Mi ritorna in mente...sempre e solo lui

Gentili signori medici,
ho quasi 32 anni e sto attraversando un periodo di grande confusione.Ieri sera il mio ragazzo (stiamo insieme da quasi 6 anni) mi ha chiesto che cosa io provi davvero per lui perché mi sente "distante, fredda, disinteressata." Dopo averlo rassicurato il più possibile...mi sono fatta un esame di coscienza e mi sono risposta che non ha tutti i torti, che ho davvero la testa altrove: penso sempre al mio ex, G. Ci siamo lasciati da ben 6 anni, io e il mio attuale ragazzo ci siamo messi insieme pochi mesi dopo e io ero contentissima. Da mesi e mesi però il ricordo continuo, incessante, onnipresente del mio ex è diventato per me quasi una presenza fisica, un'ossessione.Ovunque io vada, qualsiasi cosa faccia, qualsiasi cosa veda...mi ritorna in mente G.E mi manca. Se esco di casa, cerco di passare apposta in punti in cui potrei vederlo, anche solo per guardarlo.Mi manca talmente tanto che spio la sua pagina su Facebook, lo chiamo da numero anonimo solo per sentire la sua voce che dice "pronto?Ma chi è?".Spesso sono tentata di chiedergli di vederci, dirgli della mia malattia (dopo che ci siamo lasciati ho scoperto di avere la SM), dirgli che ho capito di avere sbagliato tanto con lui, che è tutta colpa mia se ci siamo lasciati...e che mi manca.
G. è parte di me, è in tutto ciò che faccio, mi è entrato nelle ossa, nelle vene, nell'anima...e non sembra volersene andare. Sta con un'altra da anni, mi avrà probabilmente dimenticata del tutto, ma io vorrei davvero tornare a vivere anche solo un giorno dei tempi in cui noi due eravamo felici, giovani, belli, innamoratissimi...perché non sono mai più stata tanto felice. O forse non so più esserlo. Dentro di me ci sono mille sentimenti altalenanti...a volte mi dico "basta, lo chiamo, gli dico che voglio parlargli, che devo dirgli una cosa molto importante"e subito dopo mi dico"ma sei matta???Ti riderebbe in faccia!Vi siete lasciati 6 anni fa!E poi che cosa gli dici?Che lo pensi giorno e notte???"Per me è come se una parte di me stessa fosse rimasta lì, cristallizzata, legata indissolubilmente a lui. L'aspetto più assurdo è che racconto al mio attuale ragazzo tutto di me e G., manca solo che gli racconti di quando facevamo l'amore! Non so come liberarmi della sua presenza, come dimenticarlo davvero...temo non lo dimenticherò mai. E mi manca, mi manca, mi manca...mi manca il suo sorriso, il suo senso dell'umorismo, i suoi jeans, le sue sneakers, mi manca il suo profumo, la sua voce, le sue mani, i suoi riccioli neri.Pensare che stia con un'altra mi sembra assurdo, perché G. era mio, lo era anche da prima che ci mettessimo insieme (non era mai stato con nessun altra perché aspettava me),a volte vorrei che tornasse da me. Però c'è la sua ragazza, c'è il mio ragazzo, sono passati 6 anni...e probabilmente lui non mi rimpiange affatto. Io invece vorrei che lui e la sua ragazza si lasciassero e tornasse da me. Forse questa volta potrei davvero godermi la nostra felicità.
Grazie mille a tutti!
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Utente,

lei non ha continuato a pensare a G. dopo che vi siete lasciati, ma ha cominciato a farlo anni dopo e cioè alcuni mesi fa.

Si può pensare di conseguenza che sia accaduto qualcosa di particolare, che l'ha portata a ripensare a lui con l'intensità che sta riferendo.

Cosa è accaduto o cambiato prima che lei iniziasse a pensarlo e rimpiangerlo così tanto?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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dopo
Utente
Utente
In questi giorni sto riflettendo molto su ciò che mi ha scritto e credo di aver ricominciato a ripensare così costantemente al mio ex perché sono infelice, profondamente infelice e mi sto aggrappando disperatamente ai pochi momenti della mia vita in cui sono stata non dico felice, ma almeno...un minimo serena e appagata. Non posso tornare indietro e rimediare ai miei errori per cambiare il presente ma, al tempo stesso, non riesco a uscire da questo continuo turbinio di ricordi...mi sento persa e non so che cosa fare.Sembra proprio che la felicità non faccia per me...così facendo infatti vivo male anche il rapporto con il mio attuale ragazzo perché, pur non facendo niente di male, mi sento molto in colpa. Che cosa posso fare per uscirne?Grazie infinite in anticipo, buona notte.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"mi sto aggrappando disperatamente ai pochi momenti della mia vita in cui sono stata non dico felice, ma almeno...un minimo serena e appagata"

Aggiungerei un particolare di non poco conto: quando stava con G. lei non era ancora ammalata.
Non è forse di questo che ha nostalgia?
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dopo
Utente
Utente
Gentile dottoressa Massaro,
in queste ultime settimane non ho mai dimenticato la sua domanda, anzi ho riflettuto molto su di essa e sulla questione per la quale avevo richiesto questo consulto: è inutile, G.è sempre lì, ma penso anche di averne capito il perché. Mi sono resa conto che, nonostante i piccoli e grandissimi problemi che affrontammo insieme, ho trascorso con lui il periodo più bello, sereno e speranzoso della mia vita. Nel momento in cui ci siamo lasciati ho perso tutto, tanto la tranquillità quanto le speranze, e credo sia proprio questo ciò che G. rappresenta (e probabilmente rappresenterà per sempre) per me.
Mi restano tuttavia molti interrogativi irrisolti, tra cui il più atroce (so che può sembrare un aggettivo esagerato, ma l'urgenza con cui mi si presenta lo rende tale) mi sembra essere: come posso riuscire a colmare l'immenso vuoto che, dopo ben 6 anni, mi sembra essere grande come lo era dopo 2 giorni, e come posso riuscire a vincere l'indicibile nostalgia che esso porta con sé?Ovvero: come posso smettere di rimpiangere il passato e cominciare a vivere nel presente?
Grazie infinite e buon lavoro!
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Il suo rimpianto non è per G., ma è per la salute che purtroppo non è più quella di quando stava con lui.
La differenza non è di poco conto.

Se lei fosse stata ancora con G. avrebbe ricevuto la diagnosi di SM mentre era ancora con lui e adesso le sarebbe più chiaro che non rimpiange lui, ma il periodo pre-diagnosi.

Ha mai pensato di contattare un'associazione che si occupi della malattia, come ad es. l'AISM, per chiedere un sostegno psicologico?
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dopo
Utente
Utente
Grazie dottoressa Massaro per la sua risposta.
Non me la sento di contattare l'AISM o altri enti perché temo di finire per appartenere a una categoria predefinita di persone e di poter essere oggetto di stereotipi e pregiudizi.Sento il bisogno di qualcosa di molto più personalizzato e in cui io conti davvero. Se potessi permettermelo, mi farei seguire da un terapeuta specializzato in disturbi psicologici e psichiatrici delle persone affette da malattie croniche e incurabili.

Ho riflettuto tantissimo sulla sua affermazione e la trovo senz'altro vera, ma in parte. E'innegabile che mi manchi la mia salute, ma nel mio caso non c'è stata una cesura netta tra prima e dopo, perché avevo già una diagnosi di LES da quando avevo 16 anni e l'ho sempre vissuta come una spada di Damocle sospesa sulla mia testa. Ora che la spada è diventata ancora più pesante e non si chiama più lupus eritematoso sistemico, ma sclerosi multipla, mi sento senz'altro ancora più sola e disperata, ma ho sempre avuto la consapevolezza di essere malata.
Credo mi manchino, più di ogni altra cosa, i miei 20 anni. Purtroppo non li ho vissuti a pieno a causa del perenne stress per lo studio, un lunghissimo processo penale, la mancanza di amicizie e una serie di altri motivi.
E G. era l'amore dei miei 20 anni, la persona (seppur immeritevole e ingrata) che probabilmente ho amato di più nella mia vita.
Continuo stupidamente a pensare a lui, a chiedermi che cosa fa, a cercare di incontrarlo e non riesco a dimenticarlo.
E' quasi un'ossessione e mi manca terribilmente.
Spesso mi sento in colpa nei confronti del mio attuale ragazzo, ma non posso fare a meno di pensare a lui.
Come posso fare a cominciare a vivere davvero, anche senza di lui?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Non credo di poterle dare ulteriori spunti di approfondimento da qui e senza conoscerla, nè che questo le sarebbe utile.

E' importante che si rivolga di persona a chi la potrà seguire adeguatamente: può decidere di non rivolgersi all'AISM (anche se glielo consiglierei, perchè in quel contesto troverebbe psicologi formati nelle problematiche relative alla sua malattia), ma può sempre rivolgersi al consultorio familiare o al centro di salute mentale, se preferisce e non vuole provare a informarsi sui professionisti privati.

In ogni caso l'importante è che si faccia seguire sul serio da uno psicologo e che non trascini oltre la situazione.

Le faccio tanti auguri,