impossibile "reset" post relazione: ma è passato un anno e mezzo

Gentili dottori,

come molti altri utenti di questo sito ho sperimentato ed in parte ancora sperimento le pene successive alla fine di una importante storia d'amore. ma a differenza di loro, credo di avere un ulteriore ostacolo che mi impedisce poter ritrovare la piena serenità.

si è trattato infatti di una storia d'amore molto intensa , importante e bellissima.
Abbiamo dovuto lottare contro molti ostacoli per ben 4 anni prima di coronare il nostro sogno. Io ho lasciato tutto (ottima professione, Milano, l'Italia e gli amici per raggiungerla nel suo piccolo paese straniero di provincia).
Pensate che di questa storia ne scrissi un diario (per aiutarmi nei momenti piu duri) da cui è nato poi un romanzo, pubblicato, e che sta ottenendo diversi riconoscimenti anche nazionali!

Lei era innamoratissima, mi presentò entusiasta alla sua famiglia e diceva di volere una famiglia con me, di vole diventare mia moglie e di aver sempre sentito qualcosa di speciale per me, anche quando stava con altri partners.

La storia fini dopo pochi mesi di convivenza, su mia iniziativa, anche se ne soffrimmo duramente entrambi. Io in primis.

Sono 2 le cose che nn riesco a superare, nonstante i miei sforzi:
1) il motivo della nostra rottura fu che lei, in quei mesi, stranemante non voleva fare mai nulla e viveva in simbiosi con la sorella e cognato. Era un momento di "stand by" per lei dopo importanti cambiamenti nella sua vita, ma io ero stufo di essere messo sempre in 2do piano. Poco dopo la mia partenza alcune cose le sono (inaspettatamente) cambiate e lei è tornata quella di sempre. E col suo attuale fidanzato fa TUTTO quello che io INVANO le chiedevo...

2) Purtroppo il ritornare continuamente su questo libro mi impedisce di staccarmi da quella storia. Ogni premio, ogni domanda, ogni volta, tutto mi riporta a quella magnifica storia.

Lei mi manca ancora tantissimo, nonostante sia passato un anno e mezzo e io sappia che ormai è davvero perduta: ma come riuscire ad "accettare" l'idea di essere capitato semplicemente nel "momento sbagliato" dopo tutti i sacrifici fatti, mentre il suo attuale uomo non ha dovuto cambiare nulla della sua vita (nemmeno indirizzo visto che erano vicini di casa pure..).

Come riuscire a vedere il romanzo come un semplice opera letteraria e non piu come il "racconto di noi due"?

Sono una persona molto estroversa, con molti amici, attiva ed ho avuto altre storie nel frattempo.
Ma come faccio a smettere di "aspettare segretamente" che prima o poi accada qualcosa e me la riporti, come già accaduto in passato in situazione assai simile?

Grazie mille per i consigli che vorrete darmi
[#1]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Caro Utente,

penso che scrivere e pubblicare la propria storia, condividendola e facendone oggetto di frequente discussione con gli altri - amici ed estranei -, sia un ottimo modo per non riuscire a prenderne le distanze.

Sarebbe stato meglio per Lei se non avesse fatto quella scelta, ma ormai non può tornare indietro e si trova a gestire le conseguenze dell'amplificazione e del continuo ritorno dei Suoi ricordi, indissolubilmente legati a quello che, a quanto ci riferisce, è diventato per lei un successo.

Dal momento che è stato Lei a troncare la storia, essendo scontento di quello che accadeva, potrebbe sentirsi sollevato se pensasse che quanto meno non è stata la Sua ex a decidere di chiudere e che Lei non ha subito quella decisione, ma è stato parte attiva nel determinarla.
All'epoca riteneva che non ci fosse nessun altro modo per affrontare quello che non andava?
Aveva accettato di buon grado quel trasferimento all'estero?


Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#2]
dopo
Attivo dal 2015 al 2016
Ex utente
Grazie per la Sua risposta Dr.sa Massaro.

E' ovviamente impossibile condensare in poche righe tutto quello che c'è stato tra noi due prima e dopo la ns storia,ma in breve si, io partiii di buon grado per il suo Paese (Francia) dove avevo anche trovato una buona sistemazione.

Lei era felicissima della mia presenza ed anche io di stare finalmente con lei dopo anni di ostacoli e difficoltà. La sua famiglia mi adorava, i suoi (pochi) amici anche. E' solo che lei in quei mesi (un paio prima del mio arrivo) era "strana": molto abitudinaria, svogliata e incollata alla sorella ed al cognato. Io nn aspettavo fanfare per me, ma almeno di poter vivere quel rapporto in COPPIA e nn necessariamente in "quartetto"... Ho atteso 6 mesi prima di decidere.

Ovviamente ne parlammo spesso e discutemmo pure. Ma lei oltre a soffrire nel vedermi soffrire non faceva nulla: cominciai a sentirmi in gabbia e pian piano questa si rimpiccioliva...finchè cedetti e feci le valige. Lei ne fu distrutta... Ma dopo un paio di settimane chiuse ogni ponte. Non mi permise più di contattarla nemmeno.

Saperla invece tornata "normale"(per vicende ogettive ed inaspettate) poco prima di fidanzarsi col suo ex collega mi fa star ancora male: " se anche con me avesse fatto la meta di tutto cio che fa con lui, saremmo stati una coppia da sogno! Ma con me tutto sembrava così difficile! "

aver scritto il romanzo mi ha sicuramente aiutato molto: ma ogni volta che mi chiedono se è auto biografico o no io mi rattristo; ogni volta che la gente ascolta a bocca aperta quelle letture io penso a lei, e sto male; ogni volta che ricevo un attestato o un premio muoio dalla voglia di comunicarglielo.. e sto male. E sapesse quante persone (amiche comuni) continuano a chiedermi se noi due ci sentiamo ancora, cosa ne è stato di quella storia fantastica etc...

Insomma, come se ne esce senza dovermi necessariamente ritirare su un eremo o attendere di vederla in abito bianco?

Grazie ancora per la Sua cortese attenzione

[#3]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Il fatto che la ragazza si sia in breve tempo fidanzata con un altro, dopo essere tornata quella di prima, può significare essenzialmente che il problema risiedeva nel vostro rapporto e non in un cambiamento personale in senso negativo della sua ex.
Forse non eravate fatti per stare insieme, cioè non eravate adatti a formare una coppia che durasse e resistesse alla quotidianità.
Di conseguenza se avete provato a risolvere la situazione, e non è stato possibile farlo, la Sua decisione è stata probabilmente la più sensata.

Non è da escludere che la ragazza si sia dispiaciuta nel constatare che non era felice con Lei quanto avrebbe immaginato e che non si sentisse di dirglielo chiaramente, perciò, dopo un iniziale momento di tristezza, si è ripresa senza grande fatica perchè è stato Lei a risolvere la situazione.
Del resto mi ha scritto che

"lei in quei mesi (un paio prima del mio arrivo) era "strana": molto abitudinaria, svogliata e incollata alla sorella ed al cognato",

quindi ipotizzerei che avesse già cambiato idea, che si fosse resa conto che la convivenza non era quello che voleva ancora prima che Lei arrivasse in Francia, ma che non abbia avuto il coraggio di dirglielo (anche solo per darvi comunque una chance).

Penso quindi che i rimpianti che Lei sta affrontando non abbiano senso, anche se riconoscerlo razionalmente non significa automaticamente superare anche emotivamente il fallimento di quel rapporto.

Purtroppo tutto quello che la lega al libro la lega anche alla ragazza e all'accaduto, quindi potrebbe evitare tutte le occasioni nelle quali immagina che l'argomento potrebbe essere trattato, anche se questo significasse rinunciare a complimenti o premi.
Oltre a questo penso che potrebbe esserle utile parlare con uno psicologo dell'accaduto e di quello che sta provando, per farsi aiutare ad elaborare le emozioni che non riesce a lasciar andare.

Un caro saluto,
[#4]
dopo
Attivo dal 2015 al 2016
Ex utente
Ha colto perfettamente nel segno dr.sa: razionalmente sono consapevole di tutto, ma emotivamente ancora no, nonstante sia passato un anno e mezzo e da allora non abbiamo più contatti.

Mi sono recato da uno psicologo-psicoterapeuta anche il quale mi ha aiutato a "razionalizzare" meglio la situazione ma che dal punto di vista emotivo non ha ottenuto grandi passi in avanti.
Dice che ho una profonda percezione di me stesso ed un'ottima capacità di auto analisi e dunque che io sia già consapevole di cosa non va e cosa andrebbe fatto per "guarire", solo che nn guarisco...

Ho provato il "distacco" (nessun contatto, nessuna sbirciata su facebook anzi ho bloccato il suo profilo, nessun riferimento a lei con gli amici, etc...) ma dopo alcuni mesi lei era ancora li, nei miei pensieri e nelle mie "speranze".
Ho dunque provato l'"onda d'urto", cercando di sapere il più possibile di lei al fine di convincermi che era finita (alcuni amici comuni mi hanno aggiornato, uno di loro mi ha fatto vedere tutte le sue foto sul facebook in cui è felicissima col suo attuale uomo, etc..) anche questa tecnica, dopo un iniziale beneficio, non ha sortito molto effetto.

Lei, infine, di tanto in tanto pubblica sul facebook alcune foto scattate da me durante la ns storia (e particolarmente importanti e simboliche per noi due...) nonostante sia passato tutto questo tempo e sia ormai felice con l'altro. Sembra quasi voglia dirmi " ti sto pensando ancora, seppur segretamente" perché son foto davvero "particolari" per noi, non è una coicidenza.

Questo sottilissimo "fil rouge" , che forse io amplifico ovviamente, non mi permette di archiviarla nel mio passato.

Vorrei chiederle un ultimo consiglio, se Lei me lo permette ovviamente D.sa Massaro: in occasione dell'ultimo premio vinto per il mio romanzo avevo pensato di scriverle, dopo un anno e piu di totale silenzio dovuto al suo divieto di contattarla.

Volevo sfruttare l'occasione semplicemente per "far pace", per cercare di chiudere questa incredibile storia con parole di affetto e non con lacrime e rimpianti (o addirittura rancori).

Lei pensa che possa essere una buona cosa per me oppure creerebbe ulteriori disagi?

Grazie ancora per la Sua squisita gentilezza e dipsonibilità Dr.s Massaro

[#5]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Può essere un tentativo, visto che ha già percorso le altre strade che Le sono venute in mente, ma se la ragazza mantiene vivo in qualche modo il legame con Lei pubblicando foto altamente significative per la vostra storia potrebbe anche non risponderLe, per evitare di sbilanciarsi nel caso cui avesse ritrovato dell'interesse nei Suoi confronti, o potrebbe risponderle alimentando l'ambiguità.
Non conoscendo in maniera più approfondita la situazione non credo di poter fare altre ipotesi e non so ipotizzare come potrebbe andare a finire.

Per quanto è stato seguito da uno psicologo? Di che orientamento era l'approccio utilizzato?
[#6]
dopo
Attivo dal 2015 al 2016
Ex utente
Sono stato seguito per 5 mesi, prima a cadenza settimanale poi bisettimanale. A metà luglio, a tre mesi dall'ultima, avrò una seduta di "controllo".

Non so dirle esattamente il tipo di "metodo" , ma posso descriverglielo.
Un test iniziale con circa 400 domande, ripetuto alla fine del ciclo per comparazione. So che con molti pazienti usa anche la meditazione ma disse che nel mio caso non era necessaria.
Lui mi ha aiutato molto a razionalizzare ulteriormente la situazione, vale a dire che la storia è finita ed appartiene al passato; che molte cose son cambiate in questi quasi due anni e che la mia "lei" adesso è felice con un altro uomo e che forse si sposeranno anche in un prossimo futuro. Io ho la mia vita ed è a quella che devo dedicarmi, far spazio eventualmente alla "prossima" persona importante che forse sarà quella che io mi ero illuso di aver trovato nella prima.

Tutto chiarissimo, tutto ovvio, tutto logico. Condivido ogni sillaba del suo ragionamento, davvero.

Ma mi capita ancora di sognarla e al risveglio ci resto molto male, così come a volte mi capita di pensarla per qualche breve istante mente sto con amici o, peggio, con altre ragazze.

Il distacco assoluto non ha funzionato, la "cruda" verità nemmeno.

Compatibilmente con un consulto "on-line", per definizione abbastanza generico: Lei cosa mi consiglierebbe di fare? Quale "tecnica" adottare per superare definitivamente quella importantissima storia?

Grazie ancora per la Sua disponibilità.
[#7]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
E' possibile che il terapeuta che si è occupato del suo caso sia di orientamento Cognitivo-Comportamentale: le suggerirei di farsi seguire da uno psicologo di diverso orientamento per andare oltre la razionalizzazione di quello che è successo (visto che riferisce di aver effettuato un lavoro parziale), affrontando anche il lato emotivo della sua difficoltà - che è poi presumibilmente quello più importante.

Dal punto di vista psicodinamico è fondamentale stabilire come mai lei si trova ora in questa situazione, da quale conflitto interiore è stato spinto a condividere in un libro la storia ormai finita ben sapendo (quanto meno a livello inconscio) che tutto ciò avrebbe contribuito a rendere molto difficile separarsene e quali criticità della sua storia personale entrano in gioco nel provocare tutto questo.
Il mio consiglio è quindi di portare a termine il lavoro su di sè con l'aiuto di uno psicologo di orientamento psicodinamico/psicoanalitico perchè non esistono "trucchi" da mettere in atto per uscire da questo stato di cose senza lavorarci ulteriormente.
[#8]
dopo
Attivo dal 2015 al 2016
Ex utente
Ok, grazie, seguirò il Suo prezioso consiglio dottoressa in quanto condivido appieno la Sua analisi: ha raggiunto un buon livello di accettazione "razionale" della vicenda, ma invece ho fatto troppi pochi progressi dal punto di vista emotivo.

Solo due ultimissime precisazioni:
1) Il romanzo fu scritto prima di tornare assieme e anzi ci aiutò a riavvicinarci molto in quanto lei, lettolo, oltre a restarne assai lusingata disse che finalmente aveva compreso molte cose "dal mio punto di vista" e che, dunque, aveva meglio capito quanto forte fosse il nostro legame.
La pubblicazione all'inizio fu "tiepida", ma appena due mesi dopo la nostra separazione comincia a ricevere varie offerte e proposte editoriali. Sale su una ferita aperta...

2) Proprio un paio di giorni fa, sul fcbk, lei ha pubblicato una sua foto sorridente in cui oltre a vedersi l'anello di fidanzamento (già noto e tutto sommato da me ormai accettato) indossa anche il "mio " orologio che le regalai in una circostanza speciale poco prima della fine.
Lei ne fu emozionata e lo indossava sempre, quasi fosse un'anello, e lo trattava come una reliquia. Il giorno della mia partenza, nelle lacrime, giurò che avrebbe gettato via quell'orologio poichè per lei significava troppe cose e gli parlava "di noi". Se lo sfilo dalla mano rapidamente, lo fisso un istante, e poi lo scaraventò sul letto con rabbia. Mi ripeté poi, urlando di rabbia e disperazione, il suo giuramento nel gettarlo via.

Bene, vedere che non solo non l'ha buttato ma lo indossa ancora dopo un anno e mezzo mi fa piacere. Ma vederlo accanto all'altrui brillante di fidanzamento , mi annienta...

Io non sarei riuscito a farlo al suo posto..troppi ricordi, troppi significati. Ecco, è proprio questo aspetto che vorrei superare: poter relegare quella storia a livello di un lontano ricordo e non più come una improbabile e sofferta "attesa" o "illusoria speranza"...

Continua infatti a illudermi che ogni volta che lei lo indossi, per esempio, ripensi a noi due. Ma chiaramente è una mia visione distorta e interessta della realtà.

Grazie ancora per il Suo contributo D.sa massaro
[#9]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Il comportamento della ragazza può avere più spiegazioni, ma solo lei sa perchè agisce così - ad esempio conservando e indossando un Suo regalo di una certa importanza.

Le auguro di riuscire a risolvere e superare quello che non ha ancora elaborato emotivamente.
Se lo desidera mi aggiorni,
un caro saluto