Mio figlio DSA, consulto

Buona sera a tutto lo staff; mio figlio è discalculico e dislessico certificato da asl specializzata, ha 12 anni adesso.
Io sono appassionata di pianoforte e mio figlio ha iniziato a studiarlo e qualche volta capita di suonare a 4 mani, è una attività che ogni tanto ci diverte fare assieme.

Ha un QI molto elevato stando ai test fatti però ovviamente avendo queste due particolarità che lo distinguono (discalculia e lieve dislessia) non vorrei forzarlo su qualcosa che ha difficoltà, in particolare vedo che ha difficoltà a individuare a colpo d'occhio e legger la nota sul pentagramma. Ora essendo una cosa complessa per chiunque studi musica (anche senza DSA) e che si impara con lo studio e poi diventa un automatismo non so se battere molto su questa cosa o meno. Voglio dire: so ad esempio che essendo discalculico sarebbe inutile battere molto sul fargli imparare le tabelline perché ha una impossibilità nel farlo e a imparare quell'automatismo, io ora però non so se la dislessia e la discalculia impediscano anche l'automatismo di lettura di un pentagramma. Che a voi risulti potrebbe aver difficoltà anche in questo tipo di automatismo da imparare?

Grazie.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Signora,
credo che il criterio per decidere cosa fare sia principalmente la passione e la motivazione di suo figlio allo studio della musica: è possibile che ci siano difficoltà, ma la volontà di aggirarle, trovando gli strumenti compensativi efficaci anche in questo campo, può cambiare le carte in tavola.
Le allego due contributi, a mio avviso, illuminanti:
http://www.lastampa.it/2015/11/23/multimedia/edizioni/cuneo/mika-parla-di-dislessia-la-normalit-unillusione-totale-43yzxInC57t0fYqc0Xa3ON/pagina.html
http://musica.istruzionepiemonte.it/wp-content/uploads/2013/12/Convegno-Alba-Prologo.pdf

Saluti cordiali.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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dopo
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
La ringrazio per i due link che mi ha scirtto che mi aiutano a capire un po' la situazione di mio figlio (non è facile capire cosa provi l'altro non vivendola dall'interno). Mi pare di capire che un DSA sia più che non saper leggere e fare calcoli ma più totalizzante nello studio e negli automatismi in generale. Giusto Dr.ssa Scalco?

Seconda cosa che mi chiedo è se appunto l'automatismo di lettura posizionale di una nota possa essere "compromesso" in un dislessico o discalculico. Perché ripeto è difficile per tutti impararlo ma forse per un discalculico è addirittura impossibile? Quindi sarebbe inutile fare molto esercizio per farglielo imparare e magari demotivarlo.

Grazie nuovamente Dottoressa e Dottori.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Le "etichette" comportano descrizioni per forza di cose generiche: non esiste un prototipo di discalculico, ma tanti bambini unici e differenti tra loro che presentano tale problematica.

Difficile perciò dire a distanza quali possano essere gli ostacoli che suo figlio potrà incontrare nello studio della musica... Qualche informazione in più potrebbe averla (forse) dagli specialisti che lo hanno seguito per giungere alla formulazione della diagnosi, oppure -se è trascorso più tempo- rivolgendosi di persona ad un neuropsicologo esperto in disturbi specifici dell'apprendimento.

Ribadisco però l'importanza della motivazione intrinseca e personale a tale tipo di studio, che non dovrebbe essere intrapreso solo per adeguarsi alle aspettative di altri, ma seguire una propria passione.
Altrettanta attenzione va posta alle competenze emotive del ragazzino, particolarmente un riferimento alla sua soglia di tolleranza alla frustrazione.

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dopo
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
Grazie per la mail di risposta, non voglio esser polemica ma sto solo cercando di capire essendo ignorante in materia e vorrei approcciarmi nel modo più giusto possibile: dato che si parla di discalculia e dislessia (DSA più "famosi") quando si fa una diagnosi credo ci sia un minimo comun denominatore per ogni persona con questa "particolarità", se tutti fossero unici e differenti allora verrebbe da sè che sarebbe inutile parlare di DSA.
Mi chiedevo quindi quali fossero questi fattori comuni.

Ripeto che non è una polemica ma cerco solo di capire dato che la sua risposta mi ha incuriosito sull'argomento sia per mio figlio, ma in modo generico.
Buona serata.

PS: purtroppo ci siamo trasferiti dal momento della diagnosi, quindi sarebbe scomodo ripassare dall'asl che certificò a suo tempo. Sono ovviamente pienamente d'accordo sul suo spunto di riflessione relativo alla passione e non all'adeguarsi.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Le suggerisco di consultare il sito dell'Associazione Italiana Dislessia, dove potrà trovare tanto materiale utile a comprendere ed approfondire le modalità per poter stare accanto a suo figlio nel migliore dei modi ed, eventualmente, trovare il riferimento ad uno specialista della vostra zona:
http://www.aiditalia.org/

Buona serata anche a Lei.
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Dr.ssa Stella Di Giorgio Psicologo 34 2
Salve gentile mamma, sono una socia Aid.

La musica è una lingua scritta, quindi l'apprendimento della musica potrebbe presentare alcune delle difficoltà di decodifica che già si incontrano nell'apprendimento della lettura, e altre difficoltà ,specifiche dell'apprendimento della musica, che incontrano sia dislessici che non.

Allo stesso modo, come esistono modalità compensative per l'apprendimento della scrittura, così esistono per l'apprendimento della musica, che non è assolutamente precluso a un ragazzo dislessico.

La dislessia consente qualunque tipo di apprendimento, incluso quello della musica e della danza (= apprendimento procedurale di coreografie e sequenze di passi), con i dovuti strumenti compensativi o dispensativi, che ciascun ragazzo elabora da sé o che gli vengono proposti. Quali sono?

Al esempio, alcuni bambini dislessici che studiano musica e imparano a suonare strumenti, hanno un loro sistema di simboli che aggiungono sul pentagramma, per facilitare la memorizzazione o capire i vari cambiamenti di suono.

Possono aver bisogno di più tempo per imparare le note, per ricordarle, per coordinare mani e orecchio. Possono aver bisogno di ascoltare più volte una melodia prima di poterla riproporre, soprattutto se lunga. Alcuni imparano la musica su pentagrammi colorati o altri materiali più "multisensoriali".

Spesso inoltre per i dislessici l'attività musicale è più legata all'emisfero destro che sinistro, perché viene vissuta come attività creativa, quindi riescono meglio negli aspetti legati alla creatività più che a quelli logici. Però ciascuno è diverso, ha le sue specifiche difficoltà, così come i suoi personali modi di compensarle.

Complessivamente l'apprendimento della musica e di uno strumento può risultare più lungo e faticoso di quanto lo sia normalmente, ma non impossibile, in presenza di un genuino interesse e di forte motivazione, che aiutano ciascun ragazzo a trovare i suoi modi di apprendere e di raggiungere anche risultati eccellenti, come avviene anche per l'apprendimento scolastico, data la loro intelligenza.

E' possibile che in questo caso, la motivazione verso l'apprendimento del pianoforte sia connessa più al piacere di condividere un'esperienza con la mamma, di ritagliarsi un momento di condivisione, di gioco e di affetto, molto importante nella preadolescenza, perché aiuta la relazione genitore-figlio.

Quindi è possibile che il ragazzo possa essere interessato all'apprendimento del pianoforte come esperienza affettiva e creativa, piuttosto che essere interessato verso gli aspetti più "tecnici", che potrebbero diventare pesanti, ma non perché sia dislessico, ma perché appunto lui potrebbe dare un significato diverso a quel tipo di apprendimento e di esperienza.

Può essere utile rispettare il significato che quell'esperienza ha per lui in questo momento, preservare questo prezioso momento di condivisione affettiva e creativa, senza trasformarlo in un momento di vera e propria istruzione musicale basata su insegnamenti e contenuti più tecnici. Introducendo aspetti tecnici, magari in buonissima fede, per alimentare il suo interesse, c'è il rischio che li rifiuti e che poi non voglia più suonare.

Magari proprio la tranquillità con cui adesso gode di questo momento, ancora non contaminato da ansia e da sforzo per la prestazione, potrebbe stimolare la motivazione anche verso gli aspetti più tecnici e a quel punto sarà il ragazzo stesso a escogitare i suoi personali modi compensativi per le difficoltà specifiche che incontra. La dislessia non gli precluderà assolutamente l'apprendimento musicale e il raggiungimento di un'ottima competenza.

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