Inadeguatezza

Salve,
Come sempre ringrazio tutti coloro che si sono presi l'impegno di rispondere alle mie precedenti domande. Grazie infinite! Non smetterò mai di dire che questo è il migliore sito di medicina e psicologia in cui mi sono imbattuta.
Il mio problema si articola in due parti, entrambe che fanno riferimento all'inadeguatezza. Il primo riguarda il mio carattere. Io non sono mai stata una persona estroversa, con tanti amici, solare e simpatica, ma non mi ritengo nemmeno timida. Infatti quando sono con i miei genitori o con i miei amici non mi sento "inibita" da loro o giudicata: sto bene e non ho eccessive paure. Il problema sorge quando mi trovo con altri. Con persone che non conosco o che conosco poco (per me poco può voler dire anche 6/7 mesi). È come se mi sentissi costantemente giudicata, come se avessi l'impressione che tutti pensino male di me e che, se io mi avvicinassi, mi rifiuterebbero. Non riesco a parlare con gente nuova o stringere legami a meno che non siano gli altri ad avvicinarsi. Mi sento come se fossi sempre inferiore, più brutta e stupida di tutti. Per fare un esempio, è poco più di un mese che è iniziata l'università e io non mi sono ancora fatta ... non dico un amico ma una persona con cui parlare. E lo so che è colpa mia, perchè qualcuno ci ha provato a parlare con me, ma poi io rispondo e non dico più niente, mi allontano e mi isolo. Voi direte "non farlo più", ma ... è come se fosse più forte di me ... e poi adesso mi sento ancora peggio perchè vedo che tutti hanno il loro gruppo e io non ho nessuno ... che bisogno hanno di me? Non vorre stare sola, davvero, solo che mi sale una gran angoscia quando penso di socializzare con gli altri. Come posso fare? Perchè gli altri ce la fanno e io no? Questo è il mio problema spiegato proprio in due parole. Lo so che sembra stupido ma credetemi quando vi dico che a volte vorrei scappare da quell' aula universitaria. Ora subentra l'altro ... io studio psicologia (ho iniziato quest'anno, l'anno scorso ero a giurisprudenza) e in facoltà si è parlato di come lo psicologo non debba far sì che i suoi problemi influiscano sulla sua professione. Inoltre ci hanno detto che lo psicologo deve essere aperto, socievole, ecc. Lo so che può sembrare prematuro, ma io a volte ci penso e ho paura che il mio atteggiamento non mi permetterà di poter tirare fuori qualcosa di buono in futuro anche da un punto di vista professionale. inoltre, (non credo di averlo mai detto qui) io sono stata per quasi due anni autolesionista ... ho una gran paura del giudizio degli altri, non so quanto può essere "giusto" che una persona che deve aiutare gli altri abbia una situazione del genere ... ho davvero paura che tutto questo mi porterà a non essere obiettiva o, peggio, ad incentivare certi comportamenti ... anche perchè a volte temo di voler farmi del male di nuovo. Non vorrei davvero trovarmi a non essere in grado di aiutare una persona perchè anche io mi tagliavo, oppure perchè mi sento intimorita.
Anna
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazza,

un problema alla volta!

Per quanto riguarda la timidezza e poca socialità, spero si renda conto che "È come se mi sentissi costantemente giudicata, come se avessi l'impressione che tutti pensino male di me e che, se io mi avvicinassi, mi rifiuterebbero...." è semplicemente il Suo pensiero e la Sua paura.

Come si superano le paure? Affrontandole!

I gruppetti sono già formati e Lei ne è esclusa?
Va bene, non appena tornerà a lezione, si avvicini ad un gruppo e attacchi Lei bottone.
Non importa se le viene un po' d'ansia, è l'unico modo per superare questa paura e non restare sola.


Per quanto riguarda la professione, ci sono persone di ogni tipo in giro per il mondo e lo psicologo non deve essere necessariamente estroverso: conosco colleghi timidi e molto competenti.
Quindi, un passo per volta.

Prima si occupi della Sua permanenza in università, trovando un gruppo di amici o di colleghi utili per scambio di appunti, materiali e per studiare insieme.

Quando verrà il momento di esercitare la professione, si occuperà del resto.

Se da sola non riuscisse a spezzare questo meccanismo, allora il ricorso ad una consulenza psicologica sarebbe molto utile.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Anna,
il timore di non essere all'altezza, del giudizio degli altri, di non essere accettata e il disagio che sperimenta nell'affrontare situazioni sociali andrebbero risolti.
Se non ce la fa da sola, si dovrebbe riferire a un nostro collega, dato quanto ci riferiva anche in un precedente consulto che sembra non disgiunto dal problema attuale e il pregresso di autolesionismo.
Non per scoraggiarla, ma non di rado tentando di risolvere i propri problemi e difficoltà da soli, senza un aiuto specialistico quando il caso lo richiede, si corre il rischio di peggiorarli.

Cominci a darsi la possibilità di stare meglio con se stessa e nelle situazioni sociali, successivamente alla professione.

Molti auguri per i suoi studi

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it