua zona che l'aiuterà a individuare le strategie più opportune per rafforzare l'autostima e la fiducia in se stesso e nel futuro.

Le porgo i migliori auguri per tutto.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,

l'incontro con malattie gravi, anche se oggi curabili, lascia frequentemente un vissuto luttuoso; la sensazione (la consapevolezza?) della precarietà della vita.

Quando poi alle sventure di salute si accompagna la piccineria degli umani che determina la perdita del lavoro, tutto ciò non può non lasciare traccia dentro di sè.

Ogni "buona parola" sembrerebbe solo consolatoria.

Desidero solo dirLe che ha un senso esistere, non fosse altro che per farsi illuminare il viso dal sole al mattino.
Continuare a cercare un lavoro è importante.

Importante: in tutta la vicenda di salute, e ora, il Suo medico di base La sta seguendo?
Lei si fa aiutare con (blandi) antidepressivi?

Saluti cari.







Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/