Il tempo passa ma io resto la stessa

Salve . Sto pensando di vedere una psicologa perché ho diversi problemi che pensavo si risolvessero crescendo ma non è mai accaduto
1 a 12 anni realizzai che i miei genitori erano anziani rispetto agli altri compagni e compagne e vedendoli gia come morenti nella mia testa li ho emotivamente allontanati ovvero x quanto possibile e come se mi privassi di volergli bene e litigandoci spesso la cosa diventasse meno sofferente per me perché ho la scusa per non soffrirci ma in realtà temo che sarà peggio perché quando sarà avrò sprecato il tempo in questo modo! Ma nn riesco a cambiare ...
2 quando mi guardo allo specchio e vedo che ho 27 anni anni mi prende un colpo nn mi riconosco piu vedo l immagine di una donna ma io mi sento ancora 17enne . Non mi sento pronta x una storia troppo seria non ho voglia di impegnarmi mi sn licenziata da lavoro dopo 3 anni in cui mi sn obbligata a lavorare io mi guardo i telefilm da ragazzina io vorrei giocare cn le barbie ! Vorrei giocare a pallavolo al parco insomma fare cose nn della mia età . E strano da piccola volevp essere adulta ma ora mi rendo conto che sbagliavo ... sono malata ? Mi sento bloccata e vittima del tempo che passa ... che devo fare ?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Utente,

da quanto scrive sembra che abbia invertito temporalmente alcuni aspetti della sua vita, comportandosi da adulta quando era ancora piccola e desiderando ora, che è adulta, di tornare ad essere una ragazzina.

Questo può dipendere dal fatto che certe riflessioni sulla possibilità di perdere i suoi genitori (tuttora vivi e vegeti, se non ho capito male) l'hanno spinta ad allontanarsi da loro e a voler esser già grande per superare la dipendenza dalla famiglia che era un aspetto insito in quella fase della sua crescita - cosa della quale lei stessa è ben conscia.
Forse si è privata di esperienze e momenti di spensieratezza che ora le mancano e che vorrebbe recuperare, pur sentendosi ormai "fuori tempo".

Questa sua visione è comunque in parte limitata perchè lei è convinta che il gioco e la spensieratezza appartengano solo all'infanzia/adolescenza, mentre si tratta di dimensioni che è possibile coltivare per tutta la vita: non è automatico il fatto che crescere significhi diventare tristi, seriosi, cupi e dediti solo ai doveri, come lei sembra ritenere.
Se ha un gruppetto di amiche può tranquillamente giocare a pallavolo con loro nel parco anche a 27 anni! Oppure può iscriversi a qualche torneo amatoriale per adulti o trovare altri modi per divertirsi (ha presente quanti uomini giocano a calcetto fino a quando il fisico glielo consente?).

Alla luce di tutto questo mi sembra che l'idea di rivolgersi ad una psicologa sia ottima, perchè potrà approfondire adeguatamente la trattazione del suo problema e delle sue difficoltà di crescita.

Le faccio tanti auguri,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it