Cosa significa questo sogno che ho fatto?

Buonasera, ieri notte ho fatto un sogno per me alquanto inusuale, è la prima volta che faccio un sogno di questo genere: Ero seduto sul divano, ma non ero a casa mia, alla mia sinistra c'era qualcuno, non saprei dire chi;invece alla mia destra c'era un ragazzo nero, non ricordo nel dettaglio, ma il mio corpo era in contatto col suo, in quanto era seduto vicinissimo a me, dopo questo ricordo che io ero seduto sopra di lui (non ricordo come ci sono finito, ma d'altra parte è un sogno) e inizia a fare movimenti ambigui, tant'è che gli viene una mezza erezione ed io lo sentivo.
Questo vuol dire che sono un omosessuale represso? Mi sono sempre piaciute le ragazze (non tutte ovviamente), nessun ragazzo mi ha mai attrato (ma magari può succedere in futuro, non so), c'è un omosessualità latente? Mi masturbo con i video porno etero o lesbo, non ho la ragazza perchè ho parecchi problema di testa che mi escludono dalla società, prima o poi spero di risolverli, ma tornando alla domanda iniziale: sono omosessuale represso/bisessuale?
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Salve, le sue domande sono legittime, il sogno racconta una vicinanza carnale che lei ha avuto in una casa "straniera", con un uomo nero vicinissimo a lei, con una mezza erezione, sul quale era seduto. Non possiamo tuttavia interpretarlo approfonditamente in questa sede, poiché ci sarebbero numerosi aspetti su cui soffermarsi a riflettere, che aprirebbero molti capitoli della sua vita che non riusciremmo a gestire qui.

Il sogno, da un punto di vista psicoanalitico, è una storia di cui lei è il narratore e regista, e viene fatto in uno stato speciale diverso dalla veglia.
Molti autori e studiosi di vari campi se ne sono occupati. Si dovrebbero dire diverse cose, in queste sede mi preme sottolinearne una, e cioè l'importanza delle associazioni sul sogno in stato di veglia. Potremmo dire che il sogno non ha un significato assoluto, che qualcun altro può decodificare senza il sognatore. Lei è l'unico che può capire maggiormente il senso di quello che ha rappresentato.

Leggendo le sue sensazioni sul sogno, potremmo soffermarci su tre aspetti.

Il primo riguarda i suoi "problemi di testa" che la tengono lontano da una possibile relazione con una ragazza. Bisognerebbe capire se vive un malessere esistenziale e conoscere meglio questi problemi in relazione alla sua vita familiare, sociale e di coppia. Dalle sue parole sembrano problemi incisivi che l'hanno condizionata al punto da parlare di un senso di emarginazione.

Il secondo aspetto riguarda la storia della sua sessualità, il modo in cui l'ha vissuta e la vive oggi attraverso la masturbazione.

Infine, il terzo aspetto riguarda la possibilità di essere omosessuale, in merito a questo cosa pensa, quando dice che può succedere in futuro? Come la vive?

Mi sembra di poter dire che attraverso le sue parole lei sottolinei questi aspetti coome emergenti a partire dal suo sogno, quindi sono significativi ed è importante potercisi soffermare.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis

Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

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Utente
Utente
Salve dottore, grazie mille per la risposta, ho cercato di riflettere su questo sogno, (gli spunti che mi ha dato mi hanno aiutato)....... e secondo me le possibilità sono queste:

Siccome nel sogno non mi trovavo a casa mia ma in quella di qualcun altro potrebbe essere collegato a come vivo l'ambiente estraneo e le persone estranee , o alla paura di "prenderlo in quel posto", che nel sogno non è successo ma poco ci mancava, non sono razzista o omofobo, anche se spesso, specialmente da piccolo, i miei genitori facevano battute sui gay e sui neri, e io ci ridevo, ma non penso che neanche loro siano razzisti/omofobi, semplicemente ci scherzavano su, non in maniera pesante.
Può anche essere che questo sogno non abbia un significato........... ho fatto anche altre volte sogni erotici, ma in quelli ero con delle ragazze, mai con un maschio.

Se in futuro mi dovesse capitare di trovare un uomo attraente non rimarrei scandalizzato , ma forse preferirei stare con una ragazza , non lo so...

Mi sento emarginato, probabilmente la colpa è in maggior parte mia, in quanto preferisco stare lontano dagli altri, più ci sto lontano più mi sento distante da loro, più faccio faccio fatica a starci insieme; quindi più io li allontano più alla fine io mi sento allontanato da loro, adesso mi trovo a combattere con la mia testa, perché la società vuole così, non posso cambiare la società, quindi devo cambiare me stesso. Sono io che mi devo adattare agli altri, non io alla società, specialmente in questo pezzo di terra che viene chiamato "Italia" di cui io non mi sento fare parte, non mi sento neanche africano, austriaco, ucraino o cinese se è per questo, sono parte della materia dell'universo, questo sì, ma preferirei essere un sasso o un pezzo di plastica che un essere vivente, per non vedere le persone che distruggono piano piano il mondo creando nuove persone che a loro volta daranno il loro contributo a rendere ancora più invivibile questo posto.
La gente pensa solo a consumare(energia, cibo ,aria, risorse di vario genere....), quelli che consumano per aiutare altre persone in realtà sono ancora più egoisti di chi consuma per sé.
Spero che questo stato di coscienza momentaneo finisca presto.

Scusi se ho scritto in modo disordinato e disconnesso.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Non ha scritto in modo disordinato e disconnesso, mi immagino piuttosto che ci siano una foga e un impeto vitali dentro di lei, che cercano espressione e forma.

Sembra arrabbiato contro certe ingiustizie della vita e l'egoismo delle persone. Forse per questo non riesce a sentire un senso di appartenenza e si genera in lei un vissuto di dolore, come se si sentisse profondamente deluso e solo.

Se il mondo va in un certo modo, e su questo non ha torto, mi chiedo tuttavia se lei aggiunge un carico in più, come se cioè si chiudesse e non lasciasse emergere la sua autenticità.

Le parlo di una possibile difficoltà a esprimere se stesso, in via ipotetica, poiché ci sono diversi dettagli che sembrano coerenti tra loro. Il senso di chiusura di cui ci parla, la colpa che si attribuisce, il suo chiedere scusa per il modo in cui ha scritto, come se cioè i suoi pensieri e le sue emozioni non potessero essere compresi e accolti, e lei alla fine non potesse comunicarli.

In linea con questo, le parole dei suoi genitori sembrano significative. Facevano proprio "battute sui gay e sui neri", come sembra indicarci il suo sogno, in cui c'è un uomo gay e nero.
Se mettiamo un attimo tra parentesi il discorso della sessualità, poiché d'altronde non possiamo giungere in questa sede a una comprensione del suo orientamento, mi chiedo se potremmo dire che lei oggi desidera forse fare i conti con una parte di sé che sente "straniera", in quanto diversa. E chiede cittadinanza, perché finora l'ha tenuta forse troppo nascosta?

Come dire, in quanto lei è se stesso, è un soggetto che pensa, si emoziona e può agire autenticamente, con un certo grado di libertà espressiva. Lei è unico e diverso dagli altri, come la nuova casa in cui sceglie di essere nel sogno?
Forse oggi è come se desiderasse legittimare la sua diversità e aprirsi al mondo grazie a questa sua unicità?

Quando invece da piccolo "rideva" delle battute sui gay e sui neri, si conformava senza pensarci a una realtà, che forse non condivideva, che non le corrispondeva davvero? Tanto che alla lunga non si sente oggi di appartenervi?
Possiamo dunque chiederci se la sua creatività sia stata sviluppata, se lei è stato riconosciuto dai suoi genitori ad esempio, in modo tale da poter sviluppare un senso di forza e di fiducia in sé.

Questo discorso ci potrebbe aiutare anche a capire, col tempo, il suo orientamento sessuale, se fosse bisessuale o omosessuale. Se magari desidera integrare dentro di sé aspetti che socialmente potrebbero essere visti con diffidenza e paura, che potrebbero scandalizzare gli altri, ma oggi non scandalizzare più lei, che può finalmente emergere con la sua voce.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
[#4]
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<<la colpa che si attribuisce>>
Non mi sono attribuito nessna colpa.

La casa in cui mi trovavo nel sogno era dei miei nonni.

Non ho capito perché dice che chiedo cittadinanza, io non la chiedo, stavo esprimendo la mio opinione sul nazionalismo, sulla patria.L'italia , come la francia, la russia, il giappone, per me non esistono, sono delle cose fittizzie alle quali molta gente si aggrappa per sentire un senso di appartenenza, dovrebbero sentire un senso di appartenenza al pianeta intero, non ad un pezzo di terra con dei confini, quindi la cittadinanza io non la chiedo (anche perché ce l'ho), ma per me non ha nessun valore.


Ancora oggi mi capita di ridere per battute sui neri o sui gay o anche su meridionali o sugli ebrei(i mei non ci hanno mai scherzato invece sugli ebrei), se posso dirle la verità: non mi metterei mai con una nera, provo una
leggera repulsione verso loro, non mi attirano, forse perché sono troppo diverse e chi è diverso viene allontanato, succede anche a me d'altronde, ma non per motivi fisici, ma comportamentali.


Non voglio legittimare la mia diversità,(diversità da chi?), voglio solo vivere in tranquillità.

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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Sulla cittadinanza non mi sono espresso bene, o meglio intendevo un discorso sull'identità, sul senso di appartenenza e sui confini, come lei ha sottolineato, se ho capito bene le sue parole.

Potremmo dire che la cittadinanza e l'appartenenza possono essere un valore a determinate condizioni. Come lei dice, la cittadinanza può essere invece fittizia a volte e, giustamente, quando è così, non ha un valore sostanziale. Non so se lo condivide, si potrebbe riflettere sul fatto che in questi casi possa anche rappresentare un peso.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
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Grazie, comunque non penso di essere gay, magari era un sogno senza senso.