attività deleteria?

Gentili dottori, sono in cura da uno psicoanalista ormai da un po di mesi, la terapia procede bene e parallelamente alla terapia farmacologica che seguo i risultati sono stabili. Abbiamo recentemente discusso assieme al terapeuta di un insoddisfazione cronica che caratterizza le mie attività a causa di un probabile assetto depressivo stabile. Il terapeuta ha ribadito comunque che alcune mie scelte in passato riguardanti alcune attività, perlopiù di tempo libero sportive ecc..siano state condizionate da alcuni presupposti familiari, in particolare relativi al mito paterno. Mio padre ha conseguito ottimi risultati in ambito velistico e avevo deciso, qualche anno fa, anche io di cominciare quest'attività tuttavia con scarsi risultati. Oggi che invece mi sono riuscito per la prima volta a dedicare ad un'attività completamente diversa in maniera continuativa, la musica, mi e' tornato il tarlo in testa di ricominciare a fare vela vedendo una foto molto bella di me a un corso che feci anni fa. E' cominciata quindi una leggera titubanza nel continuare a suonare e voler quindi ricominciare a praticare quest'attività che avevo smesso per mia incapacità personale dovuta anche a un forte sovrappeso che oggi è diminuito di un po di chili, elemento imprescinbile per praticare quest'attività per la quale dovrei comunque dimagrire altri chili...La mia domanda è dovrei rinunciare a quest'idea? Posto che comunque ne parlerò con il mio terapeuta, questo desiderio di praticare la vela non potrebbe essere in nessuna maniera genuino e non per forza determinato dal mito paterno? Sono forse troppo severo con me stesso quando parlo di incapacità e forse rinunciatario nel non provarci, anche a perdere qualche altro chilo? Vi ringrazio come sempre per la disponibilità.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
(...)potrebbe essere in nessuna maniera genuino e non per forza determinato dal mito paterno?(...)

che sia determinato dal mito paterno, che si per imitazione, che sia per sfizio o per altro se ha voglia di farlo allora il desiderio diventa reale (punto)!!
Non si costruisca "arabeschi" mentali per una cosi così semplice!
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Caro ragazzo,
Lei ha la fortuna di essere in terapia da un analista e gia' da qualche tempo.
Quindi e' con lui che conviene Lei approfondisca la questione.
Penso che nel Suo percorso terapeutico avra' imparato a fare caso ai sogni e ad analizzarli in terapia.
Ora che il Suo inconscio e' stato attivato su tale questione con il tempo Le fornira' materiale onirico su cui lavorare per comprendere e comprendersi.
La vela e' simbolicamente un *significante* molto rilevante. Potrebbe indicare il Suo desiderio di indipendenza. Da conquistare a piccoli passi, perche' sa, andare in mare veleggiando e' una competenza molto sofisticata, che va appresa con impegno, dedizione e volonta'.
Auguri quindi! Siamo in estate e certo questa stagione e' la migliore per imparare a veleggiare, magari durante le vacanze, senza tralasciare le proprie attività, ma integrandole anzi, in modo piacevole e gratificante!
Ci mandi Sue notizie!
I miei auguri e saluti.

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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dopo
Utente
Utente
Gentili dottori,

Vi ringrazio per le risposte che mi avete fornito. Seppur differenti nella forma, uguale nel contenuto..Mi rendo conto che quest'attività potrebbe essere integrata a quelle che già sto portando avanti, musica, studio, ecc..Le mie paure sono due. La prima è di ordine clinico, cioè non vorrei che questa fosse una fase ipomaniacale o che mettesse il mio psichiatra in guardia su questa cosa, mi rendo conto che può essere un desiderio genuino, ma con un disturbo come il mio, disturbo bipolare, la paura di una fase del genere è sempre dietro l'angolo...La seconda paura riguarda l'attività in sè. Cadere in acqua e fare una brutta fine...è una cosa che mi ha sempre fatto paura ed è stata causa di innumerevoli uscite "mal riuscite" e di "cazziate" da parte del mio istruttore, il quale non si raccapezzava probabilmente del fatto che il figlio di un noto velista potesse avere una paura simile e che inoltre nessun altro ragazzo al corso la manifestasse o che quantomeno la sapesse controllare. Ecco, io credo che tale paura non se ne sia affatto andata pertanto questo è un ulteriore ostacolo che,sinceramente, mi invita a rinunciare..Credete che in linea teorica, ma anche nella pratica, siano paure che si possano superare? Grazie ancora per gli spunti di riflessione, cordialmente.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile utente,
Parli di tutto cio' con il Suo analista.
L'analisi delle paure e' parte integrante del disvelamento delle sfere inconsce. Cosa che costituisce il nucleo dell'analisi.
Buon lavoro!
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> questo desiderio di praticare la vela non potrebbe essere in nessuna maniera genuino e non per forza determinato dal mito paterno?
>>>

Da un punto di vista strategico la risposta è: non ha alcuna importanza. Se ha voglia di fare vela, lo faccia mettendoci impegno e veda nel tempo quali soddisfazioni riesce a ricavarne.

Tuttavia la sua domanda non andrebbe presa isolatamente, ma inquadrata nel contesto più ampio del fatto che è in cura per problemi personali. Ad esempio, la fissazione sul voler sapere il perché del sentirsi attratto dalla vela potrebbe rimandare a una qualche tendenza ossessiva, magari compresente rispetto al disturbo bipolare di cui soffre.

In questo caso, in altre parole, il problema non sarebbe *perché* si sente attratto dalla vela, ma il fatto che lei vi ha costruito sopra un problema.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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