Indecisione e molti dubbi su di sé

Sono una ragazza di 20 anni, l'anno scorso mi sono iscritta a Londra per frequentare biotecnologie in un college prestigioso. Il primo semestre é stato una favola. A dicembre torno in Italia per Natale, qui mi rendo improvvisamente conto, senza aver avuto sensazioni simili in precedenza (tranne che per la scrittura di una review scientifica) che magari quello che sto facendo non mi piace tantissimo. Pensiero irrazionale, dato che sono appassionata di biologia da quando avevo 3 anni, mentre ho sempre avuto meno talento ed entusiasmo nelle materie umanistiche (tranne che in filosofia). Mi piace-va l'idea di scoprire, cercare dal momento che sono abbastanza curiosa e far parte di un processo che è in grado di curare la gente (il mio eroe alle medie era Fleming) . Dopo questa illuminazione riprendo gli studi e le lezioni, improvvisamente tutto non mi piace. Nella mia testa c'é solo un pensiero: non voglio rimanere intrappolata a vita in qualcosa che non mi piace. Mi trascino per 3 mesi e alla fine me ne vado. Mi sento felice, torno a casa, mia madre mi continua a dire che secondo lei ho lasciato perché ero troppo depressa e ansiosa e non volevo ammetterlo (l'anno prima ero stata in terapia per questo, la prima volta che qualcosa del genere si presentava nella mia vita). Prima di lasciare volevo fare beni culturali. Tornata però non riesco ad ammetterlo apertamente (dato le scarse prospettive lavorative e poca fiducia nella mia capacità di valutare me stessa, pensavo di essere una psicopatica, che qualsiasi cosa pensassi fosse sbagliata, sintomo di qualcosa, questo dovuto ad un brutto rapporto con il terapeuta dell'anno precedente). A agosto trovo un posto volontario in un museo. L'attività dura fino a fine settembre. Tornata a casa non sono molto soddisfatta, voglio comunque fare qualcosa per gli altri, per la salute e il benessere e inizio a sminuire storia dell'arte, anche perché capisco di voler fare qualcosa che mi possa dare delle prospettive di lavoro più sicure. mi iscrivo a beni culturali controvoglia, incoraggiata anche da mio padre che mi dice: é stato un tuo desiderio fino all'altro ieri, fallo.Non sono ancora riuscita ad aprire un libro, credo di aver sbagliato nuovamente, perché per quanto mi possa piacere la materia non vedo un futuro di soddisfazioniPosso anche adattarmi, ma preferirei farlo con la vecchia laurea, che sono ancora in tempo a riprendere.Riguardo le cose che stavo studiando: non sono poi così male, mi piacerebbe riscoprire il piacere in esse, leggo delle nuove scoperte, penso che vorrei dedicare nuovamente la mia vita a quello. Ma sono ancora molti gli elementi che non mi convincono: troppo tecnico, linguaggio che me lo fa odiare.ancora troppo poco emozionante, mentre le facoltà umanistiche mi smuovono un pò di più.É due settimane che ci giro e ci rigiro su questa cosa, quando invece dovrei solo iniziare a fare qualcosa senza pensarci e mi sentirei meglio.Tornare é solo testardaggine?Che mi é successo lo scorso anno?
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile studentessa,
Crisi come la Sua sono molto frequenti fra gli studenti! Per questo esistono presso le principali Facolta' Universitarie dei Servizi di Orientamento ove collaborano studenti gia' esperti che possano offrire la propria espereienza ai piu' giovani.
Tenti una strada di questo tipo!
Auguri!

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Dr.ssa Giovanna Costanza Psicologo, Psicoterapeuta 14 1
Salve cara,
sicuramente ansia e depressione possono favorire questi stati confusionali, in cui si mette in dubbio ogni cosa, ogni certezza e si possono prendere decisioni affrettate e impulsive che poi rischiano di creare frustrazione e insoddisfazione;
ma a 20 anni queste crisi sono anche fisiologiche e non vanno eccessivamente patologizzate, è normale avere dubbi rispetto a scelte importanti che riguardano il nostro futuro. Quando per di più ci si ritrova lontani dai propri cari, è facile sentirsi soli e chiedersi se questo è davvero ciò che desideriamo.

Credo che in questo momento prendersi un po di tempo per riflettere e fare chiarezza dentro di se, sarebbe preferibile rispetto ad altri cambiamenti, fatti in modo impulsivo, che rischiano di aggiungere confusione e ansia. Farsi sostenere da un terapeuta potrebbe aiutarla ad aumentare la sua autostima e la fiducia nelle sue capacità di valutazione, aiutarla ad ascoltare le parti più profonde di sé, i suoi desideri e i suoi timori, così da poter prendere le scelte importanti della sua vita con maggiore serenità.
Sperando di poterle essere stata d'aiuto la saluto.

Dr.ssa Costanza Giovanna

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dopo
Utente
Utente
Grazie per le risposte,
Io sinceramente quello che avrei voluto fare quest'anno era rimanere a casa, trovarmi un lavoretto e frequentare dei corsi singoli per poi iscrivermi l'anno successivo, ma questa opzione é stata vista dai miei famigliari come una disgrazia, come qualcosa che io non potevo assolutamente fare, perché secondo loro non mi avrebbe assolutamente giovato... Sta di fatto che io mi sento molto in colpa a fargli spendere dei soldi per un appartamento in un'altra città quando sò già che questo corso non lo vorrei far durare, ma per loro era la cosa che dovevo fare, quella per cui si sarebbero sentiti meglio, alla fine avevano ragione a stare ferma mi sarei impigrita, ma io sinceramente non sarei rimasta ferma, avevo dei piani, ma ho sempre paura a chiedere perché ogni volta che gli ho parlato di una cosa del genere mi rispondevano: ma allora casa fai, niente? Tu hai solo paura, buttati, se non lo fai hai paura a vivere, sei un fallimento per noi
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Dr.ssa Giovanna Costanza Psicologo, Psicoterapeuta 14 1
Carissima, credo che ci siano momenti della nostra vita in cui abbiamo proprio bisogno di fermarci per fare chiarezza e guardarci dentro; posso comprendere le preoccupazioni dei suoi genitori, legate probabilmente al periodo difficile che è appena passato, ma a volte i genitori nel tentativo di proteggere i propri figli rischiano di smettere di ascoltare cosa i figli cercano di dire.

La sprono a cercare di parlare apertamente con i suoi genitori per trovare insieme la soluzione migliore per lei, ma è importante che non desista da far ascoltare la sua voce, lei è un'adulta e ha il diritto di dire quali sono i suoi bisogni, senza "sensi di colpa" e non temendo di deludere le aspettative di chi ama.

Cordialmente
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Dr.ssa Patrizia Pezzella Psicologo, Psicoterapeuta 263 13 1
gent.ma giovane lettrice,
chieda ai suoi genitori di sostenere le "sue" scelte in questo momento della sua vita e li inviti a parlarne tutti insieme con un terapeuta.
p.s. prvate a leggere insieme la poesia del poeta K. Gibran sui figli.

molti auguri .

Dr.ssa Patrizia Pezzella
psicologa, psicoterapeuta
perfezionata in sessuologia clinica